Lamezia, in scena al Grandinetti “Quasi amici” con Massimo Ghini e Paolo Ruffini

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Lamezia Terme - Una storia impossibile da non amare, raccontata con una leggerezza estrema, che fa diventare naturale anche ciò che nella vita di ogni giorno non lo è. “Quasi amici”, che già abbiamo potuto ammirare nel film “Intouchables”, diretto da Olivier Nakache e Eric Toledano, ieri sera ha vissuto al Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme, la prima delle due repliche programmate nel cartellone della stagione teatrale di Ama Calabria, con protagonisti Massimo Ghini e Paolo Ruffini.  L’evento sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria nell’ambito del progetto Calabria Straordinaria, è finanziato con risorse Psc Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02

“Quasi amici” colpisce sin dal titolo per il suo modo di rappresentare due vite diverse, due culture differenti che, incontrandosi, si fondono fino a far diventare i protagonisti indispensabili l’uno per l’altro. L’ottimo lavoro realizzato dal regista Alberto Ferrari “sposta” la vicenda dai luoghi originali della Francia, dandole un’impronta tutta italiana. Sono numerosi i riferimenti al nostro vissuto quotidiano, uno su tutti il reddito di cittadinanza. La disperata ricerca di ottenere una firma su un documento attestante la prova di aver fatto domanda per ottenere un lavoro, che gli dia la possibilità di ricevere un sussidio, porta Driss (Paolo Ruffini) in casa di Filippo (Massimo Ghini), un milionario rimasto tetraplegico dopo un incidente, che è alla ricerca di un badante. Privo di qualsiasi voglia di essere assunto, Driss piace al suo probabile datore di lavoro per la sua sfrontatezza e per il suo modo di essere cinico. Il diverso modo di vedere la vita, stranamente, li unisce. Da un lato c’è il composto Filippo, fermo sulle sue idee, amante della musica classica e della pittura moderna; dall’altro, Driss, poco amato dai collaboratori del ricco uomo d’affari, ha un approccio alla vita più ‘terreno’. Ama il rock e ha una fedina penale che non lo renderebbe molto affidabile. Dalla sua ha una spontaneità che affascina Filippo, che lo definisce libero e consapevole. Nonostante le differenze, i due uomini sono dediti all’amore, anche se con un’idea dissimile: diretto quello del badante, più romantico quello del suo assistito, che scrive nobili lettere romantiche a Eleonora, una donna che si aspetta di non incontrare mai. Il legame tra i due si rinforza sempre più con il passare dei giorni. Driss entra nella vita di Filippo in maniera sempre più importante. Le rispettive passioni diventano oggetto di curiosità per entrambi, soprattutto per il primo che sperimenta la pittura e un volo con il parapendio. Anche il giorno del suo compleanno Filippo si lascia trasportare da una musica che non gli appartiene. Vivaldi e Bach, lasciano spazio alla funkeggiante “Boogie Wonderland” degli Earth, Wind & Fire, accolta dai collaboratori che si lanciano in un balletto frenetico, mentre lui apprezza quei ritmi. È un evidente travaso di esperienze e di culture che li avvicina sempre di più, facendoli diventare “quasi amici”. Un rapporto che modifica visioni e atteggiamenti dei due uomini, fino al punto che Driss lo convince a telefonare e, successivamente, incontrare Eleonora. La donna alla quale scrive le lettere, però, arriva in ritardo all’appuntamento e l’incontro sfuma, con ovvia delusione di Filippo. La vita di Driss comincia a prendere una svolta. Il suo obiettivo è di rimediare al suo rapporto turbolento con la sorella e a quello difficile con il nipote, che ha cresciuto come fosse il padre. In seguito a un incontro con il ragazzo, al quale ha assistito Filippo, si conclude inutilmente il rapporto di lavoro. Impossibile per il miliardario trovare un badante che riesca a fargli vivere le medesime sensazioni. L’ultimo incontro lascia spazio a un finale dalle profonde emozioni. Un saluto malinconico che aprirà nuove strade ad entrambi.

Massimo Ghini e Paolo Ruffini, con le loro interpretazioni, mostrano una alchimia perfetta. Ruoli diversi, ma dalla grande intensità. Se il primo esprime molto con la sua ironia e con la mimica facciale, il secondo cattura per la sua energia e per la riconosciuta simpatia. Grazie alla lettura del regista Ferrari, i due attori, attraverso una comicità mai fine a sé stessa, danno una lezione di vita che si esprime tra ironia, divertimento e riflessione. Un obiettivo raggiunto anche grazie alla presenza di Claudia Campolongo, Francesca Giovannetti, Leonardo Ghini, Giammarco Trulli, Alessandra Barbonetti e Diego Sebastian Misasi. Tutti danno vita a una storia dalle mille sfumature, muovendosi all’interno di una scenografia che diventa un luogo in cui l’immaginazione ha uno spazio fondamentale. Lo stesso Ferrari definisce il piano inclinato su cui si sviluppa l’intera vicenda un non luogo. “Quasi amici”, anche in questa versione teatrale, dimostra di essere un testo importante, che esprime sentimenti profondi. L’idea di non creare pietismo nei confronti dell’invalido, ma di ridere con lui diventa una forma di riflessione inevitabile, che il pubblico ha gradito appieno, tributando agli attori lunghi e calorosi applausi. La replica di “Quasi amici”, si terrà il 23 marzo, alle 21, al Teatro Comunale di Catanzaro.

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