Lamezia, associazione "SenzaNodi" su sanità del territorio: "Troppi disservizi, auspicabile intervento forze dell'ordine"

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Lamezia Terme - “Ormai da anni parliamo e scriviamo di Sanità in Calabria, spesso nel dettaglio a Lamezia. Ribadisco che io lo faccio come responsabile di una associazione la SenzaNodi e come giornalista. Eccomi, allora, ancora qui come “Pandora” che vuole o ma solo tenta di scoperchiare il vaso. Cosa ne uscirà? Io da volontaria riporto la sofferenza della gente, da giornalista ciò che vedo e documento. Mi chiedo se è legale: Perché addirittura cadere nella totale sudditanza sanitaria delle strutture di Catanzaro, pubbliche e private? Il subdolo silenzio che accompagna questa disfatta è l’arma che stanno utilizzando per distruggere la sanità a Lamezia? Manca tutto, lo promettono e non lo danno, nessuno ne parla e non ci possiamo più curare perché ci tolgono mezzi e medici. Quando si parla di Sanità, soprattutto in campagna elettorale, a tutti vengono i brividi. “Aiuteremo malati e famiglie, dipendenti e ridaremo splendore al nostro territorio”, cose mai viste!” è quanto si legge in una nota di Nadia Donato Responsabile dell’Associazione “SenzaNodi”.     

“In questo momento - prosegue - ci si chiede cosa sta accadendo al centro di riabilitazione costruito a San Pietro Lametino, dove vogliamo sapere quanti soldi vengono spesi?  Quanto e per chi si lavora? Esiste un accordo con l’Inail o “questa”, ha altre struttura e di “quella”,  tanto osannata dalla politica locale,  non si occupa proprio? Sarà una struttura utile sino alle prossime elezioni regionali e poi si scioglierà come neve al sole? Dove trovano i soldi che per essa vengono spesi? Un politico vero chiederebbe queste cose. Un Bilancio? Magari chiede l’intervento della Guardia di Finanza per un controllo su come stanno andando le cose e se tutto va bene ne saremo più che felici! - aggiunge ancora - l’ospedale che conosce già il disastro di un accorpamento, ne rischia un altro che lo trasformerà in un pronto soccorso, la medicina del territorio che è guidata da Catanzaro, è completamente smembrata, depotenziata inefficiente. Tutto nell’assoluto silenzio di chi dovrebbe occuparsene. Perché in altri luoghi si consente ai medici di lavorare e qui no?”. 

“Detto ciò andiamo al dunque, di questo scritto. L’attenzione la portiamo sul distretto, quindi sui servizi territoriali, al temine di quanto leggerete potrete porvi delle domande con in faccia l’espressione dello stupore misto al disgusto. Soprattutto quando sentite dire che l’azienda sciolta per infiltrazioni mafiose non può operare. Come? Alcuni interventi li compiono senza problemi, anzi in maniera spedita ed altri invece no. Perché? Per una parte si è infiltrati e per una no? - precisa - pensate alla struttura di piazza Borelli, ex Saub, ex Inam, quella che si trova proprio in centro città, fatiscente, simbolo del degrado che da anni caratterizza l’impegno della politica verso la Salute dei lametini. Così un viaggio all’interno della struttura che serve tutto il territorio, quindi la popolazione di 21 comuni, è così desolante e ripensando a come era “non ci resta che piangere”. 

E ancora scrive Nadia Donato “Appena entri, se sei disabile fai mille preghiere per potere entrare, cerchi il Pua (punto unico d’accesso) noti subito che in pochi metri quadri scrivanie, due operatori e medico, uno sgabuzzino dove sono espletate operazioni di grande importanza. Esempio attivare l’intervento dell’Adi (assistenza domiciliare), personale costretto a lavorare come se aspettasse si essere inscatolato sottolio. Dall’altro lato la medicina legale che riceve centinai di cittadini per molteplici motivi, da anni aspetta di essere trasferita nell’area del vecchio ospedale per potere avere locali agibili e “decenti” - aggiunge - da 5 anni, da quando gli ortopedici sono andati via per pensionamento, non sono mai stati sostituiti, l’unico che lavora viene da Catanzaro 1 volta a settimana e fa due ore al giorno dalle ore 11 alle ore 13. Pensata voi chi ha bisogno, e sono tanti, come può fare. La Cardiologa che c’era fino a quando a settembre e andata in pensione la dottoressa che non è mai stata sostituita, (a ciò leghiamo le carenze enormi dell’organico in ospedale), riflettiamo come e dove e possibile una visita e la cura. Si è senza Fisiatra da due anni (tra i suoi incarichi quello di collaudare i supporti e le protesi) chi è malato e ha bisogno si trova nella completa disperazione”. 

“L’Utv, Unità di valutazione multidisciplinare è bloccata da tempo e sapete di cosa si occupa? Deve valutare bambini con grevi deficit, con problemi di relazione, autistici, ritardo linguistico etc. Problemi che vanno curati subito, il passare del tempo peggiora la situazione. È bloccata perché manca la neuropsichiatra che è stata trasferita a Soverato, e nessuno provvede ad una nuova nomina. Ma per questi bambini, i problemi sono ancora più gravi oltre a non potere esser valutati, non possono essere seguiti perché mancano una serie di figure importanti per le loro cure, ma se le mamme non scendono in piazza tutti fanno orecchie da mercanti. Intanto, nota non da poco conto per questa carenza noi paghiamo i privati convenzionati e non. Facessero vedere i bilanci e ci spiegassero perché tanti soldi vengono spesi a favore dei privati che sopperiscono alle mancanze delle strutture pubbliche - prosegue ancora Nadia Donato - altre due cose per arricchire il piatto nel quale possono mangiare in pochi.  Da due anni nella struttura non è possibile più effettuare delle medicazioni perché il chirurgo è andato in pensione e non è mai stato sostituito. Sospesi i lavori per il centro prelievi senza che nessuno ne comprenda la ragione”. 

Conclude “Tutto questo senza risparmiare un centesimo e creando enormi disagi ai malati di Lamezia Terme e di altri 21 comuni e alle famiglie che sono costrette a prendersi cura dei loro cari di ogni età. La politica deve rispondere alla gente non a se stessa, immaginandosi davanti ad uno specchio e parlandosi addosso ogni volta che affronta discussioni, comizi e interviste. La Sanità a Lamezia è un serio problema di cattiva volontà politico amministrativa, un connubio d’interessi trasversali e che non pensa mai a chi veramente a bisogno. La parola bisogno viene utilizzata perché fa effetto ed è di moda, ma loro non muovono un dito per essere tra la gente veramente. Siamo in una incredibile ed interminabile campagna elettorale sino al nuovo anno, ed in alcuni c’è il tipico atteggiamento di chi non teme di perdere la dote di voti che si porta o gli portano dietro da anni, pertanto sa chi realmente deve rendere conto. Il sindaco dovrebbe lottare perché il diritto alla salute dei suoi cittadini venga rispettato, i politici regionali e nazionali dovrebbero supportarlo in questa battaglia al fine di dare voce ad una citta silente, muta, non rispettata e defraudata di tutto. Questo secondo voi è successo, succede? O forse tutti se ne lavano le mani dicendo che non è loro competenza?  Accadrà qualcosa di nuovo?”

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