La Calabria ricorda la tragedia del camping le Giare del 2000

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Soverato - Diciannove anni fa la tragedia al Camping Le Giare in Calabria: "non dimenticare è un dovere". Lo scrive l'Unitalsi ricordando le 13 persone morte nel 2000: "un paradiso naturale può trasformarsi in un inferno. In pochi minuti, per il sopraggiungere di una calamità, con l'incuria dell'uomo che è incapace di prevenire, quello che era un luogo di grande bellezza può trascinare nel gorgo della morte. A Soverato si è consumata una tragedia, tanto più cruenta in quanto ha colpito soprattutto disabili. Nella notte tra il 9 e il 10 settembre nella cittadina, un'alluvione causata dallo straripamento del torrente Beltrame distrusse il campeggio Le Giare, causando la morte di disabili e volontari dell'Unitalsi di Catanzaro, che in quel camping stavano trascorrendo le loro vacanze". "Quello che è accaduto al camping resterà per sempre nella coscienza non solo dei calabresi ma in quella dell'intero Paese", ha detto Vincenzo Trapani, presidente della Sezione Calabrese dell'Unitalsi. Non mi scorderò mai l'immagine dei feretri dei nostri amici tutti in fila nella sala mortuaria dell'ospedale, ammalati e volontari, proprio quest'ultimi sono stati la massima espressione del volontario Unitalsi, hanno donato la propria vita per salvare l'altro ammalato e in difficoltà". A Soverato e a Reggio Calabria l'Unitalsi organizzerà una messa in ricordo delle perone scomparse.

Abramo: "Dolore non cesserà ma"

"Ogni 10 settembre, da 19 anni, la mente e il cuore dei catanzaresi vanno a quella tragica notte del 2000 nel camping Le Giare. Il dolore per la scomparsa di 13 persone, la cui vita fu spezzata dalla furia del fango, non cesserà mai". Il sindaco Sergio Abramo, sulla sua pagina Facebook, ha voluto dedicare un pensiero in occasione dell'anniversario della tragedia di Soverato. "Tutta Catanzaro - prosegue - ricorda con commozione, abbracciando le famiglie, le vittime di una sciagura che poteva e doveva essere evitata: Mario, Ida, Serafina, Raffaele, Paola, Iolanda, Giuseppina, Franca, Rosario, Antonio, Salvatore, Concetta e Vinicio, fanno e faranno sempre parte di noi. Una ferita, quella delle famiglie e dell'intera città per la perdita dei loro cari, tra diversamente abili e volontari dell'Unitalsi di Catanzaro, che non si è mai rimarginata. Non dimenticare è un dovere".

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