Giornata della legalità a Marcellinara, evento a più voci all'istituto Marazziti sul valore della memoria

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Marcellinara - Nella settimana in cui si celebrano le vittime della mafia anche l’istituto comprensivo ‘Don G. Marazziti’ di Marcellinara ha inteso organizzare un evento dal titolo ‘A scuola legalMente’ che ha visto la partecipazione del sostituto procuratore generale di Catanzaro Marisa Manzini, da Simona Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto ucciso in un agguato mafioso il 3 settembre del 1982 a Palermo, dell’onorevole Angela Napoli e del commissario capo della Polizia di Stato Antonio Scerbo Iose. Presenti anche il maggiore Ferdinando Angeletti, comandante della Compagnia Carabinieri di Catanzaro e il sindaco di Marcellinara Vincenzo Scerbo. L’evento, moderato dall’avvocato Annarita Donato, si è aperto con l'esecuzione dell’inno di Mameli da parte degli alunni dell'istituto. La manifestazione come ha spiegato il dirigente scolastico Saverio Molinaro, arriva a conclusione di un percorso scolastico centrato sul tema della legalità in cui i protagonisti sono i giovani studenti dell'istituto.

"Questa è la settimana della memoria - ha dichiarato Simona Dalla Chiesa a margine dell'iniziativa - è la settimana in cui si celebrano tanti anniversari, in anni diversi, segnati da una linea comune che è quella della violenza mafiosa che ha colpito uomini e donne dello Stato, persone innocenti e perfino una bambina di 50 giorni nell'attentato di Firenze. Io credo che fare memoria sia un modo per portare avanti un impegno civile che passa dalla mia generazione alle generazioni più giovani. Può sembrare difficile coinvolgere ragazzini a cui ancora, veramente, si dovrebbero raccontare solo favole però è importante che fin da piccoli trovino il loro modo, le loro parole per dichiarare la voglia di stare in questa società in maniera libera e onesta".

Per Angela Napoli "il confronto con i ragazzi è utile anche a noi adulti. I ragazzi - ha dichiarato l'ex parlamentare - devono comprendere che i rappresentanti delle istituzioni non sono lontani da loro, non sono distaccati, li vogliono instradare, guidare. Anche così i ragazzi crescono col senso civico col rispetto delle istituzioni e non li guardano con distacco, non pensano che ci sia un muro tra noi e loro".

Molto sentito è stato l'intervento del commissario capo Antonio Scerbo Iose, originario di Marcellinara nonché ex alunno del liceo Marazziti, che attualmente ricopre l'incarico di vice dirigente delle divisione Anticrimine della Questura di Verona. Scerbo si è complimentato con il dirigente scolastico e con tutto il corpo docente auspicando che l'evento dedicato alla legalità possa diventare un appuntamento fisso al pari di altre fortunate rassegne culturali come il Progetto Gutenmberg. "Sono molto emozionato perché queste mattonelle le conosco benissimo", ha affermato il commissario soffermandosi su alcuni aneddoti di quando frequentava l'istituto che hanno coinvolto gli studenti in sala. "Ognuno di noi - ha dichiarato - arriva ad un punto della vita in cui è necessario scegliere da quale parte stare. E' importante schierarsi perché la legalità si dimostra con i fatti, nelle scelte che facciamo quotidianamente. Anche i ragazzi, a un certo punto, coltivano il bisogno di sicurezza per stare bene insieme. Il gradino successivo è il desiderio di appartenere a una comunità fino poi a scalare una sorta di piramide che vede all'apice l'individuo e che si regge perché vi sono delle regole che sono una garanzia per tutti. Il valore della legalità sta proprio in questo, nel rispetto delle regole con responsabilità - e rivolgendosi ai ragazzi - E' importante seguire i buoni esempi che vi arrivano anche dalla Calabria che nelle sue istituzioni esprime tante eccellenze".

Le conclusioni dell'evento sono state affidate al procuratore Marisa Manzini. "I ragazzi che frequentano questo istituto - ha dichiarato il procuratore - non c'erano neppure quando la mafia si è mostrata nella sua veste più eversiva e stragista. Quello che è accaduto, tuttavia, è necessario ricordarlo perché fa parte della storia della nostra nazione. Io credo che sia fondamentale per i ragazzi conoscere, fare memoria, acquisire quella consapevolezza necessaria per comprendere che dalla organizzazione criminale bisogna stare lontani. Organizzazione criminale che sul nostro territorio si presenta con un altro nome, si chiama 'ndrangheta, ma che si presenta con la stessa strafottenza e violenza della mafia siciliana". "La 'ndrangheta fra l'altro - ha aggiunto il procuratore al "Lametino" a margine dell'evento e in riferimento al suo libro "Donne custodi, donne combattenti" - ha una struttura fondata sui vincoli familiari all'interno della quale la donna ha un ruolo fondamentale. Per cui parlare alle donne per far comprendere quanto sia importante allontanarsi dai nuclei mafiosi è decisivo soprattutto per le nuove generazioni"

B.M.

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