Archeologo Spadea su Museo Archeologico Lametino: "Vicenda continua ad assumere colori indeterminati"

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Lamezia Terme – “Ho appreso da articoli di stampa che il Museo Archeologico Lametino è temporaneamente chiuso in attesa di un chiarimento. Ci si chiede infatti di chi sia la proprietà del Museo e del Complesso monumentale del S. Domenico, vanto della città di Lamezia Terme, dichiarati demaniali alla lett. h, n.11/16 (Polo museale della Calabria) del D.M. n. 42 del 23/1/2016. Nel clima generale di perplessità e smarrimento ho ritenuto necessario intervenire e aggiungere la mia voce in una vicenda che ha assunto e continua sempre di più ad assumere colori indeterminati, provocando dubbi in una collettività che, come altre, crede nella certezza delle regole del diritto e nelle norme che ne discendono”. È quanto afferma in una nota Roberto Spadea, archeologo responsabile per la Soprintendenza dell’Area Lametina.

“È necessario - aggiunge - contribuire con qualche chiarimento su questa vicenda che, a dire il vero, mi è sempre stata chiara almeno fino al 2014 quando mi sono ritirato dal lavoro. Parlo per avere rivestito per molti anni (dal 1982) il ruolo di archeologo responsabile della zona lametina per la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. La Soprintendenza dal 2006, a seguito di un accordo con l’Amministrazione Comunale di Lamezia, ha aperto un suo ufficio territoriale nel complesso del S.Domenico, restaurato dalla stessa e Amministrazione Comunale e di cui mi è stata affidata la direzione che ho portato avanti fino al marzo 2014. A questa piccola sezione erano stati concessi due locali al primo piano in condivisione con l’Associazione Archeologica Lametina, cui era destinato un altro spazio. Infine, in considerazione della grandezza, la bella biblioteca, proprietà dell’Associazione, era ospitata nella zona della Soprintendenza. Facendo ora un passo indietro si deve risalire al 1997 quando, a seguito delle positive ricerche della Soprintendenza e dall’attività dell’Associazione Archeologica, si inaugurò il primo Museo Archeologico lametino nei locali dell’ex avviamento in via Garibaldi.  In questa, come in altre circostanze, l’Associazione Archeologica Lametina che, da più trenta anni, ha dedicato con abnegazione e dedizione il massimo dell’attenzione a Lamezia e al suo territorio, tanto da conseguire la prestigiosa medaglia d’argento della Presidenza della Repubblica per la cultura, fu vicina alla Soprintendenza e all’Amministrazione Comunale. In questa occasione ogni spesa fu sostenuta dall’ Amministrazione Comunale fino al trasloco nel S. Domenico dove la stessa Amministrazione curava e sosteneva l’oneroso recupero del complesso monumentale. Per la Soprintendenza e l’Amministrazione Comunale, che in merito avevano sottoscritto convenzioni, il Museo Archeologico Lametino è stato sempre considerato come struttura mista: lo Stato intervenendo e mettendo a disposizione tutti i materiali archeologici, il Comune con la proprietà dell’immobile che ospitava il Museo, fornendo gli arredi e sostenendo le spese dalla vigilanza e custodia, gli allarmi, le quotidiane pulizie, le linee telefoniche, i collegamenti internet, la climatizzazione, l’illuminazione, oltre la necessaria manutenzione degli impianti. Come funzionario dello Stato ho assunto la direzione scientifica dell’esposizione che ho curato in tutti gli allestimenti i cui costi sono stati sostenuti sempre dall’Amministrazione Comunale e con la stretta collaborazione dell’Associazione Lametina che, per suo conto, ha curato e finanziato l’allestimento di spazi nella sezione della preistoria. Dopo l’inaugurazione l’esposizione si è arricchita con il sarcofago di S. Sidero e sempre con l’Associazione Archeologica Lametina sono state curate mostre a valenza didattica e cicli di conferenze su argomenti prevalentemente archeologici. Tra 2012 e 2013, a seguito di interventi da parte del MiBACT e della Regione Calabria, si è lavorato a dotare gli Istituti misti di statuti e regolamenti sulla base di schemi e linee guida forniti dal Ministero e, personalmente, ho curato il Museo di Lamezia Terme e l’Antiquarium di Tiriolo”.

“Tra i punti di rilevante interesse - continua - sviluppati in queste norme, emerge la figura del Direttore di nomina comunale in intesa con l’Amministrazione dello Stato, norma già adottata dal Comune di Tiriolo. Ovviamente per questa figura sono richiesti precisi requisiti in considerazione del ruolo. Dal 2013 a seguito delle riforme Franceschini è stato istituito il Polo museale della Calabria e, a seguito di due decreti ministeriali, il Complesso del S. Domenico e il Museo Archeologico Lametino sono considerati proprietà dello Stato. Come possibile e perché? Non credo che dalla Soprintendenza all’epoca competente non sia stato segnalato che il Museo Archeologico lametino doveva essere considerata struttura mista. Mi chiedo come sia stato possibile arrivare a questo madornale errore considerato quanto ho detto prima. L’Amministrazione Comunale è stata sentita o deve trattarsi di un atto unilaterale? Intanto il Polo ha preso possesso insediando un direttore in una struttura non sua in cui il personale di custodia è comunale! L’Associazione Archeologica Lametina è stata messa da parte e sono stati organizzati corsi per tirocinanti per i quali non credo sia stata sentita l’Amministrazione Comunale.  Qualcuno ha tirato in ballo una proprietà demaniale che non mi pare riguardi l’intero immobile e che se dismessa potrebbe con facilità essere assegnata all’ l’Amministrazione Comunale che di fatto detiene l’edificio. Ma pastoie burocratiche a parte sulle quali occorre fare chiarezza, una cosa credo sia certa: la città ha voluto e creduto nel suo Museo al quale ha destinato uno straordinario monumento”.

“È giusto allora - conclude - che si prosegua in questa direzione nel rispetto della dignità della collettività lametina che vuole conservare nel modo migliore le proprie radici come ha sempre fatto nel passato e questa deve essere considerata anche una risposta nel momento in cui la cultura è sempre più messa da parte. Ancora, si tratta di una presa di coscienza che proprio la natura mista del Museo, simile a quella di altre istituzioni del nostro paese, a Lamezia si è sempre dimostrata”.

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