De Biase: “Lamezia non venga tagliata fuori dalla nascente azienda unica sanitaria Dulbecco”

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Lamezia Terme – Interviene sulla nascente unificazione sanitaria degli ospedali Pugliese Ciaccio e Policlinico nella “Renato Dulbecco”, Salvatore De Biase, ex presidente del consiglio comunale di Lamezia. “A questo punto Lamezia, - si chiede De Biase - quale ruolo occuperà, ove la Dulbecco nascerà? Sicuramente la Dulbecco è una scelta importante, a patto che però Lamezia, non venga tagliata fuori! Altrimenti la realtà equivalente sarebbe quella di assistere alla creazione della cittadella sanitaria calabrese a Catanzaro, in un contesto di fusione complessiva di Università - strutture sanitarie presenti, con la destinazione, secondo parametri di almeno 850 posti letto, tutti lì concentrati, con relative specialità, che richiamano flussi di finanziamenti e perché no, il necessario bacino di utenza del lametino e non solo, con il parallelismo “della morte ancora una volta, della realtà sanitaria di Lamezia e del suo comprensorio”. Insomma – si chiede - con almeno 850 posti letto messi assieme, in un’unica area, Lamezia, come sopravvivrà?”. La possibilità della creazione dell’unificazione sanitaria, secondo De Biase “impone strategicamente il tentativo di diventare possibilmente “soci” nella Dulbecco, e riscuotere una quota societaria in servizi e competenze. Infine – commenta - Lamezia sanitaria verrebbe ad essere ancora una volta “spacchettata”, quale “centro di raccolta, di transito e di smistamento “e resa area utile a Catanzaro. Con prezzo salatissimo. Ecco perché si rende necessario il rilancio della centralità di Lamezia”.  

De Biase afferma “Convince la presentazione di una idea di sanità a carattere regionale, come la Dulbecco, ma Lamezia ne dovrà far parte!”. De Biase si rivolge poi ad Oliverio e al commissario Scura chiedendo “Perché favorire un’unica area come quella Catanzarese? Perché continuare a spalmare risorse notevoli, non già sull’intera provincia sanitaria di Catanzaro, bensì nel solo comune di Catanzaro? Perché non considerare il bacino di utenza unico e non separati (tra Asp-Catanzaro e il Pugliese-Università) e nell’ambito totale delle funzioni diversificare le aree specialistiche? Perché sul piano risparmio, non vengono tagliati i doppioni su Catanzaro ed affidati di conseguenza a Lamezia di modo che, con 20 minuti su può andare anche a Catanzaro-Germaneto, ma anche l’inverso? Perché la ricerca e la realizzazione di nuovi ospedali, nel mentre Lamezia sanitaria è nata per circa 600 posti letto? Perché si investe sproporzionatamente su Catanzaro dove risiedono 95mila abitanti e non su Lamezia con circa 80mila e quindi sul primo si investono notevoli risorse, specialistiche e posti letto, e Lamezia viene svuotata e utilizzata quale bacino di utenza utile alla sanità Catanzarese?”.

De Biase scrive che “Lamezia oggi conta, almeno 53,000 accessi di P.S., Catanzaro al Pugliese Ciaccio, ne lamentano altrettanto, solo che Lamezia è spoke e Catanzaro è hub; su Catanzaro vi sono tanti percorsi sanitari verticali e forse non idonei totalmente, Lamezia di contro, li detiene tutti in orizzontale; e nell’insieme in Calabria emerge che tra i posti letto assegnati e il personale necessario, vi è una disparità concreta, vera faglia per una cura adeguata che di fatto provoca emigrazioni e costi. Ecco perché il riordino sanitario complessivo e per la parte che interessa è più che mai da attenzione, per creare una sanità corrispondente ai bisogni della Calabria e specificatamente della nostra Provincia”.

 

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