Inaugurazione anno giudiziario, l'analisi sull'area lametina: "Infiltrazioni delle cosche in economia e istituzioni"

anno-giudiziario2_348c5.jpg

Lamezia Terme – L'analisi dei fenomeni criminali e dei reati associativi nel Distretto di Catanzaro, contenuta nella relazione del presidente della Corte d'Appello Domenico Intorcaso per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ripropone sul piano dell'indagine e dei percorsi di lettura dei fenomeni, le riflessioni rese negli anni precedenti con una essenziale variabile, riconducibile al fenomeno pandemico ed “alle conseguenze di esso sotto il profilo economico imprenditoriale”. L'evoluzione delle numerose associazioni criminali di stampo 'ndranghetistico, intese come fenomeno sociale “fa declinare – si legge nella relazione – l'immagine tradizionale dell'associazione, mantenutasi stabile e ricondotta più a manifestazioni folcloristiche, espresse in maniera immaginifica nel connubio di coppola e lupara, di superficiale obliterazione della realtà criminale”.

In sostanza, nel passato l'attività di ndrangheta “si poneva in un ambito di devianza e manteneva i propri spazi operativi nel circuito di marginalità”. Oggi, invece, la forza delle associazioni “deriva dalla capacità di adattamento alle situazioni e ai mutamenti in modo tale che esse si aggregano, si disfano, si ricostituiscono, si fondono a seconda della rilevanza criminale dei soggetti compartecipanti, dello stato di libertà e dell'esistenza in vita degli stessi, cui si correla l'ambito di azione e di attività criminale”. Il dato allarmante è individuato nella relazione dalle modalità di esercizio del crimine in forma di impresa articolata su sofisticate gestioni ed assegnazioni di ruoli. La “rottura” del sistema economico, accentuatasi negli ultimi due anni di pandemia “che sconvolge l'organizzazione economico-sociale e crea gravissime paralisi nella produzione e nei mercati” starebbe infatti determinando fenomeni mai riscontrati nell'economia mondiale: “Accade sempre più spesso – si legge nella relazione – principalmente in momenti di crisi economica come la presente – che le associazioni di ndrangheta si inseriscano nel tessuto produttivo per volontà del titolare dell'impresa ovvero per sostituzione necessitata. Il primo percorso, di carattere evidentemente collusivo, porta l'imprenditore cosiddetto sano a fare ricorso ed accettare le offerte delle associazioni; offerte che si sostanziano nel “soccorso” di carattere economico-finanziario”. Altri tipi di soccorso riguardano invece terziarizzazioni o impiego diretto di manodopera in “nero” mentre un ulteriore profilo di frequente accertato è quello dello smaltimento illecito di rifiuti. La relazione porta con sé una sorta di “catasto” del crimine organizzato, vale a dire una “mappatura” dei territori, dei soggetti operanti su di essi, delle attività peculiari di ciascun territorio. Una ricostruzione effettuata avendo come riferimento i processi in attuazione.

Il Circondario di Lamezia

Numerosi i procedimenti penali trattati con riferimento al circondario del tribunale di Lamezia. Si va dal procedimento che ha riguardato i mandanti e gli esecutori materiali del duplice omicidio di Giovanni Torcasio e Cristian Matarasso avvenuto il 29 settembre 2000 a Lamezia, al processo incentrato sullo storica 'ndrina operante da tempo risalente nel lametino, in particolare nei comuni di Nocera Terinese e Falerna e facente capo a Carmelo Bagalà. Con riferimento al circondario di Lamezia Terme, in particolare per il territorio ricompreso tra la parte sud del comprensorio Lametino e il contiguo territorio costiero della provincia di Vibo, assume particolare rilievo l'articolata attività di indagine nel procedimento noto come “Imponimento” riguardante la cosca di ndrangheta Anello-Fruci di Filadelfia che ha riguardato un numero elevato di indagati e capi di imputazione, e le cui investigazioni sono state delegate al Gico della guardia di Finanza di Catanzaro. L'indagine è stata svolta nell'ambito si una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team) costituita a L'Aia, presso Eurojust tra magistratura e forze di polizia di Italia e Svizzera. Le attività di indagine hanno consentito di delineare diversi settori su cui la cosca esercitavo controllo: dal settore turistico “attraverso una profonda infiltrazione all'interno di una delle più importanti realtà della fascia tirrenica del territorio di azione, allo sfruttamento del settore boschivo, al movimento terra e alle forniture di calcestruzzo fino agli interessi in Svizzera, sede di investimenti e traffici illeciti della cosca".

Bruno Mirante

© RIPRODUZIONE RISERVATA