Lamezia, Italo Reale su vicenda ex cantina sociale: "Quadro assai sfavorevole per la città"

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Lamezia Terme – Italo Reale, in una nota, ritorna sulla vicenda dell’ex cantina sociale. “Ho visto - evidenzia - la risposta televisiva di Paolo Mascaro alla richiesta dell’Opposizione di annullamento in autotutela del permesso a costruire (demolizione e ricostruzione) della cantina sociale di Sambiase ed ho trovato disprezzo ed ingiurie verso gli interlocutori ma non una risposta alle questioni che l’istanza pone. Ovviamente non mi sono meravigliato visti i comizi del Sindaco in campagna elettorale, quello che mi meraviglia e che persone che stimo siano ancora in Giunta e che l’opposizione di sia astenuta sul bilancio e non abbia votato contro visto l’atteggiamento del sindaco”.

Andando “alla sostanza” Reale, ricorda: “In data 29 giugno 2020 (legge 10) la Regione Calabria ha abrogato la norma che consentiva il mutamento della destinazione d’uso in caso di demolizione e ricostruzione di edificio preesistente. Tale abrogazione è stata confermata dalla Corte costituzionale che ha cancellato altre norme di quella legge (ma non questa) ed ha allargato, con quella decisione, il divieto di tutti gli interventi di modifica di destinazione d’uso previsti dalla cosiddetta legge sulla casa. Faccio presente che tale decisione della Corte è precedente al rilascio del permesso a costruire. Fin qui i fatti: Al momento del rilascio non c’era una legge che consentiva la modifica della destinazione d’uso e questa decisivo argomento era stato segnalato dalla Responsabile dell’Ufficio Legale e cripticamente confermato dalla Regione Calabria. Dopodiché, massima stima al Dirigente del settore che ha firmato il permesso di cui conosciamo l’integrità e comprendiamo anche le ragioni che lo hanno indotto in errore (una legislazione confusa e sempre in movimento) ma oggi la questione che si pone è chiarissima e mi chiedo quanto abbia potuto influire nel suo errore una valutazione benevola della pratica da parte dell’Amministrazione che, come dice il Sindaco, non era competente”.

E, conclude: “Ma dato che non stiamo parlando di niente forse ci dobbiamo chiedere se è opportuno che il Capogruppo (all’epoca) in Consiglio Comunale di Fratelli d’Italia sia il progettista dell’intervento (non vi è un potenziale conflitto d’interessi?) e se non pone qualche ulteriore problema la circostanza che una prima parte delle demolizioni sia stata fatta da una impresa che era soggetta ad una interdittiva antimafia. Sarebbe forse più prudente che il Sindaco valuti anche la circostanza che la Commissione di Accesso aveva ritenuta troppo bassa la valutazione a cui è stato venduto l’immobile (a mio avviso sbagliando – la Commissione) e se non era il caso di attendere la certificazione antimafia per l’acquirente anche dopo la scadenza del termine di legge. Tutti fatti e comportamenti, questi, che individualmente non sono suscettibili di critica ma che oggi, alla luce del complesso dei fatti e soprattutto rispetto ai comportamenti che verranno assunti rispetto alla richiesta di correzione, possono costruire un quadro assai sfavorevole per la città”.

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