Lamezia, continua progetto di educazione alla legalità al tribunale: studenti simulano processo su Cyberbullismo

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Lamezia Terme - Una catena di studenti in una full immersion al Tribunale di Lamezia Terme per la partecipazione attiva al processo simulato sul 'cyberbullismo'. A succedersi nell'aula Garofalo, alcune classi dell'Istituto Alberghiero di Vibo Valentia e poi quelle del Liceo Classico di Lamezia, accompagnate in quello che vuole essere un percorso alla cultura della legalità, da docenti, psicologi, e addetti ai lavori. 

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Fra le figure di riferimento, il giudice Fontanazza, che ha dapprima accolto all'ingresso del tribunale gli studenti, per una introduzione a ciò che avrebbero assistito, e poi accompagnato in aula per l'inizio del processo, in cui vittima del nuovo reato di 'bullismo online' è la minorenne Gaia, oggetto di offese, e di esclusione da parte di amici. L'intento, con a tema il cyberbullismo, è quello di far riflettere sulla gravità dell'atteggiamento da parte del bullo, e sulle altrettanto agghiaccianti conseguenze psicologiche del soggetto bullizzato. Spesso, infatti, nei casi più estremi si parla di tentato suicidio, o di suicidio. 

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In aula, il dott. Luciano Trovato, Presidente del Tribunale dei minorenni di Catanzaro. "Oggi parliamo di messa alla prova - spiega - cioè della possibilità di dimostrare di essere cittadini che partecipano attivamente alla vita sociale". Con l'istituto della messa alla prova, quindi, il legislatore ha ben pensato di scommettere sul cambiamento. Laddove il reato non vuol dire più stigma. "La tecnica scelta è quella dell'esame e del contro esame - prosegue ancora Trovato - per l'accertamento della verità nel nuovo processo". Un processo che mette alla pari le parti. Nella simulazione, oltre ai copioni scritti e recitati, di fronte alle norme di legge, non sono mancate le pause e le correzioni da parte del giudice Trovato, affinché questo momento non rimanga fine a se stesso.

"La difesa ha qui chiesto un dato generico - aggiunge - invece è sbagliato, la difesa deve fare riferimento a fatti specifici, inoltre niente materiale suggestivo". Infine ampio spazio è stato dato alla discussione con la psicologa di riferimento. "Lo psicologo non è uno strizza cervelli ma è studioso del corpo umano, e di tutte le patologie della psiche". Questo il messaggio inviato agli studenti, in vista di una maggiore consapevolezza, prevenzione. Il cyberbullismo, attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attivato mediante gli strumenti della rete, oltre ad essere presente quale reato nel codice civile e nel codice penale, costituisce violazione anche del Codice della Privacy. 

V.D.

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