Lamezia, Comitato: continueremo a lavorare per 50esimo anniversario della città, un evento degno di essere ricordato

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Lamezia Terme – “Il Comitato Lamezia 4 gennaio 2018 – scrivono in una nota - ha appreso con rammarico e viva preoccupazione la notizia dello scioglimento del Consiglio Comunale e fa proprio il comprensibile sconcerto della Comunità cittadina”. Il Comitato, che è composto da privati cittadini dei più diversi orientamenti politici, “i quali – sottolineano - sono però animati da un unico scopo: quello di risvegliare l’orgoglio lametino organizzando le manifestazioni per celebrare l’anniversario di un evento che, seppure offuscato da vicende che hanno travagliato la vita della Città in questi cinquant’anni, è pur sempre importante e degno di essere ricordato. Non è certo la visione avveniristica, ma profondamente realistica, del Suo Fondatore ad avere offuscato Lamezia, ma la mancanza di unità e di armonia che hanno determinato errori a non finire  e debolezza delle  Istituzioni civiche che non hanno avuto la forza di difendere la Città dalla continua aggressione predatoria di ben determinati ambienti, sostenuti da poteri forti e dalle quinte colonne locali. Il momento è certamente triste e difficile, ma non bisogna dimenticare che anche dopo la notte più buia sorge sempre il sole”.

“Non bisogna disperare ed arrendersi – proseguono dal Comitato - davanti ad una realtà inaccettabile. Bisogna reagire, riconquistare l’orgoglio che non deve mai mancare ad una comunità onesta e laboriosa, e ricostruire tutto dalle fondamenta a partire dalla convinzione di essere una comunità unica, unita e forte. E l’opera del Comitato, che continuerà ad andare avanti con dignità nell’interesse di tutti, deve trovare il pieno sostegno dei cittadini, degli imprenditori, dei professionisti, dei commercianti, delle associazioni, delle scuole e soprattutto dei giovani, che sono certamente la vera arma per il riscatto di Lamezia. Lamezia ha i mezzi e le forze per voltare pagina e per trovare quel futuro, immaginato dal suo Fondatore, che non è utopico bensì possibile solo che lo si voglia veramente”.

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