Lamezia, inaugurata la Centrale di sterilizzazione ferri chirurgici all'ospedale Giovanni Paolo II

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Lamezia Terme - Inaugurata oggi a Lamezia presso il presidio ospedaliero "Giovanni Paolo  II", la Centrale di sterilizzazione per garantire la sicurezza igienica dei ferri chirurgici che si utilizzano sui pazienti. Una delle poche in Calabria insieme a quelle di Reggio e Cosenza. Oltre dal direttore sanitario Antonio Gallucci che ha avviato la procedura già tre anni fa e tutto il personale preposto, per l'occasione era presente anche il prefetto, Luisa Latella, commissario dell'Asp di Catanzaro.  "Si attiva un servizio fondamentale per l'ospedale di Lamezia - ha affermato - era stato realizzato ma mancavano dei particolari, piccole cose che impedivano da oltre tre anni di avviarla. Oggi finalmente si siamo. Piano piano il lavoro che stiamo portando avanti produce dei frutti. Stiamo cercando di fare tutto quello che è possibile e rimettere un po' d'ordine". Un servizio davvero fondamentale, rimarcato dalle parole del direttore sanitario dell'ospedale lametino. "Si tratta - ha dichiarato Gallucci - del cuore pulsante del blocco operatorio. E non è solo la Centrale dell'ospedale di Lamezia, ma è la Centrale di sterilizzazione dei tre presidi dell'Asp di Catanzaro: Soverato, Soveria Mannelli e servirà il blocco operatorio di sette sale operatorie di questo grande ospedale di Lamezia. Grazie a questa struttura noi garantiremo una più veloce utilizzazione e sterilizzazione dei ferri. E avremo la possibilità anche di esternalizzare il servizio se qualcuno ce lo dovesse chiedere. Abbiamo la capacità di produrre un surplus di attività da fornire all'esterno".

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Per Lamezia e per l'Asp di Catanzaro un risultato importante in un momento particolare di pandemia?

"Dobbiamo intanto ringraziare la direzione strategica attuale che ci ha creduto in modo forte nel volerla far partire, grazie agli attuali commissari. Il percorso però è iniziato tre anni fa quando il Cica, Comitato infezioni correlate all'assistenza, ha dato input di questa necessità. Abbiamo appalesato la necessità che accanto al blocco operatorio ci fosse una struttura che garantisse in modo sicuro l'utilizzo dei ferri riutilizzabili perché ci sono ferri monouso e ferri che noi dobbiamo riutilizzare. Ci abbiamo creduto tutti, la dottoressa Monardo ha dato un grande slancio alla nostra Centrale, abbiano voluto in tutti i modi che sui partisse. È una grande vittoria visto anche il momento. E le devo dire che dal punto di vista igienico-sanitario, essendo io specialista in igiene sanità e medicina preventiva, per me è un grande successo. Un direttore sanitario che porta a compimento un obiettivo del genere ha raggiunto il massimo delle sue aspettative".

Insomma, per il territorio di Lamezia un traguardo ragguardevole di buona sanità?

"E di questo bisogna dare atto non solo a me, ma alle donne e agli uomini che ci hanno creduto. Ai primari, alla nostra direzione strategica e a chi ha fornito le apparecchiature. Abbiamo creato una sinergia positiva che deve continuare in questo ambito perché riscopriamo l'importanza e la centralità della sanità la quale non può essere vista, a livello nazionale come un costo. La sanità è investimento e lo stiamo vedendo ora in questo periodo. Noi paghiamo il non investimento. Ora si apre una nuova era, in cui si dà effettivamente il dovuto peso alla sanità pubblica. Dobbiamo difendere con le unghie e con i denti il nostro Servizio sanitario nazionale".

Si rafforza dunque questa struttura, nonostante le paventate chiusure e le tante situazioni di criticità, a dimostrazione che questo ospedale è importante per Lamezia e per tutto il comprensorio? È così?

"Io devo dire una cosa importante. Sono quasi 4 anni che lavoro in questo ospedale insieme ai nuovi primari che sono arrivati. Ci abbiamo creduto tutti, perché abbiamo fatto un concorso e abbiamo investito la nostra professione in questo ospedale. Io devo dire che è un ospedale pieno di fermento positivo; pieno di voglia di crescere, pieno di voglia di dare. È un ospedale con tante capacità professionali. Io parlo dal punto di vista generale del personale. Parlo dalla base, che è importantissima, all'apicalità. Quindi dall'Oss al nostro primario o direttore di Dipartimento.  È un ospedale che merita tutta l'attenzione che la sanità deve dare ad un'area così centrale quale è quella di Lamezia. Una città che merita questo ospedale, ma merita tante altre cose che noi abbiamo in cantiere e che stiamo producendo. Noi lavoriamo in silenzio. E lavorare in silenzio ci porta alcune volte ad apparire statici nella nostra azione. Ma noi andiamo sempre avanti. Abbiamo l'onere di creare servizi di sicurezza per il paziente; abbiamo l'onere di garantire i Livelli essenziali di assistenza all'interno dei presidi ospedalieri. Questo è il mio compito, e questo lo porterò avanti finché sarò in questa struttura in qualità di direttore sanitario".

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Il ruolo dell'Anipio

Un ruolo importante è rappresentato anche dall'Anipio, l'Associazione degli infermieri specializzati in rischio infettivo. "In Italia - ha dichiarato Giulia Maretti - è molto sviluppata. In Calabria siamo diversi e ci occupiamo delle infezioni correlate all'assistenza all'interno dell'ospedale. Avere una  struttura che si sta andando ad aprire serve non solo per avere la sicurezza dei ferri chirurgici, ma anche per prevenire le infezioni che ci sono all'interno dell'ospedale e in ambito chirurgico. Il nostro presidente si complimenta sia con il direttore sanitario, dottore Gallucci, con la nostra coordinatrice infermieristica del blocco operatorio, la dottoressa Rosina Vatalaro e con l'altro infermiere specializzato nel rischio infettivo, Raffaele Sinopoli che fa parte della società degli infermieri specializzati nella sterilizzazione, responsabile del Sud e Centro Italia e far parte del direttivo nazionale. Questa struttura è un forte riscatto per Lamezia e per la Calabria. Non dobbiamo fermarci a pensare a questa pandemia che ha creato un grosso blocco, ma dobbiamo capire che le infezioni collegate all'assistenza sono altre. Bisogna iniziare a lavorare e cercare di dare riscatto a questa terra che purtroppo più volte è stata pestata, maltrattata e vista anche male dalle altre regioni italiane".

Il contributo delle aziende

Al taglio del nastro anche i rappresentati delle aziende fornitrici dei macchinari. Per la Cisa production di Lucca, il parere di Luca Redavide. "Noi abbiamo fornito le autoclavi di sterilizzazione, all'interno delle quali viene posizionato il kit che deve essere sottoposto al processo di sterilizzazione dopo che è passato attraverso i termodisinfettori che nel percorso precedono ovviamente la sterilizzazione. Lo strumentario viene decontaminato, passa attraverso le termodisinfettrici e viene opportunamente confenzionato e poi messo nell'autoclave di sterilizzazione".

"Ringraziamo l'Azienda sanitaria di Catanzaro e nello specifico il presidio ospedaliero di Lamezia - hanno dichiarato Manuel Meduri di Demar Hospital e Paolo Sia Arga Medicali - per averci dato la possibilità di contribuire allo sviluppo del progetto di Centrale di sterilizzazione e le aziende partner, Demar Hospital Arga medical che sono capofila in questo progetto. Siamo fieri di averlo fatto, abbiamo messo non solo la testa ma anche il cuore".

Antonio Cannone

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