Catanzaro – Si intitola “La rete degli invisibili” l’ultimo libro del procuratore Nicola Gratteri scritto con il professore Antonio Nicaso. Domani sera Gratteri sarà ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7 per presentare il testo edito da Mondadori che sarà disponibile in tutte le librerie d’Italia dal 19 novembre.
Dopo la “Storia segreta della ‘ndrangheta. Una lunga e oscura vicenda di sangue e potere (1860-2018)” Gratteri e Nicaso ritornano in edicola indagando sulla ‘ndrangheta del terzo millennio. Capace di evolversi, adattarsi e mimetizzarsi anche in quest'ultima fatica viene affrontata nel profondo la nuova criminalità organizzata. Nicola Gratteri, magistrato da trent'anni in prima fila nella lotta alla mafia calabrese, e Antonio Nicaso, docente universitario che da trent'anni le dedica la propria attività di studioso, analizzano la 'ndrangheta 2.0, sempre più collusiva e sempre meno violenta, e i suoi rapporti con i centri di potere economico, politico e finanziario, con la massoneria deviata, con il narcotraffico, con il «deep web» e con i social network.
Ne descrivono i boss, inclini al basso profilo e ostili ai gesti eclatanti e alle clamorose dimostrazioni di forza, ma attivamente impegnati nello spietato governo del territorio, nella corruzione e infiltrazione delle istituzioni e dell'economia legale e nel soddisfare la «domanda di mafia» legata alla globalizzazione e alla creazione di un unico mercato mondiale, dove imprenditori e operatori economici, in Italia e all'estero, chiedono alla criminalità beni e servizi necessari per abbattere i costi di produzione, elevare i margini di profitto e acquisire competitività. Ma Gratteri e Nicaso raccontano anche l'altra faccia della 'ndrangheta, quella che lascia ora intravedere le prime crepe in un secolare e apparentemente inscalfibile muro di omertà: i rampolli dei boss che si decidono - o convincono i padri - a collaborare con la giustizia, le mogli e le figlie che si ribellano e gli affiliati che non hanno più paura di esibire pubblicamente la loro omosessualità. “Quella contro la 'ndrangheta - concludono gli autori - è una battaglia che è possibile vincere, ponendo mano ai codici nella speranza di trovare una forte convergenza politica su una battaglia di civiltà. Contro mafie e corruzione, due mali endemici che costituiscono una zavorra e una gravissima minaccia sul presente e sul futuro del nostro Paese”.
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