Lamezia, esame incrociato e giusto processo: confronto tra accusa, difesa e giudice in un convegno organizzato da Aiga

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Lamezia Terme – Nell’aula Garofalo del Tribunale di Lamezia Terme incontro di studio sul tema, “Cross examination e Giusto processo, Teoria e Pratica dell’esame dibattimentale”. Un evento di carattere formativo per gli avvocati dal quale sono emersi spunti interessanti, trattati con i rappresentati della magistratura giudicante e requirente. Oltre al contributo degli avvocati. Un confronto fra i tre “attori” principali del dibattito processuale: accusa, difesa e giudice, in correlazione con “l’esame del testimone nel dibattimento penale”. Ognuno dei protagonisti ha fornito il proprio punto di vista sull'interrogatorio incrociato (Cross examination), ovvero l'istituto processuale che consiste nell'esame delle parti e dei testimoni sia da parte del Pm che del difensore, per poi arrivare alla valutazione finale del giudice.

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A confrontarsi, il procuratore capo di Lamezia, Salvatore Curcio, l'avvocato Giuseppe Murone e il presidente del Tribunale di Lamezia, Giovanni Garofalo. Dopo l'introduzione e i saluti di Serena Perri, dell’Associazione italiana giovani avvocati che ha organizzato l'evento (valevole anche per i crediti formativi della categoria), di Dina Marasco, presidente degli Avvocati di Lamezia, Domenico Alessandro Ferrise, componente del Dipartimento di diritto e Procedura penale della Fondazione Aiga Tommaso Bucciarelli e Renzo Andricciola, presidente Camera penale Lamezia, il dibattito ha avuto inizio con la relazione del procuratore Curcio nelle “vesti” di Pm per il quale “è necessaria una sinergia tra le parti del processo per arrivare alla verità, evitando scorciatoie”, per Curcio occorre che tutti gli attori siano “impermeabili. Del vecchio Codice al nuovo - ha osservato - non so se ci sia stato un miglioramento, non sono venuti meno gli errori. Certo, non siamo a livello del caso Tortora (richiamato in precedenza nel suo intervento dall'avvocato Marasco, a proposito di errori giudiziari) ma bisogna fare attenzione alla prova dichiarativa, e questo nel nuovo Codice non è che sia più chiaro del precedente”. Per Curcio restano i temi di fondo, quali “la credibilità del testimone, quindi del dichiarante che deve essere valutata attentamente dal giudice; valutarne la precisione, la coerenza e la spontaneità”. Fra le altre considerazioni, il procuratore non ha esitato a parlare di “crisi della prova testimoniale”, mentre “le intercettazioni rimangono oggi il leitmotiv”.

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E' toccato poi all'avvocato Giuseppe Murone, coordinatore regionale Aiga del Lazio e componente del Dipartimento Aiga riforma del Processo penale, esporre le tesi della difesa, partendo dal punto di vista appunto del difensore che deve fare l'esame del test e il controesame che è il cardine della giusto processo, come ha evidenziato l'avvocato Ferrise, introducendo l'intervento di Murone per il quale "il giudice, indipendente e imparziale, deve decidere sulla base delle prove prodotte dalle parti. Lo scontro tra le tesi, si dice, è il metodo migliore per avvicinarsi alla verità". Quindi, ha messo in evidenza l'importanza "dell'esame incrociato basato sulla dialettica". Il giudice “deve decidere sulla base delle fonti di prova. Sono vietate le domande suggestive e, al giudice, spetta il controllo della legalità e non si deve sostituire alle parti”. Dal canto suo, il presidente del Tribunale, Garofalo ha evidenziato che "la giustizia è una cosa seria e se ne deve parlare con cognizione di causa e non come nelle fiction dove viene scimmiottata. Il processo penale - ha puntualizzato Garofalo - è un processo del giudice: deve per forza accertare la verità, qualunque essa sia. Ed è sbagliato che si tenda a vedere nel giudice il lupo cattivo". Giusto che ci sia nella difesa "una strategia processuale" ma "deve prevalere il fatto e la sostanza".

A.C.

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