Gioco d’azzardo: alla base non solo depressione e impulsività, i risultati dello studio di Istituto Ricerca di Catanzaro e Unical

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Catanzaro - Non solo depressione e impulsività - fattori che erano già noti agli esperti - ma anche bassa apertura mentale, coscienziosità e fiducia negli altri, oltre alla ricerca di emozioni positive. È il profilo del giocatore d'azzardo patologico rilevato da ricercatori dell'Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm-Cnr) di Catanzaro e dell'Università della Calabria e definito con l'intelligenza artificiale.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience Methods, consente di classificare otto gamblers (giocatori d'azzardo) su dieci, e sottolinea che "una persona con queste caratteristiche rischia la vulnerabilità verso questa patologia psichiatrica".

"Chi è vittima del gioco d'azzardo patologico - spiega Antonio Cerasa, ricercatore Ibfm-Cnr - perde, oltre a ingenti quantità di denaro, la capacità di controllo delle proprie azioni e la fiducia dei propri cari, con la percezione di essere entrato in un tunnel senza via di scampo. Le neuroscienze sono impegnate da decenni nello studio di questo disturbo che devasta la vita di moltissime famiglie italiane. Oggi sappiamo che la causa è multifattoriale (genetica, neurobiologica e comportamentale) e conferisce alla persona una vulnerabilità di base, amplificata da fattori psicosociali come povertà o traumi biografici". Il gruppo di ricerca dell'Ibfm-Cnr ha coinvolto alcune strutture di riabilitazione psichiatrica a Milano e a Catanzaro, allo scopo di valutare i giocatori patologici in cura.

"Abbiamo utilizzato algoritmi di intelligenza artificiale per capire se esiste nei giocatori d'azzardo patologici uno specifico costrutto di personalità", aggiunge Danilo Lofaro, ricercatore presso l'Università della Calabria e coautore del lavoro, precisando che sono stati valutati 160 soggetti che non hanno mai giocato a slot machine o giochi d'azzardo e a 40 pazienti con gambling.

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