Sanità, De Biase: alcune proposte sostenibili per l’ospedale di Lamezia

Foto--Salvatore-De-Biase_1e806_6826b_16541_b8302_401d9_30c2c_d035a_3c571_a178b-2_9e7ca.jpgLamezia Terme – “Calabria sanitaria e una Lamezia storicamente perdente”. Ad affermarlo, Salvatore De Biase, già presidente del Consiglio Comunale di Lamezia, in una nota. “Partiamo dal paradosso: un Piano di rientro dalle mille aspettative che non ha portato miglioramento alla sanità calabrese, ma che addirittura sfora, sia sotto il profilo contabile e che su quello prettamente sanitario. Ciò richiama il risultato economico di gestione del Ssr della Regione Calabria passato, nel corso dell’ultimo triennio, dai –98,5 milioni del 2016 ai -179,5 milioni nel 2018, poi rideterminato in sede del Tavolo di Verifica del 1 agosto 2019, in -213,3 milioni. Inoltre come si può tacere su una regione commissariata da 10 anni protesa solo ad effettuare tagli sulla sanità e provocare soprattutto emigrazione sanitaria? L’incontro avuto a Roma dai sindacati con il ministro alla Salute, è di buon auspicio, ma confidiamo che Speranza possa accogliere le varie richieste, tra queste la fine della gestione Commissariale”.

“In questo contesto – analizza De Biase - Lamezia sanitaria nella sua realtà si mostra: con carenza di personale, servizi e reparti che chiudono; emigrazione “guidata” verso la sanità catanzarese. Eppure l’atto aziendale determinava lo “spoke” del 2013 con l’organismo del Centro Protesi inail, il quale si disponeva a sostegno, con 5 Milioni di Euro. Oggi ci domandiamo: che fine han fatto detta somma? Tra l’altro, cosa prevedeva lo “spoke” 2013? L’avvio e l’apertura del Centro Fibrosi Cistica, obiettivo raggiunto, così come il mantenimento dei servizi importanti e l’investimento concreto sul Centro Protesi Inail che prevedeva: posti letto convenzionati, riabilitazione e realizzazione di protesi. Oggi registriamo le solite promesse. Quali dovrebbero essere le proposte sostenibili per la nostra struttura? Recuperare la Neurologia, poiché già destinata a Lamezia, con 10 posti letto di cui 3 i dh, proporre la Fisiatria con 8 medici che non ha nessuno da Napoli a Palermo, tenuto conto d della nostra baricentricità e i grandi servizi; tenere alta e sostenuta l’urologia, tracciata da una figura come il dr Zoccali , quindi continuare ad essere il quarto ospedale della Calabria, come eravamo fino al 2014; la Geriatria, essenziale e da sostenere e sui cui investire; Malattie Infettive che ci apparteneva sia per progetto e risorse già assegnate, ed oggi più che mai indispensabile per gli accadimenti di un Covid che richiama obblighi sanitari per l’area centrale della Calabria; Gastrologia e Reumatologia, cedibili dall’area Catanzarese, altrimenti noi diamo e non riceviamo! Purtroppo assistiamo, invece, alle solite promesse che non trovano concreto riscontro nei fatti. Non è possibile bypassare la centralità di Lamezia ed il suo sistema infrastrutturale quando si parla di sanità. Ad esempio perché non ubicare la Medicina Nucleare a Lamezia, in quanto l’approvvigionamento dei radio farmaci, avviene per via aerea, con consegna all’aeroporto più importante della Calabria? Ergo, Risparmi e poiché sono farmaci di breve emivita, Lamezia può permettersi di ordinarne in meno, riducendo i costi e oltretutto la mobilità del paziente trattato si ridurrebbe. Ma anche una Emodinamica sarebbe auspicabile. A Catanzaro si badi, ve ne sono 3; perché non spingere per la nostra struttura? Così anche la Radioterapia, la cui carenza in Calabria è riconosciuta nei vari decreti autorizzativi a favore dei privati, (vedasi anche Marrelli Kr), con costi immaginabili, sarebbe per Lamezia un indispensabile complemento, per la presenza della nostra Oncologia, ben guidata dal nostro Dr Ettore Greco. Oncologia, senza Radioterapia, non completa il ciclo".

"Non può essere trascurata la battaglia della microbiologia - prosegue - non a tempo limitato, assieme alla Virologia, dermatologia oculistica, orl, centro trasfusionale. Queste sono mancanze gravi per la nostra struttura. Costituiscono un vulnus inaccettabile. Senza dimenticare che la tin a Lamezia chiude, nonostante abbia fatto la storia della sanità regionale, e a Crotone è stata mantenuta seppur con meno peso di quella di Lamezia. Il paradosso? Lamezia sanitaria è di circa 75.000 utenti (giunge con il comprensorio 150.00), Catanzaro è invece di circa 85.000, (con il comprensorio circa 300.00); ciò detto gli investimenti su CZ sono notevolmente diversi, perché? Si diceva: “Chiudiamo gli ospedali sotto casa, tagliamo i servizi in surpluss, costruiamo nuovi ospedali, miglioriamo la spesa sanitaria”. Succede invece che i calabresi non si curano in Calabria ed emigrano pesando per milioni di euro di mobilità sanitaria. E considerate le promesse fatte cosa si propone ancora con il progetto di fusione? Per i l Ciaccio, si assegna subito, l’Oncologia, per il Pugliese, l’emergenza Urgenza, per l’Università la ricerca ed altro. Tutte cose si immediata e pronta attualizzazione invece per Lamezia si naviga a vista e si ipotizza un centro traumatologico, collegato al Centro Protesi Inail (che giammai avverrà). Infatti la Legge Regionale n. 6 del 13/03/19, si appella al comma 4 dell’art. 1 della legge medesima, il quale si limitava a prevedere che «in attesa del complessivo riordino organizzativo del sistema delle aziende del servizio sanitario regionale, il protocollo d’intesa di cui al comma 3 prevede l’integrazione del presidio ospedaliero Giovanni Paolo II di Lamezia Terme con l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Mater Domini-Pugliese Ciaccio”», senza poi però occuparsi più in altro modo del “Giovanni Paolo II”. Risultato finale?” si chiede infine De Biase: “Lamezia deve, con i suoi 150.000 potenziali utenti e con la sua posizione baricentrica funzionale all’intera Regione, deve, invece, essere utile e a Catanzaro. In caso contrario morirebbe tutto ciò che gira intorno a quell’area: la Cittadella sanitaria, l’Università ed altro ancora. Ergo Lamezia incatenata e al servizio di Catanzaro, per continuare a mantenere il potere a discapito della prospettiva del nostro territorio, che nel silenzio da sempre deve offrire: aeroporto; ferrovia; autostrada ed in genere tutto quel sistema infrastrutturale che costituisce il punto di riferimento per chi viene in Calabria. Questo accade a prescindere dal colore politico che si trova al governo della città. Bene ha fatto il Sindaco e quanti lo hanno accompagnato ad interloquire con i commissari dell’Asp; bene farà ad esternare legittime pretese con la Regione, con il commissario Cotticelli, il Ministro Speranza. Ma tutto ciò deve richiamare un movimento cittadino di affiancamento, forte, senza colori politici, per tentare di vincere senza continuare nelle vane promesse”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA