In Calabria 98mila famiglie tagliano le cure per motivi economici

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Roma - Nel 2019 oltre 1,6 milioni di famiglie italiane hanno dichiarato di non avere i soldi, in alcuni periodi dell'anno, per poter affrontare le spese sanitarie necessarie per curarsi, con un aumento del 2,3% rispetto all'anno precedente. Ben 36 mila nuclei familiari in più e soprattutto nel Meridione. É quanto emerge dall'IPS 2020, l'Indice di Performance Sanitaria realizzato, per il quarto anno consecutivo, dall'Istituto Demoskopika. Il disagio è più evidente nel Mezzogiorno con oltre 923.000 famiglie in condizioni di disagio a causa della mancata disponibilità economica per fronteggiare la cura di malattie, pari al 56,9% del valore complessivo italiano.

Sono, infatti, soprattutto le famiglie in Sicilia con una quota del 13,5%, quantificabile in oltre 271.000 nuclei, a denunciare il problema. Seguono la Calabria con il 12,1% pari a 98.000 famiglie, quindi la Puglia (11,3%) e la Campania (11,2%), che vedono coinvolte nel processo di impoverimento rispettivamente 182.000 e 245.000 famiglie. Capovolgendo la classifica, sono Emilia-Romagna (1,9%), Trentino-Alto Adige (2,2%) e Friuli-Venezia Giulia (2,4%) a meritare il ranking migliore in questa graduatoria, con una quota di poco più del 2% di nuclei familiari in condizioni di disagio economico, pari a circa 61 mila nuclei familiari.

Demoskopika: in un anno 314.000 viaggi da sud a nord

Sono stati ben 314.000, in un solo anno, i "viaggi della speranza" effettuati dagli italiani per andarsi a curare dal Sud al Nord del Paese e che hanno generato bilanci in rosso per oltre 1,2 miliardi di euro. É quanto emerge dall'Indice di Performance Sanitaria realizzato dall'Istituto Demoskopika. In valori assoluti, in base agli ultimi dati disponibili, quelli del 2018, sono principalmente 5 le regioni che attraggono il maggior numero di pazienti non residenti: Lombardia (165mila ricoveri extraregionali), Emilia-Romagna (109mila), Lazio (79mila), Toscana (64mila) e Veneto (59mila). E i meridionali confermano la loro diffidenza a curarsi nelle loro realtà regionali. In particolare, con un indice medio di "fuga" (la percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni), pari al 10,9% e lievemente in aumento rispetto all'anno precedente, il Sud si colloca in fondo per attrattività sanitaria dopo le realtà regionali del Centro con un indice di fuga pari all'8,8% e del Nord (6,9%). La Lombardia con appena il 4,8%, registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri. Questo quadro del 'turismo sanitario' alimenta crediti per alcuni sistemi sanitari penalizzando, in termini di debiti maturati, tutto il meridione ad eccezione del Molise. "È evidente - dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - una persistente disparità tra l'offerta sanitaria presente al Nord rispetto a quella del Mezzogiorno. Un divario che va colmato per non compromettere irrimediabilmente il diritto alla libertà di scelta del luogo in cui curarsi. In questa direzione, - continua Raffaele Rio - è bene che Regioni e Governo sappiano sfruttare al meglio i quasi 20 miliardi del dispositivo Next Generation EU".

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