Lamezia, partiti e associazioni su ex cantina sociale: "Troppa fretta dell'amministrazione sulla pratica"

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Lamezia Terme - Sulla vicenda dell'ex cantina sociale di Sambiase e sulla posizione assunta dall'Amministrazione comunale, intervengono nuovamente partiti e associazioni che già nei giorni scorsi avevano espresso dubbi sulla pratica e chiesto la revoca del progetto. "Ci chiediamo innanzitutto che fretta c’era (maledetta sicumera) a spingere il sindaco, appena reinsediato dal Tar - affermano in una nota congiunta Lamezia Bene Comune - Rosario Piccioni, Pd Lamezia Terme - Aquila Villella, Gennarino Masi, M5S Lamezia Terme - Giuseppe D'Ippolito, Gruppo Misto Consiglio Regionale - Amalia Bruni, Rifondazione Comunista Lamezia Terme - Luciano Rimini, Amo Lamezia - Nicolino Panedigrano, Italia Nostra Lamezia Terme - Giuseppe Gigliotti, Cittadinanza attiva Lamezia Terme - Felice Lentidoro, Pax Christi Lamezia Terme - Antonino Mario Campisi, Confesercenti Lamezia Terme - Pino Crapella, Osservatorio Sociale San Nicola - Giuseppe Morabito - a riprendere tra i primissimi atti di Giunta proprio l’inserimento dell’ex Cantina Sociale tra i beni da alienare, visto che sulla stima economica dell’immobile la Commissione d’accesso inviata dal Prefetto aveva mosso pesanti e puntuali rilievi. Se di sfida si trattò, fu lanciata davvero nell’interesse della città? E ancora, visto che sindaco e assessore al ramo hanno rivendicato la legittimità amministrativa del permesso di costruire, ci chiediamo che fretta c’era a non attendere la risposta della Regione alla strana seconda istanza con cui il Dirigente comunale riproponeva l’abnorme richiesta di applicare al progetto di demolizione della Cantina depositato nel 2020 il famigerato art. 9 ter della legge regionale n. 7/2012, visto che la stessa Regione aveva poco prima già espresso un chiaro no, spiegando che quella norma transitoria era palesemente applicabile solo ai progetti depositati entro il 16 febbraio 2012, data di sua entrata in vigore".

"Ci chiediamo poi che fretta c’era a non attendere (magari sollecitandola) la comunicazione del Prefetto sul certificato antimafia della ditta acquirente e a darlo invece per acquisito alla scadenza del termine legale di 30 giorni. Sarebbe - proseguono - doveroso escludere chiaramente che a spingere l’acceleratore sia stato qualche imponente sollecito. Infine, alcune brevi chiose sui lamenti mediatici del giovane ingegnere Gallo, progettista e consigliere comunale di opposizione (?) di Fratelli d’Italia. Noi speriamo che egli abbia almeno letto la Relazione del progetto di demolizione e ricostruzione che ha depositato, perché qualche dubbio in proposito ci viene". "Quanto poi a considerare la Cantina Sociale solo “un ammasso di cemento fatiscente” - affermano ancora - capiamo che uno, se certe sensibilità non ce l’ha, non può comprarle, ma un po’ di rispetto per quei luoghi, in cui tanti nostri padri hanno conferito il frutto del duro lavoro col quale hanno mantenuto agli studi molti di noi, non sarebbe male. Forse è per questo che, quando anni fa tutelavamo la memoria storica della prima “industrializzazione” della piana, difendendo la conservazione dell’ex Zuccherificio, né il sindaco Mascaro, né alcuno degli attuali consiglieri comunali era al nostro fianco: per tutti loro e a dispetto della Sovrintendenza delle belle arti si trattava evidentemente di altro ammasso di cemento fatiscente. E quanto alla difesa dell’imprenditoria privata, nessuno di loro, tantomeno Gallo, era al nostro fianco neanche quando, insieme alla salute pubblica, difendevamo dai miasmi e dagli scoli della terza discarica agognata da Mascaro i vigneti Doc, le clementine IGP e le colture pregiate dei nostri imprenditori agricoli".

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