Lamezia, al liceo scientifico “Galilei” ricordata la strage degli otto ciclisti

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Lamezia Terme - "Il 3 dicembre 2021 il Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Lamezia Terme, nella persona della dirigente scolastica, professoressa Teresa A. Goffredo, ha fortemente voluto ricordare (proprio perché mai esca dal cuore, neanche e soprattutto da quello dei Ragazzi) l’evento tragico che undici anni orsono (5 dicembre 2010) ha sconvolto l’intera comunità lametina; tuttavia dando vita a un contesto formativo e di crescita" è quanto si legge in una nota.

"Grazie ai coinvolgenti e pregevoli interventi dell’avvocato Bernardo Marasco, anche nella sua veste di Presidente dell’A.S.D. Lamezia Bikers, e dell’avvocato Fabio Davoli, suo malgrado protagonista (uno dei due sopravvissuti) del drammatico avvenimento, dibattito moderato dall’avvocata Gianfranca Bevilacqua, docente dell’Istituto, è nato - spiegano - un dialogo composto e commosso. Si è respirato - fanno sapere - un clima in cui si è rievocato, con inevitabile emozione, il vissuto dell'incidente occorso agli otto ciclisti e ai loro parenti ed amici; a tratti si è manifestata anche rabbia, per quanto contenuta, per la strage e per la situazione di assoluta insicurezza delle strade, con uno sguardo comunque costruttivo. I Ragazzi, interessati a capire meglio, hanno quindi appreso le iniziative e le soluzioni per migliorare e prevenire le morti sulle strade, prima fra tutte l'educazione civica (ancor prima che stradale) ed un atteggiamento responsabile quando si guida".

"Tante le domande sul diritto (in particolare, la riforma relativa al c.d. "omicidio stradale"; il come sia possibile che l’autore di quella strage sia stato nuovamente coinvolto in un nuovo, fatale evento; il perché non abbia scontato una “congrua” pena detentiva, etc…) ed una constatazione dello stato del sistema giudiziario italiano, spesso inadeguato e forse troppo clemente in ordine alle conseguenze retributive della pur acclarata responsabilità penale, hanno fuso empaticamente insieme relatori e uditorio, in un mix senza confini certi fra diritto, sentimenti, norme, emozioni. Anche un dolore, tanto più lacerante quanto più percepito come insensato, può (e deve) trasformarsi in humus fertilissimo e vivifico".

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