Covid a Lamezia, primario Mancuso: "Vicini a immunità di gregge ma vaccini restano fondamentali"

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Lamezia Terme - Sono soltanto cinque i pazienti ricoverati attualmente al reparto Covid dell'ospedale di Lamezia. Con il dottor Gerardo Mancuso, responsabile del reparto e vicepresidente nazionale della Società italiana di Medicina interna, abbiamo fatto il punto sulla situazione dopo la parentesi estiva, apprendono del raggiungimento dell'immunità di gregge. Un dato che viene confermato anche da Lamezia e che tranquillizza non solo la comunità scientifica ma tutti noi.

Partiamo dalla situazione attuale. Il Covid-19 sta scemando come fattore sanitario emergenziale?

"In questo momento sì. Al Nord stanno chiudendo gran parte dei reparti, noi qui abbiamo solo cinque pazienti positivi. A fine ottobre-novembre non sappiamo che cosa avverrà. Probabilmente ci sarà una scesa, ma mai e poi mai l'emergenza sarà paragonabile a quella che c'è stata l'anno scorso".

Possiamo dire quindi di aver raggiunto l'immunità di gregge?

"Si. L'abbiano raggiunta e questa è una notizia. C'è un'immunità di gregge che ormai si è consolidata e protegge da malattie gravi. Noi spingevamo per i vaccini perché c'era un motivo scientifico e la scienza non è un'attività casuale. È dettata da leggi. E le leggi della scienza si sono pianificate e infatti adesso dopo aver raggiunto l'85 per cento della popolazione, abbiamo l'immunità di gregge e questa riguarda anche i pazienti fragili. Perché c'è da dire che non copre solo chi può aver danni dal Covid, ma anche chi non ha fatto il vaccino".

Quarta dose e antinfluenzale insieme. Qual è la sua opinione? Cosa consiglia?

"Intanto oggi noi abbiamo a disposizione la quarta dose che è uguale alla terza e devono farla i pazienti con età superiore ai 65 anni con patologie gravi. Fra poco avremo a disposizione un vaccino bivalente: che ha un aggiornamento con le varianti e in più ha una base dei vaccini di vecchia generazione. Cioè l'“originator”, e questo sarà efficace. Però, intanto, non consiglio di aspettare questo nuovo siero per chi rientra nelle categorie a rischio. Conviene farlo per consolidare la propria difesa immunitaria nei pazienti che rientrano nella categoria sopra indicata. Per gli altri - e già l'Ema lo ha emendato - fra qualche settimana si avrà a disposizione quello bivalente. Poi c'è l'antinfluenzale. Probabilmente, poiché noi per due anni di seguito non abbiamo avuto una grande prevalenza di influenza perché c'è stato il Covid e abbiamo utilizzato le mascherine, non sappiamo se quest'anno sarà più aggressiva rispetto agli altri anni. Quindi, stanno mettendo a punto un vaccino specifico per l'influenza che dovremo fare, anche se al momento non sappiamo quando sarà disponibile, ma è questione di poco tempo".

La prossima influenza in arrivo dovrebbe essere "l'australiana" perché è stato riscontrato un primo caso nei giorni scorsi a Genova. Cosa dobbiamo aspettarci?

"Guardi le varianti del virus sono normali. Lo sappiamo da cinquant'anni che i virus variano ogni anno. È una caratteristica tipica dell'influenza. Se si ricorda prima c'era l'asiatica, poi c'è stata la scandinava eccetera. Praticamente sono varianti del virus che si selezionano e ovviamente quando escono dai propri territori, per esempio dall'Asia vengono in Italia, diventano particolarmente patogeni. Così come dalla Scandinavia e così via. Se rimangono nel proprio territorio no. Ma oggi con i voli aerei, con i viaggi... noi veicoliamo questi virus con più facilità".

Cosa dice a chi non ha mai fatto il vaccino?

"Io consiglio di farlo perché comunque protegge. Ormai è stabilito. Se volessimo fare una piccola casistica, i morti sono quasi tutti, per il 70/80 per cento, pazienti che non si erano vaccinati".

Antonio Cannone

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