Lamezia, appello di una delegazione di genitori all’Asp: “Non lasciate soli i nostri figli con problemi psicomotori e di logopedia"

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Lamezia Terme - “Attivare al più presto le figure professionali necessarie per rispondere ai bisogni dei minori che frequentano il Servizio di recupero e rieducazione funzionale dell’Unità operativa dipartimentale Fragilità e cure intermedie di Lamezia”. È l’appello che Claudio Mercuri, portavoce di un comitato di genitori di bambini con problemi di psicomotricità e logopedia, lancia all’Asp da il lametino.it per smuovere le acque.

“A ogni bambino manca un tipo di terapia – spiega Mercuri - purtroppo, a oggi, le nostre richieste di avere del personale in più sono finite nel nulla. Siamo costretti ad andare fuori. Io lavoro per un’azienda privata, e rischio il posto. Abbiamo costituito questo comitato per vedere se riusciamo a ottenere qualcosa. Il nostro impegno va a favore di tutti i bambini che hanno problemi”. I genitori, pur comprendendo gli ostacoli di varia natura legati al mondo della sanità, sempre con toni pacati, vogliono “risposte, per il bene dei bambini”.

mercuri-portavoce-genitori-riabilitazione.jpgClaudio Mercuri, portavoce dei genitori

Insieme a Claudio, ci sono tante altre mamme e papà che raccontano le loro esperienze non certo facili. Marcello, per esempio, parla del suo vissuto altrettanto complesso: “Provengo dalla terapia ad opera di un privato. Poi, mi hanno passato in convenzione, ma solo come psicomotricità, non come logopedia. Però, mio figlio è autistico. Ha bisogno di logopedia. È normale.  Anche perché per l’autismo altre medicine non ce ne sono, tranne che la terapia. Ma da ottobre a oggi - lamenta Marcello - praticamente siamo scoperti. Paradossalmente, non posso portare il mio bambino neanche a pagamento, perché è una questione di presa in carico. Cioè, nel momento in cui si viene presi in carico da una struttura, questo avviene sia come psicomotricità che come logopedia. Ripeto: la terapia è essenziale. E il problema non lo risolvi da qua a un mese, perché mio figlio la terapia la dovrà fare a vita”.

Poi, Marcello solleva altri nodi spinosi: “È necessario che il neuropsichiatra e lo psicologo si interfaccino con la terapia. Ma, soprattutto, da qui a un mese, dovrò portare mio figlio a Pisa. Oltre ai costi, dovrò avere una documentazione. Un Piano terapeutico. Ma in mano non ho nulla. L’Asp dovrebbe interfacciarsi anche con la scuola, per risolvere il problema comportamentale. I soldi che la sanità investe ora per tutti questi bambini, li risparmierà in futuro”.   

Giuseppe Maviglia

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