Emergenza Sanità in Calabria: Cgil, Cisl e Uil verso manifestazione dell'8 luglio in Cittadella

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Lamezia Terme - La modifica o il superamento del “Decreto Calabria”, la fine del commissariamento e nuove assunzioni. Sono queste alcune delle rivendicazioni che Cgil, Cisl e Uil Calabria hanno posto a fondamento della manifestazione regionale sulla sanità in programma mercoledì mattina, 8 luglio (dalle ore 10 alle ore 12), con un sit-in davanti la sede della Regione a Catanzaro. A presentare i dettagli della mobilitazione, che – hanno riferito i sindacati – richiamerà circa 1.500 manifestanti, sono stati questa mattina, in una conferenza stampa a Lamezia Terme (Catanzaro), i segretari generali della Cgil Calabria, Angelo Sposato, della Cisl Calabria, Tonino Russo, e della Uil Calabria, Santo Biondo.

Molti, i punti della piattaforma del sit-in di mercoledì prossimo, il cui titolo è “Emergenza sanità Calabria” e il cui obiettivo è quello di avere risposte concrete dal governo nazionale e anche dal governo regionale: si va dalla modifica e dal superamento del “Decreto Calabria” alla garanzia dei livelli essenziali d’assistenza, dallo stop all’attuale commissariamento che – hanno spiegato Cigl, Cisl e Uil Calabria – “in dieci anni ha prodotto solo un aumento delle tasse a danno dei cittadini, senza alcun risanamento del settore”, alla riorganizzazione complessiva del settore attraverso il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento della rete ospedaliera finalizzati a porre un freno alla mobilità passiva che alla Calabria costa 280 milioni all’anno, e poi la realizzazione, in tempi finalmente certi, dei nuovi grandi ospedali, l’unificazione delle aziende ospedaliere “Pugliese Ciaccio” e Policlinico universitario “Mater Domini” di Catanzaro, l’innovazione tecnologica delle strutture, una sanità privata al servizio di quella pubblica, un piano straordinario per accorciare le liste di attesa. I sindacati, inoltre, sollecitano una vigilanza sempre più stretta contro il rischio delle infiltrazioni della ‘ndrangheta e della corruzione nella sanità calabrese, contro gli sprechi di denaro pubblico, la riorganizzazione dei servizi di welfare e socio-assistenziali. Con il sit-regionale di mercoledì 8 luglio, inoltre, Cgil, Cisl e Uil Calabria intendono evidenziare come sia “prioritaria la valorizzazione delle professionalità del personale sanitario”: in particolare, i sindacati chiedono il riconoscimento dell’indennità Covid e premi economici agli operatori che hanno fronteggiato l’emergenza, la stabilizzazione del precariato, lo scorrimento delle graduatorie degli idonei, il rinnovo dei contratti a tempo in scadenza, nuove assunzioni nell’ambito di un complessivo piano del fabbisogno, la reinternalizzazione dei servizi e maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro.

Secondo Sposato, “deve essere chiaro che per mettere in sicurezza il sistema sanitario pubblico calabrese è necessario sterilizzare il deficit e rinegoziare il debito, e per questo occorre un’attenzione specifica da parte del ministero della Salute. È necessario avere un management competente e adeguato, partendo da un cambio immediato al vertice della struttura commissariale. Chiediamo perciò al ministro – ha sostenuto il segretario della Cgil Calabria – un tavolo per affrontare questi temi e procedere a nuove assunzioni, alle internalizzazioni dei servizi, allo scorrimento delle graduatorie degli idonei e al superamento del precariato. In mancanza di risposte, siamo anche pronti a incatenarci davanti al ministero». A parere di Russo, “in Calabria è necessario voltare pagina, perché diedi anni di commissariamento sono stati un disastro: scarsa qualità dei servizi, aumento della tassazione per i cittadini, aumento dell’emigrazione sanitaria fuori regione, insopportabili liste d’attesa. Mercoledì vogliamo lanciare un grido d’allarme al governo regionale e al governo centrale affinchè ci diamo ascolto, a partire da nuove assunzioni, assolutamente necessarie. Bisogna cambiare passo con il commissario perché – ha rilevato il segretario della Cisl Calabria - l’attuale appare inadeguato, e poi creare una vera rete territoriale che eliminino anche l’inappropriatezza dei ricoveri e lo sperpero di risorse». Sulla stessa lunghezza d’onda Biondo, per il quale “il commissariamento non ha risolto il problema della carenza del personale, da qui derivano tutte le inefficienza del sistema, e non ha contribuito a mettere sotto controllo la spesa fraudolenta che c’è nel bilancio della sanità calabrese, e anche il Decreto Calabria si è rivelato fallimentare. Non chiediamo il ritorno alla politica, chiediamo che il governo nazionale intervenga in modo diretto e finalmente serio sulla sanità calabrese partendo dagli investimenti, ci riferiamo al Mes che non deve diventare uno strumento che divarica le differenze tra Nord e Sud. Ritorniamo in piazza – ha sostenuto il segretario della Uil Calabria - perché il tema della sanità è un tema scottante e bisogna ripartire dai diritti di cittadinanza”. Critiche, infine, sono state espresse all’attribuzione di un’indennità aggiuntiva al neo dirigente generale del Diapertimento regionale Tutela della Salute, Francesco Bevere, di recente nominato dalla Giunta regionale: ”Vogliamo capire – ha concluso Biondo - come mai questa somma messa a disposizione della dirigenza, anche perché nella sanità calabrese non mancano certo i dirigenti, bensì manca il personale: mancano circa 3.300 unità lavorative nel settore, e questo è un vulnus che va colmato il prima possibile”.

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