Lamezia, al via Trame 10: lanciata petizione per chiedere di riaprire il caso dei netturbini uccisi nel '91

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Lamezia Terme - “Resistere”. È questa la parola che guiderà questa edizione del Festival Trame, la decima, nella storica cornice di piazzetta San Domenico dall'1 al 5 settembre, inaugurato nel pomeriggio di oggi. Un tema che vuole essere un richiamo a diverse forme di resistenza: contro la criminalità organizzata e contro lo stallo della pandemia, che ha acuito le disparità sociali favorendo l'illegalità. “Veniamo da due anni di pandemia - ha esordito il nuovo direttore Giovanni Tizian - ed è stato un periodo drammatico per tutti. Per i territori, per i lavoratori, per chiunque. Quale parola migliore per dare una prospettiva per ripartire meglio di prima e con più etica”.

“Tutto il Programma – prosegue – è studiato partendo da questa parola. Dal resistere per ricominciare. Parleremo di ambiente, di donne contro le mafie, racconteremo i poteri criminali e come raccontare il potere criminale anche con i laboratori di giornalismo in collaborazione con il Domani, proprio per provare a creare una rete sul territorio”. Questa, aggiunge: “è la decima edizione ma guarda già avanti. Parleremo anche di covid e mafie, di sfruttamento e cambiamento climatico. Tanti temi il cui punto di incontro è la parola Resistere”. Poi i ringraziamenti agli organizzatori e all’Ala per la prima edizione del Festival sotto la direzione artistica del giornalista d'inchiesta e scrittore Giovanni Tizian, in passato presente in diverse edizioni come ospite. 

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In apertura del Festival, il lancio di una petizione con la quale, dichiara Tizian “chiederemo l’apertura delle indagini per due vittime innocenti della ‘ndrangheta: i due netturbini uccisi nel 1991. Cercheremo di sostenere questa battaglia, importante per la città, per la verità e per il paese su change.org per Francesco Cristiano e Pasquale Tramonte”. Invita così a firmare la petizione che sarà a breve disponibile. Presenti, all’inaugurazione anche il Vescovo Schillaci, il Prefetto Cucinotta e il Commissario Priolo e i vertici delle forze dell’ordine. Quest'anno è possibile seguire la decima edizione di Trame Festival su tutte le piattaforme dedicate e sul sito www.tramefestival.it mentre per seguire gli eventi in presenza è necessario la prenotazione

Prefetto Cucinotta: "Tutta questa cultura dei No vax, cultura non è"

“La cultura e i libri sono gli strumenti che ci danno la vera libertà. Conoscere è importante, avere un momento di confronto attraverso la cultura è la cosa secondo me più importante in questi tempi oscuri che stiamo vivendo, tempi dominati dal web, spesso dalle fake news, dalle notizie distorte che portano a quegli episodi basati sull’ignoranza e sulla facile suscettibilità della paura. Voglio esprimere solidarietà alla categoria dei giornalisti che sono stati anche bersaglio in questi giorni di atti violenti in maniera indegna, come avvenuto anche nei confronti dei medici. Tutta questa cultura dei No vax , cultura non è. La violenza è sempre da condannare e io sono felice di partecipare a questo incontro proprio per condannare questo momento di violenza che stiamo vivendo e che non ha alcuna giustificazione, per esprimere solidarietà. La cultura è importante e questi ragazzi che hanno una coscienza pulita e sono impegnati in un territorio così difficile vanno coltivati, per sperare in quel futuro a cui dobbiamo per forza tendere, un futuro di miglioramento e non di regressione”. Lo dice alla presentazione il Prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta. 

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Hanno aperto il festival gli incontri: “L’impresa stretta dall’usura mafiosa al tempo del covid” con Mariano Bella (Centro Studi Confcommercio), Luigi Ciatti ne parlano con Manuela Iatì (Sky tg24) in collaborazione con Confcommercio; e “Le fragole d’inverno: il clima, i migranti, la filiera agricola” con Fabio Ciconte, Celeste Logiacco (CGIL Gioia Tauro) ne parlano con Mariangela Paone (giornalista). Seguirà alle 20 l’appuntamento “Domani”. Come nasce un giornale e Associazioni Antiracket - Mani Libere in Calabria: storie di donne e uomini. Attesa per l’incontro con il Procuratore Nicola Gratteri che con Alessia Candito questa sera parlerà di “Non chiamateli eroi” alle 21:15 in piazzetta San Domenico. Per concludere la prima giornata con “Io posso. Due donne sole contro la mafia” - Pif ne parla con Giovanni Tizian alle 22:30. Ritornano così i dibattiti in presenza con importanti ospiti come Nicola Gratteri, PIF, l’ex ministro Peppe Provenzano, l’ex Ministro Sergio Costa e tanti altri.

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Cartisano: "Via dalla Calabria, ma bisogna tornare per uomini e donne che hanno saputo dire No”

“Sono in Calabria a Trame per raccontare l’importanza della memoria delle vittime di ‘ndrangheta che negli anni sono sempre stati un po' dimenticati, considerati vittime di serie B. Ed è giusto invece che le nuove generazioni sappiano che ci sono stati uomini e donne, anche bambini, caduti per mano della ‘ndrangheta e che spesso è successo perché hanno saputo dire dei “No”. “No” che hanno reso noi più liberi, ci hanno permesso di vivere la nostra vita e di tornare in Calabria. Si va via per mille ragioni ma ritornare e impegnarsi in questo fa sì che questa memoria rimanga viva. Anche l'impegno con le scuole e con i gruppi è tutto concentrato per far sì che queste storie non vengano dimenticate.” Così Deborah Cartisano, figlia di Adolfo Cartisano, detto Lollò, fotografo bovalinese sequestrato e barbaramente ucciso dalla ‘ndrangheta a seguito del rifiuto di piegarsi al racket. Cartisano, come ricorda la figlia, non è stato nel tempo l’unica vittima di ‘ndrangheta a Bovalino e questo ha risvegliato una coscienza comune che ha imposto di “scendere in piazza, protestare, dire che la maggior parte dei calabresi sono onesti” attraverso la fondazione del comitato “Per Bovalino Libera” e l’istituzione dei “sentieri della memoria”.  La marcia “sentieri della memoria” esiste da diciotto anni, riunendo centinaia di persone ogni 22 luglio, data in cui il padre viene sequestrato nel 1993. Dal sequestro inizia un calvario durato dieci anni: nel 2003 alla figlia Deborah è recapitata una lettera dal carceriere del padre, che chiede perdono e indica il punto in cui Cartisano è stato sepolto, sotto il monolite di Pietra Cappa, che tante volte aveva ammirato e fotografato in vita. I “sentieri della memoria” rappresentano un ritorno in Aspromonte per Cartisano, perché questo luogo appena nominato patrimonio dell’Unesco non sia ricordato solo come scenario di sequestri. Li definisce un “pellegrinaggio laico in cui si tocca il dolore ma anche la speranza”, chiedendo che le vittime di mafia non siano ricordate dalle sole famiglie ma che diventino patrimonio di conoscenza, consapevolezza e memoria per tutti. Perché è importante “portare i loro nomi, le loro storie e i sogni che rappresentavano e rappresentano, nel cuore”, è importante dichiarare da che parte stare e scegliere di non voltarsi dall’altra parte.

Imprese, Bella (Confcommercio): "Sosteniamo Trame, per nostre imprese la legalità è fondamentale" 

“Confcommercio sostiene concretamente, da tanti anni, questa iniziativa che riteniamo davvero molto importante. Per la confederazione delle nostre imprese la legalità, il capitale sociale, il contesto in cui operano i territori è determinante. Tutti siamo vittime anche indirettamente dei fenomeni criminali. Non bisogna essere necessariamente soggetto vittima di un’estorsione per essere vittima della stessa estorsione. Anche chi non ha a che fare direttamente con i fenomeni criminali soffre perché le transazioni nel mercato sono più costose, il capitale sociale si riduce, gli investitori soprattutto stranieri non vengono in questi territori. Da diverso tempo noi presentiamo dei contributi tecnico-scientifici di questi fenomeni. Sull’usura è emerso che nelle piccole imprese, soprattutto il terziario di mercato, quindi commercio, ristoranti, bar, trasporti, convivialità e spettacoli, una percentuale tra il 9 e il 15,16% è soggetto ad un elevatissimo rischio di usura, e quindi tra le 25 mila e le 50 mila imprese oggi sono a forte rischio usura. Bisogna disinnescare questo problema, particolarmente grave nel mezzogiorno del paese con riflessi poi sul dopo-pandemia perché è vero che il sud è stato colpito meno dalla pandemia per qualche ragione ma, in un contesto di degrado dal punto di vista della criminalità, la crescita prospettica potrebbe essere più lenta.” Così Mariano Bella del Centro studi di Confcommercio.

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