Lamezia, "File al distretto sanitario dell'Asp": associazione Senza Nodi analizza la situazione

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Lamezia Terme - Le ripetute segnalazioni sulle lunghe file d’attesa davanti al distretto sanitario di Lamezia, hanno spinto l’associazione Senza Nodi, della presidente Nadia Donato, ad analizzare la situazione e trovare chiarimenti. Pertanto, in una nota, informano che: “Bisogna sapere che, l’Asp di Catanzaro ha 3 distretti sanitari: Lamezia Terme, Soverato e Catanzaro. Lamezia Terme ha 5 poli: oltre a Lamezia stessa ci sono Soveria Mannelli, Nocera, Martirano e Maida. Per questi 5 poli ci sono 26 infermi, il 60% ha limitazione al lavoro. Ci sono 14 amministrativi distribuiti nelle 5 sedi. Per quanto riguarda il personale medico/specialistico molto è affidato a personale definito sumaista, cioè quei medici che hanno convenzione con l’ASP per un determinato numero di ore, ma non sono dipendenti. Tra medici sumaisti e non molti sono andati in pensione e negli anni mai sostituiti. Un DCA del 2015, del Commissario Scura, ha bloccato le ore di specialistica al 2008 (badate bene, nemmeno al 2015 quando è stato redatto, ma al 2008), pertanto le ore a disposizione sono molto limitate mentre l’utenza negli anni è aumentata? Non si assume personale, non si aumentano le ore a disposizione degli specialisti, come possono cambiare le cose? Nemmeno davanti all’emergenza Covid 19, la Regione Calabria ha inteso impugnare una scellerata decisione dell’allora Commissario Scura e consentire a seri professioni di lavorare in serenità ed altri di poter entrare a far parte di un gruppo di medici atto a fornire ai cittadini le prestazioni che meritano. Insomma, è sempre una “grande disattenzione”, quella che penalizza l’utenza della sanità a Lamezia Terme. Per approfondire quanto accade in questo difficile momento di ripartenza, spieghiamo cosa accade all’interno della struttura lametina della Mutua e lo documentiamo con le foto, perché possa essere un reale servizio ai cittadini. Intanto, attendiamo che qualcuno ci dica perché tutto ciò accade”.

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Dall’associazione Senza Nodi raccontano così la giornata trascorsa nel distretto socio-sanitario di Lamezia: “In un venerdì afoso, un giorno di luglio che i vestiti si “appiccicano” per il caldo e l’umidita proviamo ad informarci su come funzionano o nemmeno le cose. Davanti alla struttura poche persone. Dopo le nove più nessuno, qualche ritardatario arriva dopo le 11 quando i cancelli sono chiusi e non legge le informazioni affisse all’esterno, ma si lamenta e chiede con insistenza di essere aperto. Il Direttore del Distretto, dottor Nicolino Alessi, vista la presenza di alcune persone, apre il cancello e con grande pazienza spiega ai presenti che è passato l’orario per ricevere l’utenza, ma dà comunque informazioni a chi le chiede. Dall’inizio della pandemia da coronavirus, la struttura ha tentato di attivare canali privilegiati per dare risposte a richieste di tipo burocratico amministrativo e spesso anche con carattere di urgenza è stato possibile effettuarle con mail o attraverso chiamata telefonica. Si è proseguito così anche per la parziale riapertura delle attività. Infatti, la scelta del medico o del pediatra, la richiesta di accesso a servizi sanitari territoriali, quali Adi e assistenza residenziale riabilitativa, il rilascio della tessera sanitaria, l’erogazione dei presidi per diabetici e nefropatici. Il rinnovo Ticket per reddito (E01 – E02 – E03 – E04) è stato rinviato dal MEF al 31 luglio. Chi non utilizza questi canali può recarsi personalmente agli uffici della struttura, nel rispetto delle regole, dove può chiedere informazioni e l’erogazione del servizio. Il distretto apre alle 8:15 e chiude al pubblico alle 11,00. Oltre questo orario gli operatori, dopo avere chiuso i cancelli per la ricezione del pubblico, proseguono il loro lavoro sviluppando le diverse pratiche e preparando gli appuntamenti del giorno dopo. In ogni caso, qualora alle 11 vi fosse ancora gente, viene comunque ascoltata, tranne chi è arrivato dopo l’orario di apertura. Bisogna sottolineare che le caratteristiche della struttura, ormai obsoleta da tempo, consentono un’attesa all’interno della stessa di 20 persone, perché si possa operare nel rispetto delle regole previste dalle prescrizioni per il Covid 19. Coloro che attendo all’interno possono stare seduti e fare triage in attesa del loro turno (le foto mostrano la sala ed il percorso). L’attività è ripresa in maniera quasi normale a partire dal mese di maggio, ma ovviamente per questioni di sicurezza le stesse sono diminuite di numero, di conseguenza le liste d’attesa si sono allungate”.

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Secondo quanto l’associazione ha appreso: “A tutto ciò va aggiunta un’atavica carenza di personale che da tempo sta logorando i servizi della Sanità in tutta Lamezia. Bisogna, altresì, evidenziare che molti specialisti, non potendo effettuare le visite di persone nei locali della sede, spesso quando ciò è possibile per evitare assembramenti, effettuato consulenza telefonica, ciò al fine di evitare che le persone si rechino nella struttura per esempio solo per un controllo di esami. All’esterno del palazzo del distretto, la Multiservizi grazie all’intervento del Comune, ha realizzato un percorso con nastro e transenne, ma tutto questo è utile solo quando le persone, pensando erroneamente di avere più possibilità di entrare si recano nell’area della struttura la mattina molto presto, da qui la principale ragione delle file e all’esterno della Mutua. Nella mattina nella quale noi ci siamo recati sul posto per constatare cosa stesse accadendo ci siamo resi conto che con un po' di buon senso potrebbe evitarsi la fila e l’assembramento sotto il sole davanti ai cancelli della Mutua. Alle 9 non c’era più nessuno ad attendere. Rispettando le regole imposte dal Covid, ma che sono le stesse che dovremmo rispettare in condizioni di normalità, per un quieto vivere civile, ma oltre cose sarebbero facilmente evitabili. Inoltre, un pensiero sereno verso chi lavora all’interno della struttura sta operando va fatto, perché comprendere che dal 2015 che non si fanno assunzioni e non si sostituisce personale, vuol dire capire in che condizioni lavora e come la Regione Calabria sta trattando questo territorio”.

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