Coronavirus, associazioni scrivono a sindaco di Lamezia: "Andrebbe oggi a farsi visitare nel nostro ospedale?"

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Lamezia Terme - In una lettera appello al sindaco Paolo Mascaro, Felice Lentidoro di Cittadinaza Attiva per i diritti del Malato  Calabria, Nadia Donato dell’associazione Senza Nodi e Salvatore De Biase ex presidente consiglio comunale, affrontano la questione della sicurezza del centro screening  Covid 19 e delle donazioni a favore dell’ospedale di Lamezia. E, chiedono risposte da parte del sindaco “andrebbe oggi a farsi visitare nel nostro ospedale, magari passando dal pronto Soccorso?”.

Rivolgendosi al primo cittadino scrivono “la sua presenza nella battaglia per la tutela della salute del cittadino, in questo momento difficile per tutto il territorio, è stata importante ed ha generato anche fiducia nella popolazione. Con questa nostra lettera facciamo appello alla sua disponibilità, ma anche al suo ruolo di sindaco che ha la responsabilità della salute nel proprio territorio. Premesso che se il centro screening per i pazienti sospetti Coronavirus, dovesse essere sicuro a noi fa più che piacere, però ci sono alcune domande che ci vengono poste da più parti alle quali non riusciamo a dare risposta ma riteniamo sia importante, invece, che una risposta ci sia. La serenità dei cittadini è di fondamentale importanza. Infatti, a lei stesso chiediamo se oggi andrebbe in ospedale, in pronto soccorso o nei reparti a farsi visitare o controllare? Se si sente sicuro lei tutti saranno più tranquilli”.

In merito al centro screening per pazienti sospetti Covid 19, evidenziano “qualche malizioso insinua che è stato chiamato così per potere avere l’autorizzazione altrimenti come Centro Covid non poteva avere il via libera, ma questo poco importa. Intanto, rispetto a questo lei sa se l’autorizzazione da parte della Regione c’è? Saprebbe dirci se il percorso perché il paziente vada dal Pronto Soccorso o dalla “tenda”, nel reparto adibito a centro, è sicuro? È indipendente o è misto? La striscia rossa che si vende nelle foto è la barriera protettiva che hanno stabilito lei possa darci sicurezza?  Il trasporto del paziente viene effettuato su barelle apposite, magari specifiche per malati infettivi, o vengono utilizzate le barelle comuni ad altri malati? Se il paziente deve fare una TAC, esiste un apparecchio apposito oppure usa lo stesso che potrebbe utilizzare lei se va in ospedale per un incidente? All’interno del reparto è stato fatto tutto a norma come la vernice sui muri o i rubinetti etc? Il vestiario adeguato per il personale c’è nella giusta quantità per poter permettere che tutti si possano cambiare ogni volta che è necessario? Quando il personale si sposta da un reparto all’altro dove si spoglia e dove viene lasciato il vestiario infetto o presunto tale? Il personale reperito (54 infermieri) non lascerà in difficoltà gli altri reparti già alla canna del gas per le carenze risalenti a prima dell’emergenza Corono Virus? Il personale del pronto soccorso responsabile del reparto dovrà fare su è giù da un reparto all’altro in caso di più interventi? Lo stesso personale dovrà essere disponibile per tutti i malati, urgenze varie, Corona Virus sospetti e non? Questo personale potrà essere sicuro per se stesso e per gli altri pazienti? Quanto e dove attendono i pazienti? Chi provvederà alla Sanificazione degli ambienti e delle attrezzature? Esiste un accordo con l’impresa di pulizie che già opera in ospedale e quanto verrà a costare in termini economici tanto “straordinario”? Tutte questa domande portano anche ad una riflessione: I fondi raccolti dalle offerte che tanti cittadini, professionisti e imprenditori hanno fatto per l’emergenza nell’ospedale di Lamezia Terme potrebbero essere utilizzati per dare maggiore sicurezza e risolvere eventuali problemi? Come sono stati spesi questi fondi di proprietà dell’ospedale di Lamezia Terme, non di altre strutture? Se non vengono spesi nel periodo delle emergenza quando? Sono state fatte tante donazioni anche di materiale specifico per questa emergenza è tutto come mai ancora si lamenta la carezza di mascherine, camici etc? Perché un cittadino si rechi in ospedale deve essere sicuro pertanto chiediamo a lei di dare questa garanzia e di confrontarsi con i responsabili dell’ospedale per sapere se alle nostre domande c’è risposta certa. Lei stesso potrebbe chiedere l’intervento dei NAS per fare in modo che i suoi concittadini vadano a testa alta e fieri di quanto in ospedale è stato fatto per loro. Potrebbe essere necessario andare in ospedale per un incidente, un infarto, un ictus, uno shock anafilattico, un trauma grave, tutto che necessitano di disponibilità di personale, di attrezzature per la diagnostica, di sicurezza e tranquillità nella cura. Il diritto ad avere la sicurezza per il personale e per il malto, lo sancisce anche la Costituzione e noi ci appelliamo a lei perché questo diritto venga garantito e perché i cittadini sappiano attraverso il suo intervento di essere sicuri”.

In merito alle parole del Magnifico Rettore dell’Università Magnae Graecia di Catanzaro, professor Giovabattista De Sarro, sottolineano: “nelle sue dichiarazioni ha messo in risalto la necessità di sicurezza nella struttura di Germaneto, non ritiene che dovrebbe esserci una risposta forte anche per Lamezia in termini di sicurezza. Al Nord ci si è infettati anche per questo motivo e non ci sembra poco. È su questo esempio che noi chiediamo di avere risposte certe che ci dicano quale è la situazione nell’ospedale di Lamezia Terme.  Si corre il rischio che nessuno abbia più la voglia di andare in ospedale perché la poca chiarezza degli ultimi giorni può lasciare molte perplessità e davanti alla paura forse in tanti potrebbero pensare di andare altrove. Lei è l’autorità che ci rappresenta e se vuole basta chiedere e le sarà risposto, la sua disponibilità e le sue battaglie ci hanno spinto a chiedere il suo aiuto. Signor sindaco, comprenderà anche il timore di ritrovarsi dopo l’emergenza davanti ad un ospedale ancora più in difficoltà rispetto a prima del disastro Corona Virus è nel pensiero di tutti.  Così come saprà che in tanti sperono che lei questa paura la possa fugare interessandosi alla sorte di questa nostra struttura. Anche adesso in emergenza le chiediamo di vigilare - concludono le associazioni - perché non si faccino passi irrimediabili e per i quali ci ritroveremo ancora peggio di prima ad dovere elemosinare una visita medica in altre aree della Calabria”.

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