Lamezia: De Fazio (Uilpa) commenta chiusura carcere

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Lamezia Terme - Pubblichiamo la nota del segretario Nazionale della Uilpa Penitenziari, Gennarino De Fazio, alla notizia della chiusura della Casa Circondariale di Lamezia Terme prima dell’apertura di una nuova ala nel carcere di Catanzaro prevista entro il 26 aprile prossimo.

 “Adesso l’Amministrazione comunale ed i politici locali, magari anche durante la campagna per le Europee, facciano il «mea culpa» e, se possono, vedano come favorire soluzioni che seppur di ripiego potrebbero essere anche di un certo pregio. A nulla servirebbe difendere l’indifendibile, i buoi sono ormai scappati e trasformati già in bistecca da chi li ha trovati. Almeno dal 2006 ripeto ad ogni piè sospinto e talvolta in perfetta solitudine, venendo persino tacciato di fare allarmismo, che la struttura penitenziaria lametina sarebbe stata inevitabilmente dismessa, perlomeno con quella destinazione d’uso, e che sarebbe stato necessario attivarsi per l’edificazione di un moderno penitenziario. Purtroppo mi sono scontrato con la sostanziale letargia, in qualche circostanza non solo metaforica, dell’Amministrazione comunale e con il muro d’indifferenza della politica, al di là di qualche occasione di facile passerella come la partecipazione disinformata al Consiglio comunale aperto del  20 maggio dell’anno scorso di qualche suo esponente di spicco. L’origine della decisione di espoliare Lamezia Terme del carcere, difatti, risale agli anni a cavallo fra il 2008 ed il 2009, quando nel primo piano straordinario di edilizia penitenziaria si decise di costruire un nuovo padiglione per ulteriori 350 posti (elevabili) a Catanzaro.

Da quel momento ho sempre detto, scritto e sostenuto in tutte le sedi che con la messa in funzione di quel padiglione la Casa Circondariale lametina sarebbe stata dismessa. Ma i maggiori politici lametini erano forse troppo impegnati in banchetti elettorali. Ora è davvero inutile piangere sul latte versato e magari per il Sindaco scrivere l’ennesima lettera destinata esclusivamente a contribuire alla desertificazione del pianeta. E non è neppure mia intenzione sollevare facili polemiche, bisogna invece sostenere fattivamente l’idea già in essere di recuperare la struttura del vecchio carcere e destinarla a base logistica forse persino interregionale per l’Amministrazione e la Polizia penitenziaria. Si manterrà così un presidio di sicurezza, si fornirà supporto alla Polizia penitenziaria nell’ambito dell’attività che dovrà comunque espletare in città e nel circondario e vi sarà anche un ritorno d’immagine e, soprattutto, per l’economia cittadina. Certo, per l’economia non sarà come avere un moderno carcere di medie dimensioni, ma dal punto di vista del prestigio sarà pure meglio. Soprattutto, non c’è altra soluzione: o questo o nulla. All’Amministrazione penitenziaria ed al Provveditore regionale in missione, Salvatore Acerra, con cui spesso mi sono trovato in disaccordo ed in aspro conflitto, ma al quale in questo caso riconosco lungimiranza, pragmatismo e «buona volontà» in relazione al progetto complessivo, non essendo di certo a lui imputabile l’inevitabile dismissione del carcere, chiedo di aprire immediatamente un tavolo di confronto per ricercare soluzioni trasparenti e condivise per il destino del personale e l’integrazione del nucleo aeroportuale”.

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