Lamezia, Partito Comunista Calabria su sit-in ospedale: "Non una protesta ma una passerella di politici"

simbolo-Partito-Comunista.jpgLamezia Terme - Il Partito Comunista Calabria interviene sulla manifestazione del 13 gennaio a tutela dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia con una serie di considerazioni in particolare sulla scarsa partecipazione e sui motivi di essa. Dal partito comunista intendono “spingere i comitati a riflettere seriamente su questo risultato, e su quali possono esserne le cause, poiché il disinteresse popolare non è sempre indice di indolenza e disinteresse soprattutto in tematiche così trasversali. Ebbene vogliamo partire da uno dei motivi che riteniamo alla base dell’insuccesso ossia la natura che si è voluto dare a questo sit-in, che tutto ci è sembrato fuorché di protesta. Come si poteva pensare di poter dare qualche attestazione energica di disagio se gli stessi che non hanno fatto nulla per la sanità calabrese e lametina hanno partecipato alla manifestazione? Stiamo parlando di quei politici di destra e sinistra che in numero quasi superavano la partecipazione popolare e ponevano dei quesiti a cui dovrebbero rispondere loro stessi. Troppo facile prendersela con qualcuno di indefinito o chiedere conto al commissario Cotticelli, che per quanto si possa ritenere negativo il suo operato è stato messo là per demerito di tutto il sistema politico che ora gli inveisce contro. Avremmo voluto distribuire volantini per diffondere la nostra idea di sanità pubblica e gratuita al di fuori dalle logiche aziendalistiche e di pareggio di bilancio. Ma una volta appurato che non sarebbe stata una protesta, ma una passerella di politici allo scopo di alimentare le proprie ambizioni personali o elettorali, abbiamo desistito dall’intento e abbiamo compreso che queste erano le stesse ragioni che hanno spinto molti cittadini sfiduciati a disertare una manifestazione così importante”.

Poi si rivolgono “alle poche note positive di questa giornata, i cittadini liberi che compongono il comitato 19 marzo e ai giovani studenti che hanno partecipato, cercando di sensibilizzarli sui veri motivi che stanno portando ad un lento e inesorabile smantellamento dell’assistenza sanitaria pubblica nel territorio di Lamezia e del suo comprensorio: il fenomeno clientelare nella nomina senza graduatoria di merito dei dirigenti e le politiche di esternalizzazione dei servizi alimentate dalle politiche nazionali ed europee di austerità. La spesa prevista dallo Stato per la sanità pubblica in Calabria è di 232 milioni di euro in meno rispetto alla media nazionale perchè la previsione del governo non si basa sul fabbisogno effettivo, quindi non si dovrebbe parlare di un sistema sanitario regionale in deficit ma sotto-finanziato. La sanità è un diritto universale non soggetto a condizioni e perciò deve diventare servizio pubblico finanziato e controllato integralmente dal governo. Le aziende private convenzionate ricevono rimborsi per il triplo del costo effettivo dei servizi perciò bisognerebbe avviare un percorso che porti alla totale internalizzazione di ogni servizio delegato al privato e ad un nuovo piano generalizzato di assunzioni che porti al superamento dell’intramoenia e delle liste di attesa. Inoltre vi invitiamo a lottare per un sistema sanitario che non metta da parte la coesione territoriale evitando che vengano smantellate eccellenze come l’ospedale di Soveria Mannelli e mediante l’istituzione delle Case della Salute che attraverso il sistema di salute integrato sul territorio possano ridurre la mole di lavoro e i tempi di accesso ai pronto soccorso ospedalieri”.

“Crediamo che – concludono dal Comitato provinciale di Catanzaro Partito Comunista Calabria - per far fronte alla disillusione e alla delusione popolare e risvegliare le coscienze non si debba ambire ad un cambiamento sul breve periodo o affidarsi alla voce di chi questo sistema lo alimenta ogni giorno, ma ad una rivoluzione del modo di concepire la sanità pubblica in nome del benessere e la salute di tutti”.

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