Allarme medici di base nel lametino, pensionamenti provocano disagi: restano in servizio in 40

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Lamezia Terme - L'allarme dato tempo fa dall'agenzia Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, sulla riduzione dei medici di base in Calabria comincia a produrre effetti anche nel comprensorio lametino.

Il pensionamento di diversi professionisti sta infatti provocando non pochi disagi nella tenuta di un già fragile sistema sanitario sul territorio. È notizia di questi giorni lo svuotamento di presidi di assistenza di base nei comuni di Nocera e Gizzeria e nuove difficoltà potrebbero presto sorgere per l'imminente pensionamento di nuovi medici anche in città. Potrebbero essere presto migliaia gli assistiti che si troveranno a non avere nell'immediate vicinanze della propria residenza un medico di assistenza primaria. Attualmente nell'intero comprensorio operano 40 professionisti ma il numero è destinato a scendere per via di raggiunti limiti d'età. A rivolgersi all'Asp nei giorni scorsi il sindaco di Gizzeria, che ha spiegato come "negli ultimi anni il territorio comunale di Gizzeria è rimasto totalmente scoperto dal servizio di assistenza primaria dei medici di medicina generale (medici di base), in quanto alcuni dei medici presenti sul territorio sono andati in pensione. Si richiede pertanto, in attesa dei conferimenti degli incarichi di ruolo unico di assistenza primaria, che vengano affidati incarichi provvisori in modo tale da porre rimedio alla situazione emergenziale che si è venuta a creare”. E un allarme simile è stato lanciato anche per il territorio di Nocera. Identico problema sta maturando nell'assistenza pediatrica. Al momento, infatti, non esistono in città pediatri di base con posti disponibili tra i propri pazienti. In tutto i pediatri di base a Lamezia sono 10, dodici invece quelli dell'intero distretto lametino che comprende anche diversi paesi del circondario. Da quanto si apprende, allo stato, non vi sono però pediatri che hanno dato disponibilità a coprire i due vuoti che si sono venuti a creare.

Vi è da dire che il dato calabrese è in linea con quello nazionale, dove da tempo si riduce una contrazione del numero dei medici di base. L'Agenas nel report sul personale in servizio nelle strutture sanitarie pubbliche di recente ha fatto il punto sulle figure professionali più carenti in Italia e si è soffermata proprio sulla medicina territoriale nelle singole regioni. Il dato che emerge sulla Calabria è che dal 2020 al 2021 il numero di medici di base si è ridotto di 405 unità, passando da 1.494 a 1.089, mentre i pediatri di famiglia sono scesi di 68 unità, con una riduzione da 254 a 186. Numero significativi e importanti, soprattutto se rapportati a quelle delle altre regioni. Basti pensare che in due anni in Lombardia i medici di medicina generale sono diminuiti di 317 unità, mentre i pediatri di libera scelta di 44. Una contrazione inferiore alla Calabria, ancor di più se rapportata al numero di abitanti. Secondo gli accordi collettivi nazionali, un medico di medicina generale può assistere fino a 1.500 pazienti. Alcune regioni, per ovviare alla carenza di tale figura professionale, hanno aumentato questo limite. Tuttavia, la media nazionale è di 1.224, con il valore più alto al Nord (1.326), rispetto al Centro (1.159) e al Sud (1.102). In dettaglio, le regioni con il maggior numero di assistiti per medico di medicina generale sono: Trentino-Alto Adige (1.454), Lombardia (1.408) e Veneto (1.365); mentre in coda ci sono la Calabria (1.055), Basilicata (1.052) e Umbria (1.049).

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