Lamezia Terme - Strani accordi alla base della mancata ricapitalizzazione delle quote detenute dagli enti locali all'interno di Sacal? “Io parlerei più che di strani accordi, di un vero e proprio cortocircuito istituzionale, ma credo che si possa ricomporre il quadro e ripristinare la maggioranza azionaria della parte pubblica”. Lo ha dichiarato il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, soffermandosi con i cronisti a margine di una iniziativa che si è svolta nella prefettura di Catanzaro dedicata alle intimidazioni nei confronti degli amministratori pubblici.
"Negli ultimi sei anni – ha ricostruito Mascaro – vi sono state due ricapitalizzazioni, una nel 2016, quando ero sindaco di Lamezia Terme e il Comune partecipò con quote importanti, oltre un milione, con grande sacrificio. La maggioranza rimase in mano pubblica anche grazie ai sacrifici del Comune di Lamezia Terme e della Regione. Poi c’è stata un’altra ricapitalizzazione nell’epoca in cui il Comune di Lamezia era commissariato e a mio avviso si è verificato una sorta di cortocircuito nell’ambito delle intenzioni della Sacal, perché sicuramente era idea di tutti di poter mantenere la maggioranza pubblica. Poi probabilmente motivi legati all’indizione delle elezioni hanno portato la Regione Calabria a non poter ricapitalizzare per come aveva rassicurato che volesse fare, e attualmente abbiamo una maggioranza in mano ai privati. Da quello che sembra essere la situazione in evoluzione, vi è la piena disponibilità da parte del socio privato di far sì che il pubblico possa riavere la maggioranza e credo che si possa ricomporre il tutto. Oggi abbiamo bisogno di lavorare, di lavorare in serenità: l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme è la porta della Calabria verso il mondo e la porta del mondo verso la Calabria, e dobbiamo operare in modo importante per riportare avanti progetti di sviluppo. Io sono assolutamente fiducioso: oggi la presenza del Comune di Lamezia Terme, con la sua parte politica, potrà essere un elemento di fondamentale coesione affinché non si verifichino più disguidi e si possa andare avanti con maggiore unità di intenti e armonia. Probabilmente – ribadisce il primo cittadino– un cortocircuito istituzionale c’è stato, probabilmente quando si è andati nel luglio scorso a ricapitalizzare non si è tenuto conto di alcune scadenze elettorali e di alcune difficoltà anche normative che potevano verificarsi, quindi un cortocircuito c’è stato, lo dicono i fatti”.
“Superare la normativa sullo scioglimento dei comuni”
“Secondo voi – ha affermato rivolgendosi ai cronisti - è corretto quando non si tiene conto della regolarità del 97,2% del corpo elettorale ma si contesta solo eventuale irregolarità sul 2,8% un sindaco straeletto debba restare per 10 mesi a casa e avere un commissariamento calato dall'alto sul territorio? A me sembra che questo sia illiberale, antidemocratico e sia necessaria un'immediata rivisitazione del Dpr 570 del 1960. Se sono passati 61 anni alcune norme evidentemente cominciano a non essere più rispondenti alla realtà”. “La mia posizione – ha aggiunto Mascaro - è chiara: secondo me il vero antidoto alla criminalità è quello di far sì che, qualora un sindaco dovesse essere realmente coinvolto in problematiche di mafia, entro 60 giorni bisogna tornare al voto così da ridare subito voce al popolo. Invece mettere la polvere sotto il tappeto, mettere un anestetico alla democrazia con un commissariamento, a mio parere non risolve il problema. La mia posizione è abolire tout court una legge nata in epoca emergenziale, affinché non si verifichino più situazioni aberranti come quelle accadute a Lamezia Terme, quando un sindaco chiede di essere per tre volte ascoltato dalla commissione d'accesso non viene ascoltato e viene mandato a casa. Ma questa è democrazia? Io continuerò a urlare, la bocca a me non la chiude nessuno perché sono un uomo libero. E poi, in due anni di commissariamento per lo scioglimento e 10 mesi di commissariamento per il 2,8% che andava rinnovato non è stata revocata neanche una determina. E allora qualcuno mi spieghi quali condizionamenti ha subito quell'amministrazione. È chiaro che questo determina la disaffezione degli cittadini che non vanno più a votare perché pensano che il loro voto diventa carta straccia”.
“L'area lametina può ambire legittimamente a guidare la Provincia”
“Tra le tante conseguenze che ha pagato il territorio da me rappresentato – ha affermato Mascaro – c’è anche il fatto che Lamezia Terme non ha un consigliere provinciale da tre anni, per questo dico che bisogna riflettere su quanto a volte determinate situazioni possano massacrare il principio di rappresentatività democratica del territorio, non le persone fisiche, perché io ho le spalle larghe e non me le piega nessuno”. Secondo il sindaco di Lamezia “più che Paolo Mascaro come persona fisica, io credo che l’area territoriale lametina sia un’area che possa legittimante ambire ad avere la guida della Provincia in base a un principio di rispetto dei territori. Non c’è a mio avviso una volontà divina o una norme di legge che dice che il presidente della Provincia debba essere della città capoluogo, il presidente della Provincia può essere dell’area lametina o soveratese, posso essere io ma ci sono altri 80 sindaci e tutti possiamo ambire legittimamente alla guida della Provincia. L’importante comunque – conclude Mascaro – è che la Provincia operi e continui a operare nell’interesse dei cittadini”.
Bruno Mirante
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