Lamezia, i promossi e i bocciati al Parlamento

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Lamezia Terme - Non può essere considerato soltanto un voto di protesta. Quanto accaduto in Calabria va più in direzione di vero e proprio terremoto politico. Il trionfo tutto giallo dei Cinque Stelle ha letteralmente travolto anche la Regione, dando uno scossone a quattro anni di governo di centro-sinistra, molto più preoccupato, forse, in questo lungo periodo, a far fronte a beghe interne e divisioni, non focalizzandosi principalmente sui disagi e le difficoltà di una popolazione allo stremo. Impensabile fino a qualche tempo fa, ad esempio, che la Lega in Calabria potesse raccogliere così tanti consensi divenendo la quarta forza politica. Il trend del resto, è quello nazionale, con anche Forza Italia che ad ogni modo resiste nonostante lo tsunami provocato dai pentastellati su tutta la Regione, compresa la città di Lamezia.

Di Maio l’ha definita come la “nascita della terza Repubblica”, quella però formata dai cittadini. Salvini, tronfio della sua vittoria sul Cavaliere, reputa il centro-destra l’unica coalizione in grado di prendere le redini del Paese.  A conti fatti però, nessuno ha ancora i numeri per poter governare in solitudine. La debacle, per il centro-sinistra, ha un sapore amaro. Le regioni “rosse” per eccellenza si tingono soprattutto d’azzurro e di giallo. E la geografia politica cambia inevitabilmente anche in Calabria. In attesa dei dati definitivi sui listini proporzionali, si delinea un quadro quasi del tutto rinnovato.

La vittoria di D’Ippolito e Furgiuele

Anche il trend di Lamezia, comune sciolto per infiltrazioni mafiose, non è andato controcorrente rispetto al resto d’Italia. La città ha votato questa volta i Cinque Stelle, così come nei comuni dell’hinterland, puntando in particolare sulla figura di Pino D’Ippolito, candidato alla Camera, che invece alle elezioni del 2015 non l’aveva spuntata nemmeno per il consiglio comunale, fermandosi al 4,50%. I dati oggi hanno dell’incredibile. Per lui il 45,56% di preferenze, capovolgendo pronostici che sembravano invece scontati. Una campagna elettorale non facile la sua, che si è visto anche recapitare una lettera minatoria con proiettili a pallettoni quasi alla vigilia del voto. D’Ippolito ha avuto la meglio sul Pd di Viscomi, ma soprattutto sul forzista Tallini, con il quale non si è risparmiato scintille durante i comizi e a suon di comunicati stampa. Un risultato più che soddisfacente, seguendo l’onda nazionale, anche quello di Domenico Furgiuele, unico lametino insieme a D’Ippolito che siederà tra gli scranni di Montecitorio, festeggiando i buoni risultati della Lega in Calabria.

Volano i Cinque Stelle, Forza Italia secondo partito a Lamezia

Non riesce a spuntarla invece il cognato, l’ex consigliere comunale di Mtl Massimo Cristiano, che era invece candidato alla Camera con Casapound. Lamezia vota a 5 Stelle pure al Senato, dove la candidata Silvia Vono si impone sull’azzurro uscente Pietro Aiello ed anche sull’ex consigliera comunale lametina Aquila Villella, che come capolista del centro-sinistra al Senato, arriva al 16% di preferenze. Non soddisfacente l’esordio di Potere al Popolo, Civica Popolare Lorenzin ma anche Leu, che in tutta Italia raggiunge risultati sotto le aspettative. Il centro-destra in fin dei conti resiste, accusando ad ogni modo il colpo del successo grillino. Forza Italia in città è il secondo partito più votato con il 20%, seguono il Pd, la Lega e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Niente Parlamento per uscenti e “big”

Di tutti i candidati lametini in corsa al Parlamento, sicuramente ci si aspettava un maggior numero di eletti. Per molti di loro, i risultati, sono andati invece oltre ogni pronostico. Niente Parlamento per molti uscenti e “big”, mentre, l’abbandono della politica per dedicarsi nuovamente alla magistratura da parte della senatrice lametina Lo Moro, era già stato annunciato qualche settimana prima del voto. Non riconfermato Sebastiano Barbanti, terzo nel plurinominale al Pd. Dopo ben quattro legislature, non siederà più al Senato nemmeno Pino Galati, candidato come capolista di "Noi con l'Italia", che non ha raggiunto il quorum necessario in Calabria e non l’ha spuntata nemmeno ad Avellino.

Dei lametini "emigrati" in altri collegi, Reggio Calabria non premia il candidato Franco Talarico, ex presidente del consiglio regionale e segretario Udc, sconfitto dalla parlamentare uscente del Movimento 5 Stelle, Federica Dieni, che ha raccolto più consensi di lui soprattutto a Reggio centro. Non va meglio al consigliere regionale Tonino Scalzo, che tra i democrat non ha riportato a Crotone l'elezione al Senato, sconfitto dalla pentastellata Corrado e raggiungendo solo la terza posizione con quasi il 16% di preferenze.

Occhi puntati sulle regionali

Gli occhi, visti i risultati delle politiche, sono ora già tutti puntati sulle prossime mosse di Oliverio e il futuro delle regionali. I Cinque stelle vorranno cavalcare l’onda, ma c’è chi già si propone come “alternativa” alla classe politica bocciata che fa capo al Governatore, come Mario Occhiuto che proprio ieri ha annunciato la sua candidatura. Cambiamenti sono nell’aria per la politica calabrese e saranno, questi, mesi d’analisi e nuove dinamiche in cui tutto potrebbe ancora succedere.

Alessandra Renda

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