Lamezia: il ricordo del genocidio armeno nelle parole di padre Karem Boghos

cantiere_laboratorio_191115.jpg

Lamezia Terme – Ricercare la verità storica. Questo lo scopo dell’iniziativa organizzata da Cantiere Laboratorio,“Gioventù Controcorrente”, con la collaborazione di “Gioventù Nazionale“ ed “Identità Tradizionale” incentrata sullo sterminio del popolo cristiano armeno. Nell’anno del centenario da quei tragici fatti del 1915, l’idea degli organizzatori si fonda sul principio della verità, una verità storica e che loro definiscono anche “scomoda, basata sulla disinformazione e sulla negazione dei fatti”. Tra gli interventi, oltre a quello di Ettore Scaramuzzino, Simone Grisolia e Domenico Mercurio, anche quello di Vittorio Gigliotti di Cantiere Laboratorio che ha fatto una fotografia storica degli eventi che portarono allo sterminio del popolo armeno, con l’eliminazione di un milione e mezzo di Armeni cristiani “nel tentativo di cancellarne l’identità” come ha specificato Gigliotti. A parlare della sua esperienza, Padre Karem Boghos, missionario cristiano di stanza a Lamezia da diversi anni, di origine Armena Siriana di Aleppo. Ad essere prima sequestrato e poi ucciso fu suo nonno, quando suo padre era un neonato. Il ricordo di questa tragedia familiare e di tutto un popolo lo ha seguito per tutta la vita, quando si rese conto di ciò che era successo era, però, già un giovane seminarista. Uscito dal seminario con l’intenzione di difendere la causa armena, il destino lo portò in Turchia ad evangelizzare e lì, come ha spiegato questa sera, scoprì molte altre cose, tra le quali “il porgere l’altra guancia, un vero e proprio nuovo approccio alla tragica storia”. “É Importante ricordare – ha sottolineto - per aiutare l’umanità a crescere e a diventare adulta. Fare memoria sul serio per fare peso su chi ci governa, affinché la smettano di essere accecati e schiavi del denaro e dell’interesse”. “C’era – ha poi aggiunto - chi poteva impedire questo progetto sanguinoso e non l’ha fermato e per questo ricordiamo – ha concluso - affinché non avvenga ancora una volta e non per vendetta al popolo turco”.

C.S.

© RIPRODUZIONE RISERVATA