Lamezia, conclusi al liceo "Galilei" ciclo di seminari di formazione con il neuropedagogista clinico Marco Santilli

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Lamezia Terme - "Ultimo incontro al Liceo Scientifico “G. Galilei” nell’ambito del ciclo di seminari di formazione, organizzati dalla Dirigente, professoressa Teresa Goffredo, in collaborazione con il dottor Marco Santilli, neuropedagogista clinico e docente universitario. Ancora una volta docenti e studenti sono stati coinvolti in un importante momento di riflessione sulle dinamiche relative all’apprendimento, ma con un’importante novità: la partecipazione all’incontro di una rappresentanza dei genitori degli studenti dell’istituto" è quanto si legge in una nota dell'Istituto. "Da sempre - precisano -  in prima linea nella costruzione di un percorso di crescita umana, oltre che professionale, il liceo lametino è stato spazio di incontro per tutti gli attori del complesso processo di insegnamento-apprendimento, reso ancora più delicato dalla pandemia e da una didattica che ha dovuto inventare nuovi spazi e tempi e modalità di accesso alla conoscenza e alla formazione".

"Focus del dibattito - spiegano -  è stata però la variabile che più di ogni altra ha subito un pesante contraccolpo dalle istanze emergenziali: la relazione, che coinvolge studenti e docenti, ma anche genitori che, secondo l’esperto, "devono tornare ad affidare i propri figli ai docenti, perché la scuola stessa è la figura del padre, cioè la figura dei comportamenti e proprio per questo il ruolo dei genitori è fondamentale per dare autorevolezza alla figura del docente". Nell’ambito di una società in cui è sempre più pressante il peso della lotta per l’autoaffermazione e il successo ad ogni costo, la scuola, paradossalmente, finisce a volte con l’essere percepita, proprio dai genitori, non come il luogo dove costruire serenamente un percorso di crescita umana, ma quasi una sorta di arena in cui misurare le proprie forze. 

"Nell’ambito della mia esperienza- ha sottolineato il professor Santilli- sento sempre più spesso pronunciare dalle famiglie frasi del tipo “vai a scuola e fatti rispettare perché la vita è una giungla”, quasi come se andare a scuola fosse un combattimento contro qualcosa o qualcuno". "Le stesse dinamiche comunicative che si creano all’interno dei gruppi di genitori- sottolinea ancora- non sembrano il più delle volte orientate a creare relazioni e rapporti autentici, ma costanti comparazioni per stilare indici di bravura e classifiche di successi". Occorre, dunque, riportare al centro della riflessione un rapporto, quello famiglia- insegnante, che appare a volte debole proprio perché non si avverte più il senso di una continuità ideale e reale tra la funzione educativa della famiglia e quella della scuola. Il docente può e deve avere l’occasione, la legittimazione e l’autorevolezza per progettare e realizzare un cammino di “costruzione umana” per gli studenti, assecondandone il desiderio di crescita, conoscenza e autonomia, e il genitore deve essere il facilitatore di questa relazione.

"Andare a scuola è un viaggio- ha evidenziato l’esperto- e la famiglia e la scuola devono unirsi per spingere i ragazzi al desiderio", sempre in un’ottica di condivisione con gli altri, che oggi sono i docenti, i compagni di classe, e domani saranno la società e il mondo intero. Ristabilire una relazione autentica, forte, nel rapporto famiglia-insegnante significa allora dare ai ragazzi la possibilità di affrontare con serenità non solo l’esperienza scolastica, ma la vita intera.

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