Lamezia, Comunità Progetto Sud cammina verso l’Europa e attiva il progetto Erasmus plus

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Lamezia Terme - E' stato attivato da luglio 2022 a beneficio degli operatori e delle operatrici di Comunità Progetto Sud il progetto Erasmus plus, finalizzato alla formazione permanente, all’apprendimento di buone pratiche, e all’avvio di collaborazioni internazionali. L’iniziativa, accompagnata dallo slogan “Let’s improve together”, ovvero “Miglioriamo insieme”, viene annunciata in occasione degli Erasmus Days, nel 35esimo anniversario del Progetto Erasmus, e in concomitanza con la Giornata Mondiale della Gioventù, in un webinar moderato dalla giornalista Maria Pia Tucci e introdotto da Michela Vottari, componente della Scuola del Sociale di Comunità Progetto Sud, cui sono intervenuti don Giacomo Panizza, presidente della Comunità, Luigi Innocente, rappresentante dell’Associazione Centro Rinascimento e Guerino D’Ignazio, Ordinario di Diritto Pubblico Comparato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Unical.

Il tema “Europa Comunità Democratica”, scelto anche in riferimento alle parole conclusive del discorso in Senato di Liliana Segre, citato in apertura dalla moderatrice, è stato declinato sotto diversi aspetti, in primis la fratellanza e l’inclusione, l’apprendimento ma anche la possibilità di partecipare con delle proposte. Perché, secondo le parole di Vottari, “esistono delle questioni che in Europa non sono ancora state risolte, come l’immigrazione o la tratta di esseri umani, che possono giovarsi dello sviluppo di cooperazioni transnazionali con altri enti europei. L’Erasmus plus avrà lo scopo di migliorare non solo la professionalità degli operatori mettendoli a contatto con partner che lavorano sugli stessi ambiti con nuove strategie d’azione, ma anche le competenze traversali, come la capacità di lavorare in gruppo, la comunicazione, la motivazione”. E in realtà c’è da dire che Progetto Sud ha cominciato a muoversi in questa direzione già da molto tempo. “Quando siamo nati era il ‘75”, racconta infatti don Panizza, “e avevamo 20 anni o giù di lì. Le persone con cui ho creato la Comunità vivevano tutte chiuse in casa, non pochi erano analfabeti, perché la scuola dell’obbligo non era organizzata sul tema della disabilità. Ma la vita si fa nel mondo, non al chiuso, e nel ’77 abbiamo organizzato un campo estivo in collaborazione con un’altra associazione, Pax Christi. E quelle stesse persone hanno visto arrivare in Comunità un sacco di giovani: c’era già un po’ d’Europa, un po’ di mondo. Ogni intervento veniva tradotto in tre o quattro lingue, per permettere alle persone di cominciare a dialogare. Ci serviva svegliarci, andare in giro”. Da lì i viaggi a Bruxelles, per molti in carrozzina, la mission della lotta all’emarginazione e della pace, il “Nulla su di noi senza di noi” finito nella dichiarazione dei diritti delle persone con disabilità firmata all’ONU, il diritto di avere dei diritti ma anche dei doveri. E ora un budget per i viaggi – il prossimo il 24 ottobre, per “preparare il terreno” ad un futuro postbellico in Ucraina.

“Fra le proposte per l’Europa”, conclude don Giacomo, “vorremo delle scuole inclusive in tutti i paesi dell’Unione, che sostituiscano le “scuole speciali” per disabili ancora presenti in molti Stati”. E proprio di scuola si occupa il progetto presentato dall’associazione Centro Rinascimento rappresentata da Luigi Innocente, la “Summer School-Giornate d’Europa” di Aieta, borgo in provincia di Cosenza che da ben 10 anni si anima per un’intera settimana per la presenza di giovani e giovanissimi studenti riuniti in una serie di attività, seminari e workshop, all’insegna dei valori europei, candidandosi anche al Premio Spinelli. Parte appunto dall’opera di Altiero Spinelli, illustre padre precursore dell’Europa, l’intervento del professor D’Ignazio, che ne cita il proposito di “abbattere le frontiere”, tristemente sostituito oggi – in Italia e non solo – da un sovranismo con il quale “non si va da nessuna parte”. Ritorna qui il discorso della Segre già citato da Tucci, e l’Europa diventa, nelle parole di D’Ignazio, “il faro attraverso cui nel buio si intravede la luce del futuro. Anche in un momento di crisi umanitaria, economica, sociale, energetica, ambientale, climatica: perché crisi significa anche opportunità di cambiamento”.

Giulia De Sensi

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