La storia di Villaggio Mancuso affidata alla penna della lametina Antonietta Vincenzo

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Lamezia Terme - È di Lamezia l’autrice del testo storico che campeggia nel centro di Villaggio Mancuso, per iniziativa di Mario Garofalo, del comitato “La Siletta”. Il noto organizzatore di eventi silani, che ha riscosso grande successo con il Murales dedicato a “Mamma Natuzza”, si è rivolto alla scrittrice lametina Antonietta Vincenzo, autrice molto amata dalla comunità silana, per realizzare un altro progetto: l’installazione di un grande pannello di legno, recante le immagini e la storia di Villaggio Mancuso. Due giorni fa, l’idea di Garofalo si è concretizzata grazie alla raffinata penna della Vincenzo.

Il testo

Non si può parlare di Sila Piccola senza pensare a Villaggio Mancuso, perché la montagna catanzarese si identifica con questo luogo, un gioiello della natura che deve la sua massima valorizzazione ad un’idea di Eugenio Mancuso, giovane ed abile imprenditore catanzarese. Nel 1929, anno segnato da una grave crisi economica che coinvolse tutta l’Italia, questo dinamico giovanotto che faceva di mestiere il costruttore e aveva al proprio attivo numerose opere di notevole valore, si venne a trovare con un consistente quantitativo di legname invenduto proprio a causa della crisi e con una vasta area boschiva comprendente una segheria sul Colle della “Poverella”, nella Sila Piccola. Il giovane pioniere pensò bene di sfruttare queste due risorse per farne i punti di forza di un’idea brillante che gli sfiorava la mente: costruire un villaggio con strutture in legno, tetti fortemente spioventi, dato il clima particolarmente nevoso, e strutture architettoniche che richiamassero lo stile delle case montane delle Dolomiti. Dal dire al fare il passo fu breve. Ingaggiata la ditta Arturo Campo di Belluno e assunti i migliori falegnami disponibili sul territorio, prese avvio la costruzione di villette monofamiliare tutte diverse l’una dall’altra nell’armonica struttura, ma unificate nella qualità del materiale, che doveva essere legname di pino, pioppo e ontano. Ed ecco, così, venire alla luce un villaggio fiabesco, incoronato dalla presenza del Grande Albergo delle Fate, situato sull’acrocoro della Poverella e inaugurato il 16 agosto 1931. A questa imponente e innovativa struttura si aggiunsero ben presto la chiesetta “Regina Angelorum” e la “Rotonda”. Il villaggio fu poi dotato di strade d’accesso, corrente elettrica, illuminazione, rete idrica, ufficio postale e stazione dei Carabinieri, divenendo una prestigiosa meta di attrazione turistica. L’Albergo della Fate venne scelto come location per numerosi set cinematografici, tra cui “Il lupo della Sila”, con Amedeo Nazzari e Silvana Mangano. E fu meta di altri noti attori, come Raf Vallone, Sofia Loren, Vittorio Gassman, Giovanna Ralli, in occasione di premiazioni cinematografiche. Con il passare degli anni, tuttavia, l’albergo perse il richiamo di un tempo e la sua intensa attività andò lentamente scemando, fino ad arrivare alla sua recente chiusura. Dichiarato “monumento storico nazionale”, il Grande Albergo delle Fate è stato incluso nel progetto ‘I luoghi del cuore” del FAI (Fondo Ambiente Italiano) per la valorizzazione dei beni culturali in Calabria’”.

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