Il Giappone ai tempi del coronavirus negli scatti del giovane lametino Antonio Grande

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Lamezia Terme - Nel periodo più importante e spettacolare dell’anno, dove si contempla la bellezza dei Sakura, i fiori di ciliegio, il Giappone si trova a vivere l’emergenza coronavirus. A raccontare la vita nel Paese nipponico, attraverso i suoi scatti, un lametino di 29 anni, Antonio Grande. Il giovane ad ottobre si è trasferito a Tokyo spinto dalla curiosità e per completare i suoi studi. Lì si è così trovato a vivere la pandemia in uno dei paesi più vicini alla Cina. Tramite un reportage ha voluto immortalare la situazione della città. Ne emerge una Tokyo dove, racconta a il Lametino.it, “la vita continua come se niente fosse. Il settore che registra più perdite è quello turistico mentre il resto continua tranquillamente a lavorare anche se con un po' di comprensibile timore”.

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Il giovane non nasconde le sue preoccupazioni: “Ho paura proprio come la maggior parte degli italiani ma per causa di forza maggiore, vuoi il lavoro o gli studi, devo uscire di casa ovviamente con le dovute precauzioni. Gli scatti sono stati fatti in questi ultimi due giorni, e raccontano (almeno dal mio punto di vista) la quotidianità a Tokyo ai tempi di una pandemia mondiale”. Ed evidenzia, “è stato detto di evitare assembramenti nelle zone più famose ed importanti del paese, dove si ammira la fioritura in tutto il suo splendore”. Questo, sottolinea, “senza legge alcuna”. Così sono in tanti ad affollare le strade della megalopoli nonostante il virus.

A suo avviso, l’emergenza Coronavirus “non è stata gestita a dovere. Sebbene sia uno dei paesi vicini alla Cina in termini sia geografici che commerciali”. E, aggiunge “Ad oggi, non c’è una legge che intima la popolazione a stare in casa per contenere il contagio, lo stesso iter per consentire il controllo tramite tampone dello stesso virus è burocraticamente lungo anche per gli stessi giapponesi”. “Solo pochi giorni fa la notizia in cui il governo centrale ha deciso di rinviare i giochi olimpici al prossimo anno per paura del contagio. Poche ore fa, in concomitanza del rinvio dei giochi, il sindaco di Tokyo invita i cittadini a rimanere a casa per una settimana, parole che non sono state prese minimamente in considerazione dal popolo”.

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Ritornando alla sua passione per la fotografia che lo ha spinto fino a Tokyo, Antonio Grande, racconta: “anche se non l’ho mai vista come un passatempo qualsiasi, la porto con me sin da bambino dove le uniche chance di poter imbracciare la macchina fotografica, gentilmente offertami con tutte le accortezze del caso dai miei genitori, era nelle gite scolastiche, dove a fine giornata su una pellicola di 36 scatti più della metà risultavano sfocati”. Cresciuto a Lamezia Terme, in città ha intrapreso gli studi fino alle scuole superiori per poi iniziare quelli accademici a Roma dove ha conseguito la triennale in Lingue e Civiltà Orientali. La carriera da fotografo è stata anche per lui una sorpresa: “ho ripreso in mano la macchina fotografica da poco più di 5 anni - racconta a il Lametino.it - per puro caso grazie all’attività dei miei genitori e per necessità lavorative in studi di grafica pubblicitaria e televisivi”. E, continua, “penso fortemente che ognuno di noi possa essere in grado di congelare un istante, come con una macchina fotografica, come con uno smartphone o più semplicemente con un pensiero a cui diamo egoisticamente una connotazione o una chiave di lettura diversa per ognuno di noi, è questo che mi ha permesso di continuare e di perfezionarmi ogni giorno. Il complimento più bello che possa ricevere? Vedere il sorriso sul viso delle persone che guardano le mie fotografie”.

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Sul motivo scatenante che lo ha spinto ad ottobre dello scorso anno a trasferirsi a Tokyo, svela: “curiosità o pura e semplice necessità, sapevo che un giorno avrei fatto questo passo per completare i miei studi. Circondato da una cultura nettamente differente e distante da quella a cui ero abituato a vivere quotidianamente, dietro l’angolo c’è sempre una scoperta nuova e per un ficcanaso quale il sottoscritto è come il vaso di Pandora”.  Fotograficamente parlando, racconta ancora il giovane fotografo: “direi che il Giappone è uno dei soggetti più affascinanti ed emozionanti da immortalare ma dannatamente impossibile da concepire per un non-nativo. È un paese che sta tentando di aprirsi al mondo da poco più di 60 anni sotto l’egemonia di uno stato riscritto e trasformato dal modello Statiunitense del dopoguerra. Non parlerò delle differenze culturali, delle discriminazioni o di leggi decisamente di dubbia utilità che contrastano fortemente la coerenza giornaliera del popolo giapponese; mi limiterò a dire che un mondo moderno ormai globalizzato, ricco di multietnicità, di differenze linguistiche e culturali non è in linea con lo standard di vita giapponese; Tokyo che ne è la capitale, è la megalopoli più grande del mondo conta circa 13 milioni di abitanti, poggia le sue solide basi sul capitalismo e su una opprimente cultura del lavoro di norma fattore scatenante di depressione e gesti estremi”.

Negli scatti del giovane lametino la vita continua normalmente per gran parte della popolazione di Tokyo. La fioritura dei ciliegi colora le strade affollate della città e, dietro le mascherine dei tanti passanti, spuntano anche timidi sorrisi. Antonio Grande, nei suoi scatti, ha così voluto immortalare lo scorrere della vita nella città nipponica al tempo del coronavirus.

Ramona Villella

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