Associazione Lamezia Libera: ospedale deve riacquistare importanza dei vecchi tempi

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Lamezia Terme – “L’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme deve riacquistare l’importanza dei vecchi tempi, quando, da tutta la Regione si raggiungeva il nosocomio cittadino per essere presi in cura o essere sottoposti a vari interventi chirurgici, dai grandi professori e docenti universitari”. Lo rimarcano in una nota dall’associazione Lamezia Libera del Presidente Francescantonio Mercuri.        

“Oggi il nosocomio cittadino - si legge nella nota - soprattutto dopo l’accorpamento dell’ASL n. 6 a quella n. 7 catanzarese, è stato trasformato in ospedale di primo soccorso, dove le persone bisognose di cure o altro, sono trasportate in altri ospedali calabresi e soprattutto a Catanzaro. Molti sono i reparti soppressi dal commissario alla sanità calabrese Ing. Scura, basti citarne alcuni dei più importanti: Terapia Intensiva Neonatale e Malattie Infettive con Microbiologia e molti altri sono stati declassati quali: Oculistica, Otorinolaringoiatra, ecc. Ma l’Ing. Scura, è stato mandato in Calabria per risanare i conti della sanità regionale o per sottostare ai dettami di alcuni politici che hanno tutto l’interesse per smantellare la sanità lametina? Dal comportamento parziale sembrerebbe prevalere quest’ultima ipotesi. A dire il vero, il declino dell’ospedale lametino è incominciato dal momento in cui, per volere di un senatore lametino, la facoltà di medicina dell’Università degli studi di Reggio Calabria fu istituita a Catanzaro con la conseguente istituzione del policlinico universitario negli anni ottanta del secolo scorso. Per riempire il grande scatolone vuoto sorto a Germaneto e per il quale sono stati spesi decine e decine di miliardi di vecchie lire, si doveva creare un bacino d’utenza tale da giustificare la nascita dello stesso policlinico, visto che con la sola utenza del comprensorio catanzarese non si poteva giustificare tale grandiosa e dispendiosa struttura. Allora, cosa si è pensato di fare? Semplice! Smantellare la sanità lametina, sopprimendo e declassando  vari reparti, per  fare confluire l’intero bacino d’utenza lametino a Catanzaro”.

Dall’associazione citano il caso del reparto di Terapia Intensiva Neonatale, TIN “il primo di questo genere in Calabria, grazie al quale sono stati salvati migliaia di bambini calabresi e non (basti ricordare il neonato trasportato d’urgenza con un volo militare da Cagliari alla TIN di Lamezia Terme e salvato dallo stesso reparto). In base ad alcuni decreti di Scura, i reparti TIN dovevano essere dislocati in un primo momento soltanto nei tre ospedali Hub di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, ma successivamente e stranamente la TIN è stata ripristinata nell’ospedale Spoke di Crotone per il grande interessamento della parlamentare della città di Pitagora, Dorina Bianchi. Invece, Lamezia, ancora una volta, è sacrificata sull’altare per salvare altre città calabresi. La TIN nell’ospedale di Lamezia Terme deve essere ripristinata immediatamente senza se e senza ma, poiché è impensabile che la struttura lametina, nella quale nascono centinaia di bambini, debba essere privata di un tale reparto di vitale importanza per i neonati (prematuri, sottopeso, ecc.) e per la sicurezza delle mamme. Da quando nella nostra città è stata soppressa la TIN, un gran numero di future mamme lametine e dell’hinterland, preferiscono farsi seguire durante la gestazione da ginecologi catanzaresi per poi partorire nel nosocomio della città dei tre Colli, per la sicurezza che la TIN offre”.

Per Lamezia Libera “Ciò, oltre a comportare disguidi e sacrifici alle gestanti, mortifica anche la professionalità dei ginecologi lametini che non hanno nulla da invidiare ai colleghi catanzaresi. Inoltre, con la prossima apertura del Dipartimento Materno Infantile a Germaneto (Dipartimento presente nell’ospedale lametino fino a qualche anno fa e soppresso con la cancellazione della TIN), l’ospedale lametino rischia seriamente la soppressione del reparto di Ginecologia e Ostetricia con la conseguente nascita zero di bambini lametini. Se Scura giustifica l’apertura della TIN a Crotone per la distanza che intercorre tra la città pitagorica e la città di Catanzaro, bisogna immediatamente ripristinare la TIN di Lamezia, perché è al servizio, non solo della città della Piana e del suo comprensorio, ma della città di Vibo Valentia e della sua intera provincia, che distano molto di più da Catanzaro rispetto a quanto dista la città di Crotone dalla città dei tre Colli”.

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