Lamezia, il Crac presenta "Lights in the Storm": rassegna di arti visive e performative

giungla1.jpgGiungla.

Lamezia Terme - “Lights in the Storm” è la seconda stagione organizzata dal CRAC | Centro di Ricerca per le Arti Contemporanee di Lamezia: arti visive, danza, musica, installazioni, djset ed eventi legati al food di qualità. “Il titolo – si legge in una nota - viene fuori da una riflessione sul rapporto tra il territorio e le realtà di operatori culturali coesistenti a CRAC: in questi ultimi due anni abbiamo assistito ad una voglia di mettersi al lavoro, ad una necessità di progresso da parte degli operatori locali, ad un desiderio di ricreare nella nostra terra ciò che esiste da tanti anni nel resto dell’Italia. Ci è venuta quindi in mente la tempesta, in rapporto al senso di rabbia che un giovane calabrese poteva provare fino a qualche anno fa non trovando qualcosa di stimolante da fare: una mostra, uno spettacolo di ricerca, un concerto di musica elettronica ad esempio. E le luci di cui parliamo sono proprio le realtà come CRAC che in questa rassegna, come nella scorsa, mira a mixare diversi linguaggi artistici caratteristici della contemporaneità”.

Venerdì 28 ottobre - ore 18:00

  • Valentina Procopio Pres. Luce madre casa | mostra fotografica 
  • Guido Guglielmelli pres. A pite | mostra fotografica 

Domenica 30 ottobre - ore 20:00

  • Giungla | live performance

Guido-Guglielmelli.jpgGuido Guglielmelli

Si inizia venerdì 28 ottobre con le mostre fotografiche di due artisti calabresi, Valentina Procopio e Guido Guglielmelli. Valentina Procopio, classe '88, di Catanzaro, presenterà il suo progetto "Luce Madre Casa": ‘L'intento è quello di leggere una cultura locale attraverso un simbolo religioso, in questo caso la Madonna della Luce, madre protettrice di San Pietro Magisano, piccolo borgo in provincia di Catanzaro. Una statuetta, la sua piccola effige, popola ogni casa del borgo. Partendo dal suo punto di vista si riesce a raccontare qualcosa della famiglia che l’accoglie: ognuno in un modo personalissimo ed evocativo immerge, circonda e decora la propria statuetta. Il nostro sguardo su di lei restituisce un’idea mai banale dei suoi custodi/custoditi e del loro rapporto con la fede. Attraverso la chiave religiosa, arrivando all’essenza, ci accorgiamo che luce diventa metafora della fotografia stessa, madre come femminilità che diventa il punto focale del progetto, casa è la dimensione intima dell’intera narrazione. Giocando con i dittici s’intersecano i significati e i simboli in un racconto essenziale, naturale e neutrale, evidenziando le relazioni tra anima e corpo, tra Dio e l’Uomo, tra leggenda e folklore’.

Guido Guglielmelli, classe '83, di Cosenza, presenta "A Pitë", progetto fotografico con focus su Alessandria del Carretto, piccolissima città nel cuore del parco del Pollino, nel profondo Sud Italia. ‘La sua posizione geografica così particolare ha contribuito a pre-servarla intatta nel tempo, con tutte le sue tradizioni secolari. La festa della Pitë (festa dell'Abete) si ripete ogni anno sempre uguale. La leggenda narra che nel 1600 un pastore trovò all'interno di un Abete bianco l'immagine di S. Alessandro Martire. Da allora, per devozione, ogni anno gli uomini alessandrini trainano a mano un enorme abete bianco dai monti più alti giù fino in paese. L'abete viene trascinato rigorosamente a mano lungo un percorso di circa 6 km. La popolazione è in festa e gli uomini vengono incitati continuamente con canti e balli tradizionali, degustando prodotti tipici e bevendo del buon vino locale. Nei giorni successivi l'albero viene levigato e issato a mano. All'estremità dell'abete viene fissata la cima di un secondo albero, a cui vengono appesi dei doni che potrà avere solo chi è in grado di scalare la Pitë. La gara è aperta, e gli abitanti di Alessandria sono tutti con il fiato sospeso. Al tramonto la gara può concludersi. La Pitë viene abbattuta, inizia il conto alla rovescia per il prossimo anno. La festa della Pitë riesce a riconciliare l'uomo la natura, con le antiche tradizioni e con le proprie radici. Tutti sono indispensabili per la buona riuscita dell'impresa, la solidarietà e l'uguaglianza tra tutti i partecipanti sono valori preziosissimi che vengono tramandati di generazione in generazione’.

Ad accompagnare le mostre il dj-set di Cesare Aiello (Immunity). Domenica 30 ottobre arriva invece a CRAC la musica di Giungla, progetto solista di Emanuela Drei, già voce dei Heike Has the Giggles e bassista per His Clancyness. Oltre duecentomila ascolti tra Spotify e Soundcloud senza un album pubblicato, una cover di 'How do you do it' di Empress Of e lodi internazionali che citano il suo EP di debutto 'Camo' (Factory Flaws, 2016) come 'puro minimalismo, drappeggiato delicatamente con echi melodici dei Beach House e The xx' secondo Nylon Magazine, oppure ''simile a quello che The xx avrebbero pubblicato se fossero stati in riva al mare e non a Londra' per The Wild And Honey Pie e 'una nuova dimensione dream pop' per il NME. Nuovo talento italiano da tener d'occhio, anche i live di Giungla esprimono energia pura, modellati da un set up sonoro davvero soprendente per una one-woman-band.

 

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