Donna lametina positiva al Covid denuncia abbandono da parte di tutti, associazione SenzaNodi chiama Asp

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Lamezia Terme - "Davanti alla solitudine e al bisogno, agire è estremante necessario è così che abbiamo chiesto lumi all’ASP, nello specifico al Servizio Prevenzione, dal quale abbiamo saputo che hanno agito secondo legge: “da noi la famiglia non è stata mai abbandonata. Nel caso della signora si sta facendo tutto ciò che è necessario e che è previsto dalla legge”, ci è stato confermato. La legge prevede per i contatti stretti asintomatici di casi con infezione da SARS-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie, che devono osservare un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso; oppure un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno" è quanto si legge in una nota dell'associazione SenzaNodi intervenuta dopo che una cittadina lametina positiva al Covid ha denunciato lo stato di abbandono che è stata costretta a vivere dopo aver contratto il Coronavirus.

"In ogni caso - prosegue la nota - se il medico di famiglia dovesse segnalare l’aggravarsi della situazione o ritesse di dover richiedere il tampone, su tale richiesta il Servizio Prevenzione è pronto ad agire. Questo è quanto ci è stato detto. Quindi, tanta la disponibilità del responsabile del Servizio che ha, anche sottolineato, che non si può agire in maniera diversa altrimenti sarebbe stato fatto per lei e per quanti vivono momenti di comprensibile ansia. Come associazione scriviamo in merito al caso della cittadina lametina che ha affidato il suo sfogo ad una lettera sui social e alla stampa, perché riteniamo che non si lasciano da sole le persone in difficoltà. Nell’esprimere piena solidarietà alla signora che in questi giorni ha comunicato il suo disagio sui social e attraverso alcuni siti, perché affetta da Covid, sottolineiamo che contro l’ignoranza e la cattiveria si deve agire appellandosi alla cultura e informando meglio tutti, perché si possa far valere i propri diritti".

"E’ per questo - precisano -  che come associazione abbiamo interpellato il Servizio Prevenzione per capire meglio come ci si comporta in questi casi ed in maniera ci è stato risposto, come abbiamo già esposto e che conoscono bene il caso della signora, è in quarantena e che la famiglia è sottoposta come prevede la legge a “sorveglianza attiva”, (questo il termine specifico).  La legge prevede che i tamponi vengano fatti d’urgenza se ci sono sintomi che possono destare sospetti, in mancanza di segnali significativi si procede diversamente. Come associazione ci rendiamo disponibili, come abbiamo fatto in periodo di “chiusure” la scorsa primavera e in altri casi di quarantena, di aiutare la famiglia per la spesa, per i farmaci o altre necessità per le quali ci è consenti attivarci.  Si comprende la difficoltà umana nella quale si trova la famiglia e lo sfogo della signora, forse tutti avremmo le stesse paure, quello che però lascia più sgomenti è la cattiveria che riesce ad esprime l’ignoranza davanti al bisogno non compreso"

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