Lamezia, il racconto straziante: "Mia madre morta per Covid, ha combattuto in solitudine ma non ce l'ha fatta"

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Lamezia Terme - “L’hanno portata via, era disorientata, impaurita, non sapevamo nemmeno la destinazione. E poi ce l’hanno tolta all’improvviso senza farcela più vedere”. Un racconto straziante, quella di una donna lametina che parla della morte di sua madre per Covid (quinta vittima in città) avvenuta nei giorni scorsi all’ospedale Pugliese di Catanzaro. Angela, la chiameremo così, parla con le lacrime e con grande amarezza della vicenda che si è conclusa con la perdita della sua cara anziana mamma. “Mia madre aveva gli acciacchi dell’età, come possono averle in tanti fra i nostri genitori o nonni. Il Covid è arrivato in casa da fuori perché lei non usciva da un anno ed era accudita da una badante”.

Poi cosa è successo?

“È accaduto che non si sentiva bene ed è stata prelevata, portata al Pugliese e trattata quasi come un pacco. E noi fuori che aspettavamo cosa? Nessuno è venuto a darci notizie a chiedere se aveva altre malattie, se seguiva altre terapie. Niente. Intorno a noi non sempre abbiamo trovato umanità. Abbiamo lasciato le medicine che assumeva ma nessuno ci ha dato peso. Le abbiamo consegnate poi ad un infermiere. E così è iniziato il suo calvario ed il nostro. Ha combattuto per 14 giorni sola come un cane e noi abbiamo combattuto con lei tutti ma inermi di fronte a quanto stava accadendo”.

Come avete trascorso quei giorni?

“Come si trascorre una tragedia imminente e nell’assoluta depressione. Notizie zero. Telefoni spesso chiusi in faccia. Addetti che rispondevano a casaccio magari non sapevano nemmeno chi fosse mia madre”.

Un virus che non perdona, che toglie gli affetti più cari e che purtroppo diventa insopportabile nell’atto dell’estremo saluto.

“Ha combattuto fin quando ha avuto la forza perché voleva tornare a casa, con la sua famiglia. Non vedeva più me e miei fratelli e così si è lasciata andare, si è spenta senza il conforto di nessuno. Funerali senza messa; massimo 10 persone, senza i nipoti che lei amava tanto. Uno strazio e un dolore indescrivibili”.

A.C.

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