Gratteri a Trame 8: "Cittadini di Lamezia siano coerenti, denuncino chi sta tarpando le ali a questa città" - VIDEO

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Lamezia Terme - “Ancora sto aspettando la città di Lamezia, ancora sto aspettando che i cittadini di Lamezia comincino a dimostrare la loro coerenza rispetto a ciò che dicono, rispetto alle solite lamentele, ancora sto aspettando un commerciante o imprenditore denunci estorsioni, usurai, soggetti che stanno tarpando le ali a questa città”. Questo il commento del procuratore Nicola Gratteri a il Lametino.it poco prima di prendere parte all’incontro di Trame 8 insieme al direttore artistico del Festival Gaetano Savatteri, un primo commento che non poteva che essere rivolto alla situazione che sta attraversando la città, per poi focalizzarsi, in piazzetta San Domenico, sui contenuti del suo ultimo libro. 

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C’è un intero inesplorato mondo di scambi, connivenze, silenzi nel libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso “Fiumi d’oro. Come la ‘ndrangheta investe i soldi della cocaina nell’economia legale” discusso con Savatteri sul palco di Trame dal Procuratore di Catanzaro, ormai ospite fisso della kermesse lametina. Gratteri non esita infatti a gettare luce anche sugli angoli meno noti del riciclaggio, ad esempio rispetto al settore agricolo, dove esisterebbe una vera e propria corsa al latifondo, e non solo.“

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La mafia controlla gran parte del mercato agricolo, dalla produzione alla distribuzione” dice il Procuratore, senza rinunciare ad un affondo contro quegli imprenditori, ‘ndranghetisti e non,  “che sfruttano indiscriminatamente il lavoro dei braccianti stranieri quando conviene, per poi dichiararsi pubblicamente“contro gli immigrati”.

In ogni caso la ‘ndrangheta non fa tutto da sola, ma “per riciclare si rivolge ad avvocati, commercialisti, esperti di finanza: fin dalla metà dell’’800 esiste un rapporto molto stretto fra classe dotta e criminalità organizzata. Quando sentite parlare contro la mafia i benpensanti sappiate che in questo modo un’intera classe dirigente si autoassolve, come se la crescita del fenomeno riguardasse altri.

In realtà latifondisti, classe borghese e aristocratica hanno sempre avuto connivenze.” Ma se inizialmente era la mafia ad aprire le trattative più recentemente pare che il fenomeno si sia capovolto, e “sono i candidati alle elezioni a sedersi alla tavola dei mafiosi per ottenere appoggio o pacchetti di voti, salvo condannare poi il fenomeno in circostanze ufficiali”. Un fenomeno che trae gran parte della propria spinta propulsiva proprio dai traffici illeciti di sostanze stupefacenti.

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E Gratteri, che ampiamente si è occupato di narcotraffici come magistrato, pur sapendolo bene, argomenta senza moralismi il proprio parere contrario alla legalizzazione delle droghe, la cui distinzione fra leggere e pesanti è ormai da ritenersi obsoleta. La legge – al momento non approvata in Italia – sulla legalizzazione della cannabis, sarebbe inutile “considerando che a poterla acquistare nelle farmacie sarebbero solo i maggiorenne forniti di certificato medico e questo genere di droga ha i suoi utenti principali  fra i ragazzi delle medie e delle superiori, che continuerebbero ad acquistarla dalla criminalità organizzata.”

Quanto alla legalizzazione eventuale di droghe ritenute pesanti, come la cocaina – ipotesi paventata da Savatteri – il loro prezzo legale non sarebbe mai nemmeno lontanamente concorrenziale rispetto a quello proposto dal mercato illegale. Calzante inoltre il paragone con la legalizzazione già avvenuta in Italia delle slot machine, con i danni irreparabili prodotti dalla dilagante ludopatia, che è facilissimo traslare sul mondo della dipendenza da sostanze. Inoltre legalizzare la cocaina sarebbe al momento impossibile, se non altro per un motivo: negli unici tre paesi del mondo che la producono – Colombia, Bolivia e Perù – è illegale, dunque legalmente non potrebbero venderla.

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Ma il traffico invece esiste, e solo il 9% del ricavato ritorna in America Latina in biglietti di grosso taglio, il resto viene reinvestito nelle grandi capitali europee, in primis Londra. Un’ottima soluzione sarebbe rispetto a questo aumentare la tracciabilità del denaro: “se si aumenta questo – dice Gratteri – si elimina riciclaggio e lavoro nero.”E occorre farlo in fretta, perché senza dubbio “il denaro della mafia è pieno di sangue.”

Nel corso dell’incontro Gratteri non ha inoltre mancato di ricordare alla città di aver mantenuto la promessa fatta un anno prima dallo stesso palco di fare luce su un “omicidio eccellente avvenuto a Lamezia” – quello dell’avvocato Pagliuso – e ha ringraziato l’attuale Procuratore Curcio per la sua quotidiana e preziosa collaborazione, sottolineando come “contro la ‘ndrangheta non basta indignarsi, bisogna prendere una posizione.”

Giulia De Sensi

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