Lamezia, Cavaliere: "È mistero sull'esproprio del complesso di San Domenico"

claudio-cavaliere_0e2ea_01030_c8daf_59756.jpgLamezia Terme - “Nel cuore della città c’è un bene che da sempre i lametini considerano di patrimonio comunale. Un bene su cui il Comune ha investito nel tempo milioni di euro; che ha visto la gestione diretta del comune per l’organizzazione di eventi e manifestazioni; che è stato scelto per allocarvi il Museo archeologico lametino. Invece oggi scopriamo, nella placida indifferenza, che non è così. Così mentre negli anni passati veniva acquistato palazzo Nicotera e altri immobili per cercare di dotare la città di un solido patrimonio culturale, l’imponente e prestigiosa struttura è stata di fatto espropriata”. Sulla questione interviene in una nota Claudio Cavaliere candidato a consigliere comunale e già vicesindaco.

“Con il decreto ministeriale – sottolinea Cavaliere - del 23 gennaio 2016, che molti hanno salutato come un successo, e che oggi mi permetto di contestare tale malposta euforia, il Museo archeologico lametino è entrato a far parte del Polo museale calabrese. Il prezzo da pagare è stato, come recita il comma 2 bis che integra l’art. 16 del precedente decreto 23 dicembre 2014, che: “L’assegnazione di istituti e luoghi della cultura disposta ai sensi del presente decreto comprende, con riferimento ai beni demaniali già nella disponibilità del Ministero, l’intero immobile e/o complesso, ivi incluse le relative pertinenze, in cui è situato l’istituto o il luogo assegnato ai musei …” Ora, a guardare i dati catastali non risulta che il complesso di San Domenico sia di proprietà demaniale. Solo una parte di esso - i 2/5 per l’esattezza – hanno questa caratteristica. Così, invece di procedere nel percorso inverso, acquistare il residuo dell’immobile non di proprietà comunale, alla città viene sottratto l’intero complesso (anche il Teatro Umberto?) senza che si muova foglia e nonostante nessuna manifestazione di volontà dell’organo consiliare chiamato ad esprimersi quando c’è in ballo l’alienazione di proprietà (art. 42 del Tuel). Rimangono molti “misteri” su questa vicenda riguardo a chi ha permesso di fatto questo esproprio. La solita sciatteria “burocratica” che da tempo aleggia nelle stanze comunali? Una precisa volontà di legarsi mani e piedi alla farraginosa e poco produttiva burocrazia ministeriale nella gestione dei beni culturali magari per lucrarne qualche nomina di prestigio? L’incapacità di programmazione e di attenzione al di là della retorica solita?”.

Intanto, conclude Claudio Cavaliere “il risultato immediato è stato che una delle migliori energie della città nel settore della valorizzazione dei beni culturali, l’Associazione archeologica lametina, vera artefice nel passato dell’apertura del Museo, è stata malamente estromessa dalla gestione del Museo. È necessario che sull’argomento si registri la volontà di chiarezza dell’amministrazione comunale e si trovi una soluzione ad una vicenda che non può passare sotto silenzio”.

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