Tour Corriere della Sera "Buone notizie" sbarca a Lamezia: don Panizza e Amalia Bruni raccontano la loro esperienza - VIDEO

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Lamezia Terme – “Raccontare le buone pratiche di chi non si arrende e cerca soluzioni ai problemi, combatte la malavita e si mette in gioco ogni giorno”. Ecco “Buone notizie in viaggio”, il primo tour di ‘Buone notizie - L’impresa del bene’ del Corriere della Sera che evidenzia le esperienze di un Terzo settore che, nonostante gli ostacoli, “è cresciuto in Calabria del 5,6 per cento in due anni, con un aumento di posti di lavoro nel non profit del 3,9 per cento: quasi un punto in più che nel resto d’Italia”, e le storie positive della nostra penisola, scegliendo Lamezia come terza tappa di un viaggio che prevede otto appuntamenti in tutta Italia.

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All’incontro nella Sala Napolitano gremita, coordinato da Elisabetta Soglio, responsabile dell’inserto “Buone Notizie” del quotidiano milanese e aperto dai saluti del commissario prefettizio Francesco Alecci, partecipa chi, con il suo impegno quotidiano, dimostra che non tutto è perduto in Calabria. Ne è convinto don Giacomo Panizza, fondatore della comunità “Progetto Sud”, da sempre al fianco di chi è in difficoltà. “Solo mettendosi insieme si possono cambiare le cose. Non servono grandi leader, ma tante persone consapevoli“ dice infatti don Panizza. Amalia Cecilia Bruni, direttrice del Centro regionale di Neurogenetica, è ritornata “con l’idea di contribuire alla crescita di questa terra attraverso il mio lavoro. Ho una passione per il cervello”. Poi, la neuroscienziata lametina, si sofferma sulle cause che nel tempo hanno minato la sanità calabrese: “Si è ritenuto negli anni che le persone brave fossero solo quelle che venivano da fuori, ma, non conoscendo il contesto, tutti i loro tentativi sono finiti nel nulla più totale. Non c’è stata quindi una valorizzazione delle competenze esistenti. E la colpa è di una politica non lungimirante”.

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Santo Vazzano, presidente del consorzio “Jobel”, riconosce come “l’impresa sociale in Calabria cresce, perché il Terzo settore qui ha radici profonde. Ed è un’impresa sociale che guarda al mercato. È un percorso naturale, dove c'è un’evoluzione del processo. Persone con carisma si sono messe insieme, e hanno puntato in alto con progetti di elevato profilo”. Gino Mirocle Crisci, rettore dell’Unical, non ha dubbi: “Se si fanno le cose giuste, con le persone giuste e con l’approccio giusto, in Calabria può nascere qualcosa di serie A. La Calabria ha delle potenzialità enormi”. Poi, il rettore fa notare come “i calabresi che vanno fuori riescono perché lì trovano il contesto giusto”.

Quindi, gli interventi di Pino De Lucia Lumeno, fondatore della cooperativa sociale “Agorà Kroton”; Rossana Durante, presidente dell’associazione “Il girasole”; Stefania Figliuzzi, presidente dell’associazione “Attivamente coinvolte” - Centro antiviolenza; Giancarlo Rafele, presidente della cooperativa sociale “Kyosei”; don Davide Imeneo, direttore de L'avvenire di Calabria; Roberto Gatto, vicepresidente dell’associazione “Crea” Calabria e responsabile dell'Area dipendenze di “Progetto Sud”; Sandro La Penna, educatore e referente dell’Area immigrazione della Fondazione “Città solidale” onlus; Guglielmo Merazzi, consigliere dell’associazione “L’alveare”; Mimmo Rocca, fondatore e vicepresidente dell’associazione “Diavoli rossi” gruppo volontari antincendio e Protezione civile, ed Emanuela Gigliotti, presidente dell’associazione “Bambi”. Ma non è tutto. C’è anche l’intervista dell’inviata del Corriere della Sera, Giusi Fasano, a Mario Nasone, presidente del centro comunitario “Agape”, la prima realtà impegnata a seguire i “figli di ‘ndrangheta”, e a uno di loro, Giosuè D’Agostino, che in carcere ha maturato la scelta di cambiare vita.

Giuseppe Maviglia

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