Gimbe su cure essenziali: "Gap Nord-Sud, Calabria insufficiente in tutte le tre aree"

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Roma - Nel 2021 promosse 14 regioni "con l'Emilia-Romagna in testa; al Sud passano solo Abruzzo, Basilicata e Puglia, ma con i punteggi più bassi: il divario Nord-Sud per le cure essenziali è ormai strutturale e il ddl Calderoli sull'autonomia differenziata legittimerà normativamente le diseguaglianze". Su tutto pesa anche una "sanatoria" per la quale non sarebbe necessario definire i Livelli essenziali di prestazioni (Lep) "in quanto già esistono i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) che, nonostante la loro definizione nel 2001, il loro monitoraggio annuale e l'applicazione di piani di rientro e commissariamenti, di fatto non sono esigibili in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale". Queste le conclusioni dell'analisi della Fondazione Gimbe, a seguito della recente pubblicazione del 'Monitoraggio dei Lea attraverso il nuovo sistema di garanzia' da parte del ministero della Salute. "L'obiettivo - spiega il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta - è quello sia di stimare l'entità dell'attuale frattura Nord-Sud, sia di valutare resilienza e capacità di ripresa dei servizi sanitari regionali nel secondo anno della pandemia". Sottolineando che il 2021, come il 2020, è stato segnato dall'emergenza pandemica e che il monitoraggio dell'erogazione dei Lea è stato effettuato dal ministero della Salute solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale, la Fondazione Gimbe rileva come il punteggio totale "enfatizza ulteriormente il gap Nord-Sud: infatti, nei primi 10 posti si trovano 6 Regioni del Nord, 4 del Centro e nessuna del Sud, mentre in fondo alla classifica si collocano, ad eccezione della Valle D'Aosta, solo Regioni del Sud". E così rispetto al 2020 le Regioni adempienti nel 2021 salgono da 11 a 14: Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. Tre Regioni diventano adempienti: Abruzzo, Basilicata e Liguria. Rimangono inadempienti 7 Regioni: Campania, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area; Sardegna con un punteggio insufficiente in due aree; Calabria e Valle D'Aosta insufficienti in tutte le tre aree.

Fatta eccezione per Sardegna e Valle d'Aosta che nel 2021 hanno peggiorato le proprie performance, in tutte le altre Regioni dopo lo stress test del 2020, i punteggi Lea sono aumentati, seppur in maniera differente, secondo l'analisi Gimbe. In Basilicata, Liguria, Lombardia e Calabria di oltre 30 punti; nella Provincia Autonoma di Bolzano, Molise, Abruzzo, Campania tra 20 e 30 punti; in Umbria, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Marche tra 10 e 19 punti; in Piemonte, Lazio, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Puglia di meno di 10 punti. In base al Nuovo sistema di garanzia (Nsg), ricorda Gimbe, tre le aree a cui viene attribuito il punteggio: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. In ogni area le Regioni possono ottenere un punteggio tra 0 e 100 e vengono considerate adempienti se raggiungono almeno 60 punti in tutte le tre aree. Relativamente all'impatto della pandemia sui tre macro-livelli assistenziali, considerando tutto il territorio nazionale, secondo l'analisi della Fondazione Gimbe, nel 2021 si registra un netto miglioramento nell'area della prevenzione (+159 punti) e nell'area ospedaliera (+135 punti); al contrario l'area distrettuale nel 2021 fa rilevare un lieve peggioramento (-16 punti). Il netto miglioramento nell'area della prevenzione, evidenzia infine Cartabellotta "non è sufficiente a colmare il crollo (-263 punti) registrato tra il 2019 e il 2020 sia per gli esigui investimenti in quest'area, sia perché il già scarso personale in forza ai dipartimenti di prevenzione è stato impiegato in prima linea nella campagna vaccinale".

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