Incontro sull'ambiente a Curinga, Costa Nostra: "No all'abolizione del vincolo ambientale nell'area ex sir" - VIDEO

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Lamezia Terme - "Se sono riusciti a costruire la zona industriale,  nonostante il vincolo ambientale, perché vogliono toglierlo?" - con questo interrogativo i ragazzi dell'associazione Culturale Costa Nostra hanno aperto un incontro pubblico "Sic e baracche vs ecodistretto: proposte alternative soluzioni per il futuro" nell'anfiteatro del paese. A partecipare al tavolo, nella ottava edizione della Festa della Cultura e dell'ambiente che dopo tanti anni si sposta dalla marina al paese,  Mario Pileggi geologo, Angelo Calzone Presidente del WWF di VV e Pino Paolillo WWF di VV studioso delle specie. 

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L' iniziativa che serve a fare comunità,  parte da alcuni ragazzi, alcuni divenuti papà,  che dal 2011 dimostrano con costante impegno il proprio amore per Curinga. Fra le recenti azioni le pulizie spiaggia volontarie che continuano a catturare l'attenzione da parte di giovani provenienti anche da altre zone calabresi. Oltre alla riflessione,  Costa Nostra ha presentato anche una proposta di sviluppo alternativa che segue la vocazione del territorio. Ripristinare gli habitat,  cercando di valorizzarli e implementare l'offerta turistica. 

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Su cosa indaga Costa Nostra? Due sono i siti di interesse comunitario: Dune dell'Angitola e l'Oasi di Imbutillo. "Non c'è una cura di questi luoghi - ha affermato Giuseppe Iemme, voce storica di Costa Nostra - motivo per cui abbiamo presentato in Regione una proposta che vada contro i piani che prevedono nell'aria confinante Dune dell'Angitola la presenza di un ecodistretto dei rifiuti". 

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La proposta,  nella fattispecie, consiste nel ripulire la Macchia Mediterranea,  nel catalogare tutte le specie,  nel fare una cartellonistica e creare un sistema di attraversamento a ponte che non calpesti con quad e altro l'ambiente. "È necessario prendere di petto il problema.  Costa Nostra non intende solo pulire le spiaggia,  vogliamo che ogni cittadino si senta in dovere di attivarsi per il proprio territorio". 

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Andando a studiare gli aspetti naturalistici delle Dune dell'Angitola e Imbutillo si possono scoprire specie rare,  molte provenienti dall'Africa. "Quello delle Dune è un ambiente molto selettivo per le piante - ha detto Paolillo,  che negli anni è riuscito a classificare ben oltre 50 specie di piante di sabbia - molto difficile per la presenza del vento e dell'aridità.  Una delle prime piante è l'Euforbia,  la Soldanella,  il Poligono Marittimo,  l'Erba Medica Marina,  Ammophila Arenaria,  da cui si capisce che la Duna sta maturando,  il Papavero Cornuto, che si trova vicino ai fiumi". 

Cosa fare per il futuro di figli e nipoti,  in aggiunta al problema del mare sporco? "È necessario tutelare questo territorio - ha aggiunto il geologo Mario Pileggi - Non conviene costruire grossi impatti col territorio. Nel '76 abbiamo portato avanti alcuni studi che dimostrano un avanzamento del cuneo marino e fenomeni di erosione. Si tratta di una delle pochissime spiagge naturali in tutta la penisola, con una granulometria perfetta,  con preziosi aspetti di biodiversità. Abbiamo la testimonianza di alcuni periodi storici a livello climatico,  le sabbie ci conducono a periodi caldi di età romana.  È possibile osservare le zone di riempimento del mare che partono da Serra San Bruno fino in Sila". 

Valeria D'Agostino

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