Covid, Conte firma nuovo Dpcm valido da lunedì fino al 24 novembre: ristoranti e bar chiusi alle 18

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Roma - Il Premier Conte ha firmato. Entra in vigore da lunedì il nuovo Dpcm per contrastare la pandemia da coronavirus. Resta la misura che obbliga la chiusura di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie alle ore 18 nei giorni feriali. Al termine della riunione, nella notte, tra il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione e il ministro Francesco Boccia il governo, a quanto si apprende, non cambia linea su una delle misure del Dpcm più contestate dalle Regioni. La domenica e i giorni festivi bar e ristoranti potranno dunque rimanere aperti. Intanto nella notte, ci sono stati disordini durante la protesta in Piazza del Popolo al centro di Roma.

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Oggi, alle 13:30, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, terrà a Palazzo Chigi una conferenza stampa per illustrare le nuove misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19.

Conte ha firmato nel corso della notte il nuovo Dpcm con le misure restrittive anti-Covid, tra le quali la chiusura alle ore 18 di tutti i ristoranti, bar e gelaterie. Il governo, si apprende ancora, sta accelerando sulle misure di ristoro da 1,5-2 miliardi per le categorie messe più in difficoltà dalle misure. Il Dpcm sarà in vigore da domani al 24 novembre.

"Un dolore la chiusura di teatri e cinema - così su Twitter il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini -. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura".

Ecco cosa prevede il nuovo dpcm

Possibile Dad alla superiori anche oltre il 75% - Nelle scuole superiori sarà possibile portare la didattica a distanza anche oltre il 75%. È quanto prevede il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte e valido da domani al 24 novembre. Nella bozza circolata ieri era prevista "una quota pari al 75 delle attività" in dad, ma nella versione definitiva l'articolo è stato riscritto prevedendo "una quota pari almeno al 75% delle attività". Una formula che, di fatto, va incontro alle diverse Regioni che avevano chiesto di portare la Dad al 100%.

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