Lamezia, anche un drone per i roghi di Scordovillo: ora è caccia ai responsabili

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Lamezia Terme – Un intervento lungo e faticoso quello delle forze dell’ordine ieri all’interno del campo rom di Scordovillo. Complice il forte vento, la densa nube di fumo nera altamente tossica ha ancora una volta messo a dura prova una città ormai stanca dei roghi appiccati nelle vicinanze dell’ospedale, di provvedimenti mai messi in atto, di smantellamenti del campo e soluzioni più idonee tante volte annunciate ma mai attuate.

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È di nuovo caccia ai responsabili, mentre nella giornata di ieri il lavoro di vigili del fuoco e polizia locale è stato più laborioso del solito. Solo alle 22:30 gli ultimi mezzi hanno abbandonato il campo rom dopo essersi assicurati che la situazione non fosse più pericolosa. Per facilitare lo spegnimento delle fiamme, la polizia locale guidata dal comandante Zucco ha infatti bloccato i due ingressi principali con un lavoro su un doppio fronte: da una parte le situazioni di emergenza e dell’altra il fronte investigativo per risalire a chi abbia, ancora una volta, appiccato fuoco a rifiuti di ogni genere sprigionando alte quantità di diossina. Per far ciò, si è reso necessario anche l’utilizzo di un drone al fine di monitorare la zona in tempo reale e utilizzato una pala gommata grazie all’aiuto della cooperativa 'Malgrado Tutto'. Al momento non è stato assunto alcun provvedimento ma le indagini proseguono anche alla luce dell’allarme sociale provocato nelle ultime ore, da una petizione lanciata online dai cittadini all’intervento del Ministro dell’interno Matteo Salvini. Che sia davvero la volta buona…

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