Lamezia: inaugurazione anno sociale Ucid, “imprenditoria guardi a persona e a bene comune”

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Lamezia Terme – L’Ucid Lamezia ha inaugurato l’anno sociale e lo ha fatto con un convegno sulla convergenza tra profit e non profit. Non dimenticando la matrice cattolica che muove l’associazione, insieme alla sua vocazione imprenditoriale, l’incontro di stasera, introdotto dal presidente Ucid Daniele Maria Ciranni, non può prescindere dalle parole di Papa Francesco pronunciate durante l’udienza in Sala Nervi in Vaticano. Un momento profondo di comunione durante il quale il Santo Padre ha evidenziato, come ha ricordato Ciranni, la necessità di orientare l’attività economica in senso evangelico e al servizio della persona e al bene comune. Stesso avviso per Monsignor Luigi Cantafora che ha ricordato tre parole fondamentali dopo l’incontro con Papa Francesco: unione, formazione e lavoro. “Essere imprenditori – ha sottolineato il vescovo della Diocesi lametina – è una missione. È necessario fare rete, soprattutto al Sud e in questo l’Ucid ne è esempio”.

Partendo poi dal tema del convegno, si è sviluppata una discussione che ha visto protagonisti imprenditori ed esperti economisti che hanno avuto modo di dire la loro sulla questione. Il lametino Alberto Statti ha portato il suo punto di vista, quello di un imprenditore del settore dell’agricoltura che ha sottolineato l’importanza di guardare al sociale: “non va bene il business fine a se stesso ma è necessario volgere lo sguardo al risvolto sociale e, in questo senso, e, soprattutto sulla creazione di strumenti – ha poi aggiunto - la nostra programmazione è all’avanguardia”. Una sorta di provocazione sulla questione è stata posta dal professore di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università degli Studi di Brescia, Alberto Falini, che si è soffermato sul concetto di Bene Comune, spesse volte tanto decantato, e ha chiarito come un’impresa sia sempre “bene pubblico poiché al servizio di una comunità e che non può prescindere e, quindi, dimentica del territorio”.

“Quando c’è il potere di cambiare le cose – ha spiegato – c’è il dovere di mettere in atto il potere del cambiamento”, questo è quello che il professore Falini ha definito un “atto di responsabilità per la creazione di un valore condiviso”. Un filo conduttore di tutto il convegno, perché proprio a questo si è ricollegato l’intervento del presidente di Confindustria Catanzaro, Daniele Rossi. Le parole del Papa appaiono, infatti, quasi premonitrici e, anche, una sorta di spinta a pensare ad una vera e propria impresa etica. “Le figure degli imprenditori o dell’imprenditoria in generale – ha affermato il presidente dell’associazione di categoria – vengono quasi sempre visti secondo un’accezione negativa”. È il contesto, invece, secondo Rossi, ad essere “dannato”, e nonostante Confindustria promuova imprese sociali, “ancora manca una vera e propria cultura di impresa”, poiché “un’impresa realmente integrata sul territorio, come deve essere, restituisce necessariamente parte delle opportunità create”. Una riflessione profonda su tematiche legate all’etica del mondo del lavoro che ha trovato la sua conclusione nell’intervento dell’onorevole Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera. Dopo sette anni di durissima recessione economica, “tante le ferite aperte”, ha ricordato Boccia, che ha poi spiegato la sua visione, quella di “un Mezzogiorno, che deve emanciparsi dalla politica, dallo Stato e dagli altri soggetti interlocutori” e distaccarsi anche da quella visiona che accomuna molte imprese italiane, di pensare esclusivamente al profitto e a i suoi azionisti dimenticando principi, valori e territorio.

Un modo nuovo di impostare soluzioni, non legate prettamente al business ma al “Bene Comune”. Per quanto riguarda le imprese no profit, Boccia ha chiarito che si tratta di “una sfida collettiva, non solo calabrese ma di tutto il paese. I modelli redistributivi – ha sottolineato il parlamentare – impongono investimenti in aree del paese e questi non possono avere colore politico, ma impongono un’unione di intenti. Il nostro solidarismo, – ha poi concluso – quello che è insito nella nostra cultura italiana, deve essere necessariamente applicato anche negli investimenti”. Partendo dalle parole di Papa Francesco, quindi, il nuovo anno sociale dell’Ucid si propone con la prospettiva di aprirsi ad una nuova cultura imprenditoriale affinché, come ha concluso il presidente Ciranni, “ci sia una Calabria più sostenibile, più responsabile e più solidale”.

C.S.

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