Intervista alla rabbina Barbara Aiello: “Molti calabresi hanno origini ebraiche, a breve primo matrimonio a Serrastretta” - VIDEO

rabbina8.jpgIn foto la rabbina Barbara Aiello e l'allievo rabbino statunitense Michael Pollack

di Alessandra Renda.

Serrastretta (Catanzaro) – “Molti calabresi hanno radici ebraiche. Il mio compito qui non è quello di fare proselitismo ma aiutare tanti di loro a riscoprire le proprie origini”. Rabbi Barbara Aiello, italo-americana, la prima rabbina donna (e riformata) d’Italia, ci apre le porte della sua Sinagoga a Serrastretta, paese d’origine dei suoi antenati, che ogni anno, soprattutto d’estate, ospita visitatori provenienti da tutto il mondo. Il motivo è semplice: in questo piccolo paesino della Calabria, rinomato per la lavorazione delle sedie artigianali, Rabbi Barbara accoglie famiglie americane con origini italiane, ebraiche e calabresi, per celebrare matrimoni misti e Bar mitzvà. Mentre ci mostra la sacra Torah e la sua collezione di “menorah” (candelabri della tradizione ebraica), Rabbi Barbara ci racconta di provenire da una famiglia di “anusim”, ebrei costretti a convertirsi al cristianesimo durante l’inquisizione. “Dopo aver vissuto la terribile esperienza dei campi di concentramento – afferma – mio padre, originario di Serrastretta, ha voluto che noi figli scoprissimo le nostre radici. Prima di morire, nel 1980, mi disse “figlia, la mia speranza è che tu faccia qualcosa per gli ebrei in Italia”, infatti eccomi qui".

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Ed è proprio per rendere omaggio alle sue origini che Rabbi Barbara Aiello nel 1999 si è fatta ordinare Rabbina e, dopo aver operato anche a Milano, adesso vive tra la Calabria e l’America, dove è nata, intenta a far rifiorire il giudaismo, in particolare nella sua sinagoga sorta a Serrastretta nel 2006, dal nome, “Ner Tamid del Sud”, (luce eterna del sud), divenendo un punto di riferimento per tante famiglie che non sapevano di avere antenati calabresi e tradizioni ebraiche. “Ogni anno tra maggio e settembre – ci racconta – qui ospitiamo circa 100, 150 persone, per lo più americani, australiani, canadesi, e inoltre, nonostante alcune usanze siano presenti da secoli qui a Serrastretta, a settembre celebreremo il primo vero matrimonio ebraico, tra una ragazza svizzera e un ragazzo italiano” ci dice emozionata.

In Sinagoga, insieme a lei, incontriamo anche Michael Pollack, 25 anni, del Recostructionist Rabbinical College di Philadelfia, che sarà in visita a Serrastretta una volta al mese ed è al quinto anno di seminario per diventare rabbino. “E’ la prima volta in tutta Italia che uno studente rabbinico decide di aiutare e supportare una sinagoga moderna e liberale – afferma Rabbi Barbara nel presentarcelo – e il fatto che sia voluto venire fin qui in Calabria è un grande onore per me”.

Sì, perché la nascita della Sinagoga e del centro studi ebraici proprio nel profondo sud, è stata una vera rivoluzione, soprattutto in contrasto con l’ebraismo di tradizione ortodossa. Le attività portate avanti da Rabbi Barbara sposano infatti una visione del tutto riformata e moderna, che accetta il rabbinato femminile e l’uguaglianza delle donne in tutti i settori della vita ebraica, riconoscendo inoltre ebrei, non solo i figli di madre ebrea ma anche quelli di solo padre se ricevono un'educazione ebraica. Esistono poi tracce indelebili e, proprio parlando della Calabria, la Aiello ci descrive molti riti ebraici che nelle usanze, come i matrimoni, o i funerali, hanno finito per essere adottati da gran parte della comunità cattolica. Tracce e prove tangibili di una industriosa comunità ebraica che sono presenti inoltre anche a Lamezia Terme, nel quartiere Timpone (“Judeca”).

“Timpone è un tesoro“ ribadisce la rabbina, ricordando come, anche secondo le parole del professore lametino Vincenzo Villella, in questa zona, siano ancora evidenti i segni di una nutrita comunità ebraica che un tempo fece rifiorire l’economia della città e che oggi dovrebbe essere maggiormente valorizzata. “Proprio la chiesa di Sant’Agazio – aggiunge poi – presenta delle similitudini architettoniche con una sinagoga, basti pensare al rosone della facciata che è stato modificato ma che in origine rappresentava la stella di David”.

Oggi la Aiello è ben voluta da tutta la comunità di Serrastretta con la quale condivide progetti ed iniziative. Non nasconde però come in passato abbia riscontrato diverse resistenze nel suo cammino. “C’è chi pensa che vogliamo prendere persone dalla Chiesa ma in realtà noi non facciamo proselitismo, non vogliamo la conversione, ma solo aiutare chi lo desidera a ricostruire la storia e le radici della propria famiglia .“Ci sono persone che frequentano ormai sia la Chiesa che la Sinagoga, perché credo che più di tutto sia importante avere una vita spirituale. Quando si parla di questi argomenti c’è ancora molta paura – conclude – ma antisemitismo no, qui non l’ho visto”. 

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rabbina1.jpgL'ingresso della sinagoga a Serrastretta

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rabbina20.jpgL'ingresso del quartiere "Timpone" o Giudecca a Lamezia Terme

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rabbina24.jpgLa Chiesa di Sant'Agazio con il rosone

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