Biologo marino racconta viaggio tra i fondali della Calabria e l’incontro con la rara "cintura di Venere"

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Tropea (Vibo Valentia) - Il biologo marino, Luciano Bernardo, racconta, anche quest’anno, il suo viaggio nei fondali della “Calabria dei due mari”.

“Briatico, poco a nord di Tropea - descrive il biologo romano - è una delle più belle località della costa tirrenica calabrese. Lo caratterizzano una lunga spiaggia di sabbia chiara, scogli di granito e un mare cristallino. Visitare i suoi fondali è sempre un piacere e ogni sorpresa è possibile, come quella volta che abbiamo visto le uova del calamaro rombo, un gigante di un metro (escludendo i tentacoli), contenute in un lungo cilindro gelatinoso”.

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Quest'anno, racconta: “l'incontro più interessante è stato quello con un barracuda che si aggirava attorno a uno scoglio, dove nuotavano anche centinaia di castagnole. Fino a non molto tempo fa, questa specie (Sphyraena viridensis) viveva solo lungo le coste africane del Mediterraneo, ma da alcuni anni si è spinto anche più a nord ed è ormai comune nelle acque italiane. Le bande scure sul corpo lo distinguono dal cosiddetto "luccio di mare" (Sphyraena sphyraena). Restiamo a Briatico fino a sera per assistere a un tramonto da sogno per qualsiasi pittore. Dall'altro lato della Calabria, a Soverato, il fondo è prevalentemente sabbioso. Anche qui, con una semplice maschera si possono fare notevoli incontri. Ad esempio, con la "stella pettine" (Astropecten jonstoni) che si distingue da quelle che vivono sugli scogli per la forma appiattita e le spine ai lati delle braccia che servono a non affondare nella sabbia, dove si sposta soprattutto di notte.

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Oppure, con le gallinelle (sto parlando di pesci!) che "camminano" sul fondo alla ricerca di cibo e fuggono aprendo le colorate pinne pettorali, quando ci si avvicina troppo.

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All'ombra di alcune rocce, i "re di triglie" (Apogon imberbis) fanno compagnia a un piccolo scorfano. Con un po' di fortuna, si possono osservare i maschi di questi pesciolini rossi con la bocca piena di uova argentate. La speciale incubazione dura circa una settimana e la schiusa avviene di notte (durante questo periodo chiaramente non potranno mangiare). Un "elmetto granuloso" (Phalium granulatum) ha scelto una pietra per deporre le sue uova, dalla caratteristica forma a torre. Guardo nei paraggi, ma non c'è traccia di questo mollusco dalla bellissima conchiglia”.

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Ma, l'incontro più emozionante della giornata, prosegue nel suo racconto il biologo: “è proprio davanti alla nostra spiaggia, con la rara "cintura di Venere" (Cestus veneris).  Un animale per il quale mi viene in mente un solo aggettivo, incredibile. Immaginate un nastro trasparente, lungo circa un metro, attraversato da bande di minuscole lamelle che vibrano e producono effetti iridescenti. Si muove fluttuando in mare aperto, ma qualche volta la corrente lo trascinato a riva. La bocca è in posizione centrale e cattura le sue piccole prede con speciali cellule adesive. Una semplicità vincente, dato che gli ctenofori ("portatori di pettini"), il gruppo a cui appartiene, sono forse gli animali più antichi del pianeta. Arrivederci, perle di Calabria”.

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