Progetto Lamezia Civica, mini appalti per mensa scolastica biologica e a km 0

mensa-bimbi.jpg

Lamezia Terme - “Con l’avvio del nuovo anno scolastico assistiamo al solito malcontento in relazione ai servizi offerti ed al loro costo. Non sono un vecchio ricordo i disordini legati alle proteste per l’aumento (inevitabile) delle tariffe dei  Servizi a Domanda Individuale che hanno  anche ostacolato il consiglio comunale dello scorso 24 Settembre. Siamo al secondo giorno e già molti genitori si lamentano della qualità del servizio offerto, dai pasti freddi al pane ”raffermo”.     
Così è scritto nella nota inviata dal Progetto Lamezia Civica.

“Il servizio mensa costa al nostro Comune circa un milione e mezzo di euro all’anno. L’importo triennale di tale appalto è pari a 4.256.650 euro per la fornitura di circa 370.000 pasti (quasi 335.000 pasti annui per le scuole a circa 3.85€ ciascuno e la parte restante destinata all’ospizio per anziani comunale e in parte a domicilio). L’ultima gara d’appalto a Lamezia Terme se l’è aggiudicata a marzo 2013 una ditta della provincia di Cosenza che esegue la preparazione dei pasti a Lamezia in idonei locali.  Dobbiamo rassegnarci a tutto questo e stare fermi a guardare? L’alternativa c’è e si chiama “Gestione diretta”: sono proprio le linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica aggiornate al 2010 dal Ministero della salute a prevedere “la possibilità per i Comuni di attuare una gestione diretta del servizio mensa”.

Due gli immediati vantaggi: prodotti km zero: Le mense scolastiche potrebbero diventare il canale di sbocco principale dei prodotti della nostra terra a beneficio della salute dei bambini, che consumano nelle mense scolastiche circa 1500 pasti. Verrebbe stilato, con costi quasi nulli per la comunità, un albo certificato di fornitori di prodotti agricoli a km 0 e alimentari (meglio se tutto biologico) per le mense comunali con la possibilità quindi di ottenere dai fornitori certificati un prezzo concorrenziale ma con un elevata qualità del prodotto; ripercussione sull’economia locale: contratti di fornitura certi consentirebbero ai produttori di abbattere i costi di vendita oltre a poter  promuovere meglio le loro imprese agricole ed alimentari. L’indotto di una tale catena genererebbe nel medio termine indubbie e positive ricadute a livello occupazionale.

Qualcuno potrebbe obiettare che ovviamente a causa della situazione di pre-dissesto (ma anche con il concomitante riordino delle Province) il Comune non potrà fare alcuna assunzione, ma di sicuro si potrebbe affidare il servizio bandendo appalti più piccoli a più cooperative formate, perché no? anche da genitori come già accade altrove. (Pensiamo anche all’utilizzo di volontari/genitori che si sentirebbero così anche direttamente coinvolti).

Sappiamo bene che le cose però non si fanno dall’oggi al domani ed allo stato attuale il contratto è ancora in essere per un altro anno. Si potrebbe quindi pensare di iniziare il servizio in via sperimentale, magari in Istituti in cui ci siano delle condizioni di base (come la disponibilità di un locale da adibire a locale per la preparazione dei pasti). Perché quindi non uscire dalla logica delle gare uniche multimilionarie vinte solamente da grosse imprese di catering e andare verso la gestione diretta del Comune? Ci auguriamo quindi che questa amministrazione possa prendere in considerazione l’idea di realizzare uno studio di fattibilità in merito; vedere il servizio mensa come un problema per il Comune è un approccio che va e può essere rovesciato; guardando il bicchiere “mezzo pieno” le mense scolastiche possono essere addirittura un'opportunità per tutta la comunità”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA