Anno giudiziario a Catanzaro, presidente Reillo: "Risultati eccellenti nel distretto. Cosche lametine ramificate al Nord"

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Catanzaro - “La 'ndrangheta operante nel territorio del Distretto di Catanzaro è direttamente interessata alle dinamiche dei gruppi criminali operanti nel Nord Italia, che costituiscono proiezione delle cosche di origine e con cui, pur in presenza di una autonomia organizzativa, mantengono salde le relazioni così sono risultati vari e rilevantissimi collegamenti della 'ndrangheta del basso Ionio catanzarese con Lazio e Lombardia; di quella crotonese e del lametino con Lombardia, Emilia e Veneto”. Lo ha detto il presidente vicario della Corte di Appello di Catanzaro Gabriella Reillo nel corso della relazione introduttiva dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2023.

“L'attività del settore penale – ha rilevato Reillo – anche quest'anno è stata incentrata in maniera preponderante sui procedimenti aventi ad oggetto delitti di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia, essendo elevato il numero dei maxiprocessi per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché vari reati-fine come omicidi, usura, estorsione, detenzione e porto illegale di armi”.

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I numeri del distretto

Per quanto concerne invece l'indice di produttività degli uffici di Procura della Repubblica del distretto – ha spiegato Reillo - “si registra l'aumento del numero di sopravvenienze cui corrisponde una buona risposta in termini di capacità definitoria, superiore rispetto alle iscrizioni: per quanto riguarda la Procura di Catanzaro si sono registrati 17.471 nuovi procedimenti, 17.934 procedimenti definiti, 4.955 pendenti mentre per la Procura di Lamezia i nuovi procedimenti sono stati 5965, 7621 i procedimenti definiti e 3116 i fascicoli pendenti”. "Il distretto di Catanzaro e la Corte in particolare - ha spiegato - hanno conseguito eccellenti risultati nel periodo più buio della pandemia essendo questa Corte risultata la più produttiva del Paese ed essendo stato mantenuto elevato nel distretto il livello di aggressione giudiziaria al fenomeno criminale di maggiore rilevanza, quello della 'ndrangheta. Il distretto ha consistentemente migliorato la produttività che ha portato a una diminuzione delle pendenze in tutti gli uffici con punte del 36% in meno nel Tribunale di Crotone. La Corte d'Appello sebbene l'indice di claerence rate sia, da ultimo, pari ad 1 ha sofferto nello scorso anno una battuta d'arresto rispetto alla buona performance mantenuta durante la pandemia. Dai dati ministeriali risulta infatti che la Corte nel settore civile registra un aumento delle pendenze nella misura del 2,7% mentre i tribunali del distretto hanno buone e talvolta ottime percentuali di evasione dell'arretrato".

Le critiche alla riforma Cartabia

E sulla riforma Cartabia: "Quanto alle riforme, ancora una volta, come puntualmente accade dagli anni 90 - ha affermato - la massima attenzione è stata rivolta al processo e alla modifica delle regole che lo disciplinano, con polemiche a volte aspre su singoli aspetti, dimenticando che negli ultimi dieci anni si sono avuti quasi 20 interventi sulla normativa processuale sia nel settore penale sia in quello civile di cui almeno due classificate come “grandi riforme”. Purtroppo quanto manca alla politica sulla giustizia è una cultura “di sistema” che parta da dati concreti, rilevati sul territorio, e che si faccia carico di effettuare proiezioni di fattibilità, rispetto agli organici ed alle dotazioni nonché alla conseguibilità degli obiettivi enunciati". "Assistiamo a un affastellarsi di riforme che si susseguono senza che prima vengano verificati gli effetti della riforma precedente, nel proseguimento di meri effetti propagandistici. Le riforme procedurali vengono rappresentate come quelle più incisive e determinanti per abbreviare i tempi di definizione dei procedimenti ed assicurare un più equo contraddittorio. Ma se andiamo a vedere in concreto il rito non è risolutivo, come è intuitivo e reso evidente da quanto accaduto in questi anni e dalle fortissime differenze di performance a livello territoriale pur in applicazione del medesimo rito in tutto il Paese". "Devo rilevare che anche questa riforma è permeata dall’illusione di ridurre i tempi processuali, civili e penali, attraverso una riduzione dei termini. Sembra non ci si renda conto che i tempi processuali non sono ritardati da termini eccessivamente lunghi bensì dall’eccessivo carico giudiziario che si abbatte sulle Procure e Tribunali, dalle endemiche e rilevanti scoperture degli organici, dal collo di bottiglia che si verifica nelle corti di Appello quanto a sopravvenienze e risorse per la loro evasione".

Preoccupa aumento reati contro donne

“Va denunciato un allarmante aumento dei procedimenti riguardanti la violenza di genere”. Lo riferisce il presidente vicario della Corte d'appello di Catanzaro, Gabriella Reillo. “Solo nel circondario di Catanzaro – si legge nella relazione - i procedimenti iscritti nell'anno per stalking sono stati 126, rispetto ai 72 dell'anno precedente, e 214 per maltrattamenti in famiglia. Rispetto ai 93 dell'anno precedente. Dati che parlano da soli quanto alla gravità ed estensione del fenomeno soprattutto ove si consideri che lo stesso continua a rimanere in larga misura sommerso. Sono stati commessi due femminicidi nei circondari di Crotone e Vibo Valentia, sintomatici di un dramma epocale che va ben al di là del nostro Distretto ove si consideri che l'omicidio di donne da parte di ex partners rappresenta all'incirca la metà degli omicidi commessi in tutto il paese”.

“Nella provincia di Vibo il più alto tasso di crimini violenti”

“La Procura di Vibo Valentia – si legge ancora nella relazione - presenta una notevolissima produttività, seconda solo a quella di Catanzaro, nonostante l'elevata scopertura di organico in rapporto alla forte presenza 'ndranghetistica sul territorio e alla circostanza che la provincia di Vibo risulta essere quella con il più alto tasso di crimini violenti di tutto il territorio nazionale. Il dato purtroppo si invera nell'avvenuta commissione nello scorso anno, in quel circondario, di 17 reati di omicidio, consumato e tentato”.

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Falvo: "Incentivare lavoro magistrati in Calabria"

"Mi auguro che il governo sappia trovare soluzioni a questo grido di dolore che stiamo lanciando oggi". L'intervento del procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a Catanzaro, si è concentrato sulla scarsa propensione dei magistrati a venire a lavorare in Calabria. "Un esempio - ha detto Falvo - e quello della Procura europea che è stata soppressa perché nessuno ha fatto domanda". Per quanto riguarda i fondi del Pnrr, Falvo ha sottolineato il fatto che "non si è pensato a un aumento di organico ma a soluzioni tampone". Il procuratore ha affrontato anche il tema del turn over alla luce dei problemi causati nel territorio di Vibo Valentia. "Il Tribunale si trova in una situazione drammatica - ha detto - i giudici dovranno affrontare processi come Rinascita, Rinascita-Petrolmafie, e le ultime due mastodontiche operazioni degli ultimi giorni (Rinascita3 e Olimpo, ndr)". Falvo ha sottolineato le conseguenze di una giustizia sguarnita e con le armi spuntate:" Se la gente non potrà rivolgersi alla giustizia si rivolgerà al capo bastone di turno". Il magistrato ha inoltre posto l'accento sulla necessità di "rivedere la geografia giudiziaria e pensare all'istituzione dei tribunali distrettuali". Incentivi seri servono, secondo Falvo, per rendere più appetibile lavorare in Calabria.

B. M.

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